Ci manca(va) un venerdì – 75

Solitudine, tre super uffici stampa, scarsità, Vasco Rossi, Cioran, Pirandello, Quasimodo e Rat Man nel frullatore di Fabrizio “Astrofilosofo” Melodia. Con una noticina piccina-picciò di db

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«Il nostro grande tormento, nella vita, deriva dal fatto che siamo eternamente soli, e tutti i nostri sforzi, tutte le nostre azioni, non tendono che a fuggire da questa solitudine» scrive con arguzia Guy de Maupassant, autore fra le tante opere del primo racconto di vampiri non umani, «Le Horlà», non a caso considerato una tragedia della solitudine rispetto alla morte e all’ignoto.
Mai come ora la solitudine sembra essere il grande tema inconscio dell’umanità, quel sottile filo conduttore che unisce milioni di persone sempre più nei Social Network e sempre meno nelle piazze, nei bar, nelle biblioteche e in generale nei luoghi fisici di ritrovo.

La solitudine cresce e i social diventano affollati, figli di una società che parrebbe “matrigna” piuttosto che madre, dove si è presi alla gola per la mancanza di lavoro e i pochi lupi spadroneggiano sugli inermi agnelli. In questo panorama desolante, il tessuto sociale ne risulta sempre più sfilacciato e la solitudine naturale degli esseri umani assurge a condizione esistenziale e necessaria per vivere in un mondo percepito – nel migliore dei casi- come incomprensibile, caotico e ostile.
In tutto questo, abili imbonitori vorrebbero convincerci che la scarsità impera e che la torta è troppo piccola per tutte le bocche da sfamare, peggio se sei di colore diverso da quello (biancastro? rosa sporco? grigio-giallo? Chissà di che colore sono i “bianchi”…) dominante. Bisogna affrettarsi e impedire che le tante anime solitarie si impadroniscano dell’unico boccone prima che lo faccia tu.
Il principio di scarsità (presunta) è un’ottima strategia di marketing e funziona più o meno sempre, almeno a giudicare dai tre uffici stampa più forti del momento, ovvero quelli che curano l’immagine di Francesco papa già Bergoglio e dei “vangeli” secondo i due Matteo, ovvero Renzi e Salvini.
Analizzando con attenzione le campagne web marketing di questi tre “simpaticoni” si evince che il messaggio arriva direttamente al punto che vuole colpire, superando i tre secondi di attenzione che le persone comuni riservano al mondo. Ognuno a suo modo dicono: «siete soli in questo mondo, tutti vogliono privarvi di ciò che avete, ma noi sappiamo cosa è giusto, comprateci e vi risolveremo la vita. Cliccate-ci e siate felici».
La solitudine è condizione esistenziale così grave da essere annoverata fra le cause della depressione ma qui viene sapientemente usata, in modo ben poco etico, per guidare, dirigere e governare. I romani avevano un motto: «Divide et impera», dividili e comanderai meglio.
Ben lo ha compreso Vasco Rossi: «Bisogna imparare a stare soli, solo così si può imparare a stare con gli altri, altrimenti ci stai perché ne hai bisogno. Bisogna fare a scuola un’ora di insegnamento alla solitudine, imparare a bastarsi». C’è anche un risvolto feroce e lo enuncia lo scrittore e filosofo Emil Cioran: «L’unico modo di salvaguardare la propria solitudine è ferire tutti, a cominciare da quelli che amiamo».
L’amore nell’universo dei “soli” ha valore solo se fa vendere più Baci Perugina o regali a Natale?
Siamo troppo spesso soli per i più vari motivi; chi per innata inaffettività, poiché nessuno mai gli/le ha parlato con amore: chi è bloccato perché non sa che amore vuole o, peggio ancora, lo sa ma ha paura di farsi male per decidere. Altre persone ancora vivono in cerca di ciò che hanno perduto – davvero o pr finta – e preferiscono stare sole piuttosto che provare nuove strade, magari in compagnia. C’è gente che fugge ogni incontro-confronto. Altri persone non vivono proprio, chiudendo ogni porta.
«La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l’estraneo siete voi» scriveva Luigi Pirandello, che di maschere e solitudine se ne intendeva, con i suoi personaggi dannatamente soli e preda dei ruoli che gli altri hanno loro cucito addosso.
Dunque la solitudine si manifesta attraverso dinamiche insospettabili ma tutte/i la proviamo sulla nostra pelle, nessuno escluso. Chi per scelta, chi per destino, chi per altrui decisione, siamo tutte/i irrimediabilmente soli.
Ci può essere una via d’uscita, talmente semplice… da non essere praticata. Si chiama amore, affetto, presenza, continuità, sincerità: «Le persone che provano a vivere da sole non avranno successo come esseri umani. I loro cuori inaridiranno se non risponderanno ad altri cuori. Le loro menti si restringeranno se ascolteranno solo l’eco dei propri pensieri senza altra fonte d’ispirazione» affermava la scrittrice statunitense Pearl S. Buck, premio Nobel per la letteratura nel 1938.
Contro l’inaridimento dei cuori, l’unica via d’uscita è ritrovarsi negli occhi dell’altra/o, assaporandone odori, voci e pelle, superando paure, diffidenze e cattiverie che sfilacciano ogni rapporto. Ritrovare un senso dell’amore, più libero e realmente universale, dove la fratellanza è una realtà e nessuno di noi sarà più «solo nel cuore della terra, trafitto da un raggio di sole» per parafrasare il poeta italiano Salvatore Quasimodo.
A coloro che cercano le risposte nella solitudine, risponde il supereroe Rat Man, per bocca del suo biografo, il noto fumettista romano Leo Ortolani: «Cos’è la solitudine? domando. Ma nessuno mi risponde».

NOTA PICCINA-PICCIO’

Vi segnalo un curiosa coincidenza. Avevo appena postato in bottega un post – lo vedrete domenica pomeriggio – sull’idea che “nessuno è mai solo” e mi arriva questo Cmuv di Melodia per raccontare la diffusa convinzione che «Siamo tutti, chi per scelta, chi per destino, chi per altrui decisione, irrimediabilmente soli». Qui l’astro-filosofo propone una via d’uscita, io ne racconto un’altra che arriva…dal futuro. La bottega è aperta, entrate senza bussare (db)

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

2 commenti

  • Francesco Masala

    Tutta l’infelicità degli uomini deriva da una sola causa, dal non sapere starsene da soli, in una camera.
    (Blaise Pascal)

    Corrono come se avessero il fuoco sotto il sedere in cerca di qualcosa che non si trova.Si tratta fondamentalmente della paura di affrontare se stessi,si tratta fondamentalmente della paura di essere soli.
    Invece a me fa paura la folla.
    (Charles Bukowski)

    sono d’accordo con Pascal e Bukowski 🙂

  • Francesco Masala

    per coincidenza, sto leggendo “Come stare soli. Lo scrittore, il lettore e la cultura di massa”, di Jonathan Frenzen 🙂

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