Chiedo
«La Grecia è sola» ha scritto Marco D’Eramo su «il manifesto». Solidarietà ad altri popoli zero ma anche a noi stessi, temo: per quel che vedo e capisco nel Bel Paese dove abito, alla sinistra (quel che ne resta e/o quella che si fa chiamare così) frega poco anche di lavoratori-lavoratrici con passaporto italiano e ancor meno di un ragazzo cileno ucciso a Milano da un rambo.
Questo non è un racconto, tanto meno un articolo.
E finisce subito.
Con due domande che poi sono una sola. A parte qualche breve carnevale illuminato da (poche e innocue) molotov, moriremo schiavi e conigli? Oppure è legittimo difendersi dalla crescente violenza dell’1 per cento contro il 99?
Le illusioni grandi sul capitalismo il quale, con tutte le sue contraddizioni, avrebbe comunque assicurato alle masse possibilità crescenti di sopravvivenza, stanno venendo meno. Ma sono ancora presenti. L’ideologia dura a lunga. Specialmente quando a lungo non viene combattuta.
Una volta che il velo di Maya sia stato squarciato ariva il compito gravoso, lungo, immane, di costruire l’alternativa.
Siamo in questa fase, in quest’obbligo.
Un compito immane ho detto. Noi vorremmo ritrarci, esitiamo, rimandiamo, ci indigniamo, ma ancora esitando. Vorremmo riposare. Ma il capitalismo è di diveso avviso. CI COSTRINGERA’ A REAGIRE.
Trenta anni fa dicevo ch’era dubbio il sistema potesse sopravvivere oltre gli anni venti. Continuo a sostenerlo ancora.
Commento più lungo dell’articolo: che bello!
Esatto. Se non siamo capaci nemmeno di esprimere solidarietà alla Grecia vuol dire che siamo veri schiavi, quelli che non si avvedono di avere la palla al piede… non capiamo la nostra realtà italiana che abbiamo ad un centimetro dal naso…
Gino ci vediamo mercoledi da Valerio Verbano? c’è il manifesto sulla mia bacheca. MAM oggi dopo aver acceso il camino mi leggo LA PAZZA… su carta,l’ho stampato.