Cile: la giustizia ingiusta che…
… assolve i carabineros di Pinochet
di David Lifodi
Hanno presentato ricorso alla Corte di Appello di Rancagua,che di recente ha confermato l’assoluzione in prima istanza dei quattro carabineros che, negli ultimi giorni di ottobre del 1988, uccisero Raúl Pellegrin e Cecilia Magni, i familiari dei due massimi dirigenti del Frente Patriótico Manuel Rodrigúez (Fpmr), l’organizzazione guerrigliera impegnata per anni in una dura battaglia contro il regime militare di Augusto Pinochet e dei suoi sgherri: non facile, in un paese che conta ancora numerosi simpatizzanti della dittatura e rimasto, nel suo profondo, molto conservatore.
Prova ne è la sentenza della Corte d’Appello, secondo la quale non si può affermare con chiarezza che Raúl Pellegrin e Cecilia Magni fossero stati arrestati dai carabineros, quindi torturati, e poi gettati nelle acque del río Tinguiririca: le lesioni e i segni di percosse sul loro corpo, sostiene la Corte, sarebbero state causate dal trascinamento di entrambi i corpi lungo le acque del fiume. Ancora più sconcertanti le dichiarazioni rilasciate sulle pagine web del blog il cui nome si commenta da solo: http://losvalientessoldadosdel73dechile.blogspot.it/. Qui, oltre ad incensare Pinochet secondo il solito ritornello per il quale avrebbe liberato il paese dal comunismo, prima viene rivendicata l’azione dei carabineros, ma poi ne viene riscritto il finale: i militari affrontarono i “terroristi” Pellegrin e Magni che, avendo la peggio, si gettarono nelle acque del río Tinguiririca e trovarono la morte. Sul blog si prosegue sostenendo che all’assoluzione dei carabineros la stampa non ha concesso un grande risalto perché i giornalisti cileni sono in grande maggioranza di sinistra e altre amenità simili. La realtà di quei giorni di fine ottobre del 1988 è ben diversa. Cecilia e Raúl diressero un’operazione militare volta ad occupare alcuni poblados (Aguas Grandes, La Mora, Pichipellahuén,) e a prendere la caserma Los Quenes nell’ambito della Guerra Patriótica Nacional, messa in atto per rispondere al plebiscito indetto il 5 ottobre 1988 da Pinochet allo scopo di prolungare per ulteriori otto anni il suo mandato presidenziale. Di fronte a quella che il Fpmr riteneva una farsa organizzata dal regime per garantirsi una facciata democratica e anche in seguito al trionfo del “no” che sconfisse i gorilla della giunta militare, la guerriglia contestava la democracia tutelada di cui erano artefici la Concertación e la destra, per cui scelse di proseguire con le azioni armate contro l’esercito cileno.Del resto non era la prima volta che il Frente organizzava azioni spettacolari, ad esempio con l’Operación Siglo XX del 1986, volta ad eliminare Pinochet. La comandante Tamara e il comandante José Miguel, questi i nomi di battaglia di Cecilia e Raúl, furono assassinati il 28 ottobre 1988, dopo almeno un giorno di torture selvagge, e i loro corpi apparvero sul río Tinguiririca il 30: Magni aveva solo 31 anni, Pellegrin 30. Il ministro della giustizia Raúl Mera ha sempre preso posizione a favore dei quattro carabineros (Walther Soto, Juan Rivera, Julio Verne e Carlos Bezmalinovic) appoggiando il parere della Corte, per la quale è impossibile che la morte dei due guerriglieri sia avvenuta a seguito delle torture. Eppure il decesso per annegamento non sembra credibile. Il corpo di Raúl mostrava i segni di scariche elettriche su tutto il corpo, oltre ad evidenti lesioni derivanti da percosse, ma in un paese in cui ancora oggi continua ad essere accreditata l’idea che in Cile ci fu una guerra civile da cui derivarono perdite ed episodi delittuosi da entrambe le parti, e non un colpo di stato di ispirazione dichiaratamente fascista, è molto difficile per i familiari delle vittime del regime avere ragione. Inoltre, questo argomento finora non è stato affrontato da nessuno dei candidati che il prossimo 17 novembre designeranno il nuovo presidente del paese: Evelyn Matthei, la candidata della destra pinochettista è figlia di Fernando Matthei, il generale a capo dell’Aviazione che si rifiutò di falsare l’esito del referendum del 5 ottobre, ma si guardò altrettanto bene dal salvare Alberto Bachelet, anch’esso generale, ma fedele ad Allende e padre di Michelle, scelta dalla Concertación per conquistare la Moneda. É in questo contesto che il generale Juan Miguel Fuente-Alba può permettersi di dichiarare, senza alcun sprezzo del ridicolo ma con una faccia tosta che ne denota la sua sicurezza e un’altrettanto certa impunità, la sua mirada umanitaria verso i (troppo pochi) militari accusati per le violazioni dei diritti umani nell’era pinochettista. Un altro tribunale cileno, lo scorso luglio, ha concesso al generale Patricio Jéldrez, condannato per il sequestro e la sparizione di tre persone, il nullaosta per poter viaggiare liberamente in tutta Europa. Raúl Pellegrin e Cecilia Magni avevano raggiunto gli incarichi di maggior prestigio all’interno del Frente nel 1987, a seguito dell’assassinio di Joaquin Valenzuela Levi (il comandante Ernesto che aveva partecipato all’Operación Siglo XX) e la comandante Tamara fu l’unica donna ad occupare un ruolo dirigenziale nell’organizzazione guerrigliera: è da 25 anni che i loro familiari esigono giustizia. “Mio fratello fu torturato e ucciso da Bezmalinovic”, denuncia Carla Pellegrin, la sorella di Raúl, mentre i familiari di Cecilia Magni giurano che la loro battaglia per la giustizia non si fermerà e chiamano in causa lo stato cileno per le numerose stranezze avvenute negli ultimi anni, a partire dallo spostamento del processo da San Fernando a Rancagua, denunciandone l’inattività di entrambi.
Raúl e Cecilia furono due instancabili lottatori sociali, aldilà dei pronunciamenti della Corte: lo stesso non si può dire dei quattro carabineros e di tutta quella zona grigia, ancora oggi troppo ampia, che continua ad identificarsi nei militari che imposero al paese la dittatura e la repressione.
Il Frente Patriotico Manuel Rodriguez come Il MIR furono contrari al referendum del 1988, altre organizzazioni di sinistra non armata, parteciparono dando indicazioni per il no. Considerare pero’ che la Guerra Nacional y Patriotica sia stata lanciata dal FPMR in funzione del referendum e’ per lo meno riduttivo. La Guerra Nazionale e Patriottica e’ la continuazione della Sollevazione Nazionale, abbanbonata dal Partito Comunista Cileno. Questo cambio di linea e’ la ragione del distacco del FPMR dal PCC. Il fronte continuo’ la Sollevazione Nazionale.
Michelle Bachelet, per alcune ragioni, fu vicina fino a referendum, o giu’ di li’ al Fronte.
Raul Pellegrin y Cecilia Magni furono due rivoluzionari comunisti piu’ che lottatori sociali.