Chiedere perdono è gratis *
di Francesco Masala
Dice papa Francesco: “Io vorrei, prima di iniziare la catechesi, in nome della Chiesa, chiedervi perdono per gli scandali che in questi ultimi tempi sono caduti sia a Roma che in Vaticano, vi chiedo perdono”.
Pare non sia pervenuta la parte successiva del discorso del papa, che, non si sa bene perché, non è stata registrata:
“E perché non si pensi che siano parole di circostanza ho disposto che il parroco di Trento (che in tv ha spiegato di “capire” la pedofilia perché alcuni bambini cercano l’affetto che non hanno in casa e qualche prete può anche cedere e poi ha aggiunto, che la pedofilia è un peccato e, come tutti i peccati, va accettato” mentre l’omosessualità è una malattia e le malattie vengono – qui) venga allontanato dall’incarico di parroco e sia messo in condizione di non nuocere. E lo stesso farò con ciascuno dica le stesse cose, o le faccia. Quando Gesù diceva lasciate che i bambini vengano a me era ben altro quello che intendeva.”
Mentre la frase sul perdono è stata accolta da un’ovazione, la parte successiva ha ricevuto solo timidi applausi e qualche fischio.
Secondo i commentatori questo può essere il motivo per cui il papa è stato “censurato”.
Alcuni commentatori addirittura pensano, secondo indiscrezioni, naturalmente anonime, della Curia, che fra poco i discorsi pubblici del papa verranno trasmessi in differita, dopo che il papa si è lamentato in un incontro con la Curia, di essere stato “usato”, nell’affaire Marino.
*Ogni riferimento a persone o fatti realmente avvenuti è puramente casuale.
Secondo me la “gente di chiesa”, anche quando mossa dalle migliori intenzioni non è immune da qualche goffaggine e inadeguatezza a relazionarsi col mondo. Quell’ultimo commento del papa risulta alquanto equivoco e inascoltabile, anche ammettendo l’assenza di malizia da parte sua. L’abitudine a vivere sostanzialmente staccati dal mondo, perfino quando si vantano di starci dentro appieno, determina una qualche forma di stortura psicologica che rende gli ecclesiastici gente “strana”, disturbata, e fondamentalmente da evitare, come si evitano naturalmente i pazzi o i malati di mente. Io questa sensazione, assai prima di studiare in maniera approfondita la storia della chiesa e dei suoi misfatti, l’ho avvertita da subito, fin da bambino. L’istinto mi ha sempre suggerito di rifuggire dalla loro vicinanza, e da allora ho sempre ricevuto infinite conferme di quanto quella precoce intuizione fosse corretta.
non tutti sono così, dai, certo, la maggioranza vince…
Io, tra il vedere e il non vedere, evito. Se qualcuno ha avuto bisogno di entrare in una chiesa per sapere come distinguere il bene dal male a occhio e croce non ha la mia fiducia. Ciò non toglie che possa guadagnarsela, ovviamente a prezzo di un grosso impegno e periodici esami…