Ci manca(va) un venerdì- 41
Un uovo, Pezzettino, un piccolo blu e un piccolo giallo… La dura lotta – che viene qui raccontata dall’astrofilosofo Fabrizio Melodia – del sindaco Brugnaro e dei suoi soci contro i nuovi “mostri”
«Il vizio di fondo è stata l’arroganza culturale con cui una visione personalistica della società è stata introdotta nei nidi e nelle scuole per l’infanzia di Venezia, senza chiedere niente a nessuno, neanche alle famiglie. I genitori invece devono avere voce in capitolo sull’educazione dei loro figli e non esserne esclusi a priori» afferma Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia nonché presidente dell’ Umana, agenzia di formazione professionale e di somministrazione di lavoro interinale, in un’intervista rilasciata a «Il Fatto Quotidiano».
Appena passato il ballottaggio che lo vide prevalere su Felice Casson (Pd), il neo sindaco appena insediatosi non perse tempo: il 21 giugno, con una semplice circolare, fece ritirare 49 testi dalle scuole, incluse favole che affrontavano in molti modi la discriminazione (a più livelli, non solo in tema di omosessualità).
La decisione arbitraria di Brugnaro è stata accolta da un gran putiferio: insegnanti e studenti sono scesi in piazza con molte forze politiche di sinistra a sostenere la bontà del progetto, finanziato con i soldi stanziati dal Comune per il progetto «Leggere senza stereotipi», portato a compimento dall’assessora Camilla Seibezzi (Lista Civica «Noi la città»).
Brugnaro fu inamovibile. A oggi tali testi sono ritirati senza distinzione alcuna dalle scuole veneziane e giusto ieri in Consiglio regionale è stata approvata la mozione di Sergio Berlato (Fratelli d’Italia) – basata a suo dire sull’articolo 26 della Costituzione, sulla dichiarazione dei diritti dell’uomo e sulla Convenzione Unicef per i Diritti dell’infanzia – con 24 voti a favore e 9 contrari, riguardo al ritiro dei libri “gender” (?) da tutte le scuole del Veneto, non solo della provincia veneziana.
Secondo l’apposita commissione non si tratta di proibire l’integrazione del diverso ma di assicurarsi che siano ben salvaguardati i diritti della maggioranza delle famiglie che hanno «una mamma e un papà».
Siamo ai livelli della censura fascista quando il MinCulPop (ministero cultura popolare) si prodigava a che i testi scomodi non potessero girare ad alcun livello.
Tutto questo polverone è stato ben creato sul nulla, a partire da un atto improprio del sindaco Brugnaro, il quale ha scavalcato completamente ogni Consiglio di giunta e discussione con il provveditorato agli Studi e con il ministero della Pubblica Istruzione, facendosi capo di una crociata, anzi di una caccia alle streghe.
Nonostante tutto, quei libri continuano a girare e a essere letti, non solo in privato ma anche in pubblico, grazie a manifestazioni organizzate da studenti e insegnanti, uniti contro un clima che ricorda da vicino i roghi dei libri ai tempi della Germania nazista.
A Padova si è svolto uno dei più grossi appuntamenti di pubblica lettura, nonostante l’aperta ostilità del sindaco Bitonci (Lega Nord) e dei comitati che lo hanno appoggiato nella campagna elettorale. Sono stati letti brani dai 49 libretti incriminati. Per esempio da «Piccolo uovo» di Francesca Pardi (illustrato da Altan) sulle famiglie eterosessuali, adottive, omogenitoriali, con genitore single o che sono ricorse alla fecondazione assistita. Oppure da «Jean a deux mamans» di Ophelie Texier sui nuclei arcobaleno. Senza tralasciare piccoli gioielli come «Il pentolino di Antonino» di Isabelle Carrier che racconta di un bambino disabile ed emarginato che smette di avere paura degli altri quando una persona speciale gli dimostra che anche lui ha delle capacità. Il protagonista di «Pezzettino» di Leo Lionni invece è un bambino, diverso dai suoi amici grandi e forti, che è alla ricerca della sua identità e alla fine impara ad accettarsi per quello che è. Poi c’è «Piccolo blu e piccolo giallo», firmato dallo stesso autore: un bambino blu diventa amico di un bimbo giallo e quando giocano insieme diventano verdi.
Quali morali scandalose e diseducative insegnano questi libri? Sono decisamente pericolose solo per un regime che posi le proprie fondamenta sull’arrivismo, l’egoismo, il profitto a ogni costo, lo sfruttamento dei più deboli e l’oscurantismo.
Una buona risposta è arrivata da Alessandro Zan – parlamentare del Pd ma soprattutto esponente della comunità gay – il quale ha affermato, rivolgendosi al sindaco di Padova: «Nei prossimi giorni farò recapitare personalmente alcuni di quei libri al sindaco Bitonci. Si renderà conto che sono testi delicati, molto profondi e didatticamente validissimi. Sono dell’idea che anziché dedicarsi alla “caccia alle streghe” bisognerebbe informarsi, documentarsi, conoscere e poi eventualmente parlare».
Non dimentichiamo che un destino analogo era stato riservato agli anime (serie televisive d’animazione quali Goldrake, Mazinga Z, Jeeg, Conan il ragazzo del futuro, Capitan Harlock, Lady Oscar) giapponesi, i quali subirono feroci attacchi e censure da parte dei comitati dei genitori riuniti poi come Moige (MOvimento Italiano Genitori), associazione impegnata, a suo dire, nella salvaguardia dei minori – che ritiene «minacciati dalla pedofilia, dal bullismo o da spettacoli televisivi violenti e volgari» – e per la tutela dei diritti dei genitori. Gli stessi che portarono un duro attacco al fumetto Dylan Dog, il quale per un periodo fu additato come causa di tutti i mali del mondo, insieme a Kenshiro, reo di creare potenziali assassini, corrompendo le giovani menti.
Non sembra che il Moige e i Brugnaro alla lunga possano spuntarla ma… intanto meglio moltiplicare le occasioni per vigilare (e leggere).
QUI IN BOTTEGA ALTRE LETTURE, A PARTIRE DA Venezia, che schifo – 1
Molto grave. Molto triste.