Ci manca(va) un venerdì- 43
La strana coppia Giannini & Gender nel periscopio di Fabrizio (Astrofilosofo) Melodia
«Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni». Ogni altra ipotesi, ha aggiunto il ministro, rappresenta «una colossale truffa ai danni della società. Facciamo circolare chiarimenti, lanciamo messaggi chiari ma se ciò non dovesse bastare credo ci sia una responsabilità irrinunciabile di passare a strumenti legali» replica con foga il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, all’indomani delle ripetute accuse di introdurre fra le mura scolastiche tematiche scabrose e inadatte ai giovani alunni quali sessualità, masturbazione, omosessualità, “diversità”, teorie “del gender” e via vagheggiando e vaneggiando.
Riscaldati per bene gli animi soprattutto in Veneto. Inizia il sindaco Luigi Brugnaro di Venezia, accompagnato da Bitonci sindaco di Padova, per terminare con il lungimirante Zaia e giunta regionale completa riguardo alla proibizione di far girare libri “gender” nelle scuole. Il ministro Giannini risponde a coloro che evidentemente ritengono sia meglio affidare questi temi alle sole famiglie e/o alle trasmissioni televisive (avete presente «Il corpo delle donne» di Lorella Zanardo? Ecco la tv “per famiglie” è quella robaccia mostrata lì, contro cui né il Vaticano né i leghisti hanno alzato strepiti).
Pronta la replica di «Manif pour touts Italia»: «La minaccia del ministro Giannini è di una gravità inaudita. La riforma della scuola rende obbligatorio inserire nei piani dell’offerta formativa le tematiche di genere, quasi sempre trattate da associazioni Lgbt e dunque in modo ideologico» afferma l’associazione italiana, che clona l’omonima francese, il cui scopo sarebbe garantire la libertà d’espressione, e difendere la famiglia “naturale” costituita da maschio e femmina contro gli attacchi “omosessualisti”.
Ma in effetti cosa pensa di fare il ministro Giannini? Al di là delle belle (e un po’ vaghe) frasi, difenderà le pari opportunità in un Paese in cui persino l’eguaglianza lavorativa fra uomini e donne resta una chimera per salotti buoni? Oppure lascerà andare le cose al solito, garantendo che la scuola non si occupi di sessismo, diritti, discriminazioni? Come pretendere una salvaguardia delle differenti idee, quando – a Padova e Venezia – Forza Nuova e l’associazione Pro Vita unite riescono a togliere i libri definiti “gender”?
Se le leggi di mercato si impongono e tutto guidano, la richiesta oggi è la mercificazione dei corpi. Anche una parte della scuola risponde, adattando le sue politiche di formazione culturale all’aziendalismo estremo portato avanti dai neoliberisti destroidi quanto sinistroidi.
Bisogna sottolineare comunque come il ministro Giannini abbia volutamente ribadito un concetto utopico, quello delle tanto decantate pari opportunità, il riconoscersi diversi ma per questo davvero tutti uguali, al pari dei diritti, delle speranza e delle opportunità di autodeterminazione.
«Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo» affermava Tiziano Terzani.
La scuola è il luogo dove le diversità cominciano a conoscersi e a convivere insieme, non senza difficoltà, ma – se lo si vuole – nemmeno nell’odio e nella diffidenza del branco dominante. O almeno così dovrebbe.
Intanto – commenta il deputato Alessandro Zan – «all’arcivescovile di Trento è stato adottato un libro di testo che istiga all’omofobia e al bullismo. Che il ministro Giannini intervenga subito».
«Ogni genere di discriminazione circa i diritti fondamentali della persona, sia in campo sociale che culturale, in ragione del sesso, della razza, del colore, della condizione sociale, della lingua o religione, deve essere superato ed eliminato, come contrario al disegno di Dio» si legge nella costituzione pastorale del Concilio Vaticano II, approvata nel 1965 da Paolo VI. E se lo dice il papa… si può anche crederci, visto che sottolinea al meglio le parole d’amore di quel nazareno presumibilmente morto in croce più di due millenni or sono.
C’è da chiedersi quanto il ministro Giannini non abbia in realtà una buona dose di ragione ad affermare che tale crociata sia solo strumentale, per distogliere l’attenzione dalla distruzione dello Stato sociale e dei diritti che però… proprio il suo partito, il Pd, sta portando avanti. Un corto circuito logico?