Claudio Regeni e l’infamia dell’Egitto

Pena di morte: i tristi record di Usa e Iran. Con la presentazione e il sommario del «foglio di collegamento» del comitato Paul Rougeau

PASSATI 4 ANNI SENZA GIUSTIZIA DAL MASSACRO DI REGENI IN EGITTO (1)

 

Il giovane ricercatore italiano Giulio Regeni scomparve al Cairo il 25 gennaio del 2016. Il suo corpo massacrato fu ritrovato nudo in un canalone il 3 febbraio successivo. Fino ad oggi nessuno è stato perseguito per il delitto compiuto, pressoché sicuramente, dagli apparati governativi egiziani. Per ricordare la terribile vicenda, non ancora conclusa, di Giulio, riportiamo qui di seguito un articolo di Laura Martellini pubblicato sul Corriere della Sera il 17 dicembre.

Roma, «Giulio Regeni torturato in più fasi. E sulla sua morte continui depistaggi»

Il sostituto procuratore Colaiocco e il procuratore facente funzioni Prestipino alla commissione parlamentare d’inchiesta: «Gli egiziani hanno allontanato la verità»

di Laura Martellini

Giulio Regeni è stato vittima di una tortura in più fasi, durata giorni, nel corso della quale gli sono state rotte diverse ossa: una verità dolorosa, quella rilanciata dal sostituto procuratore di Roma, Sergio Colaiocco, e dal procuratore facente funzioni, Michele Prestipino. Nel corso dell’audizione in commissione parlamentare di inchiesta sull’omicidio del ricercatore, Colaiocco ha spiegato: «L’autopsia eseguita in Italia ha dimostrato che le torture sono avvenute a più riprese, tra il 25 e il 31 gennaio 2016. L’esame della salma depone per una violenta azione su varie parti del corpo. I medici legali hanno riscontrato fratture e ferite compatibili con colpi sferrati con calci, pugni, bastoni e mazze. Giulio è morto, presumibilmente il primo febbraio, per la rottura dell’osso del collo».

Bugie e depistaggi

Rivelazioni inquietanti, anche sui numerosi depistaggi: «Molteplici sono stati i depistaggi. L’autopsia svolta al Cairo faceva ritenere che il decesso fosse legato a traumi compatibili con un incidente stradale. Un altro depistaggio – ha spiegato Colaiocco – è stato quello di collegare la morte di Giulio a un movente sessuale. Esistono poi altri due più rilevanti tentativi di sviare le indagini». Il primo si svolse alla vigilia della trasferta dei pm romani del 14 marzo del 2016: «Due giorni prima, un ingegnere raccontò alla tv egiziana di aver visto Regeni litigare con uno straniero dietro al consolato italiano. È tuttavia emerso – ha proseguito il pm – che il racconto era falso, come dimostra il traffico telefonico del professionista, a chilometri di distanza dal consolato. E Giulio a quell’ora stava guardando un film su Internet a casa». Ancora: «L’uomo ha ammesso di avere ricevuto le istruzioni da un ufficiale della Sicurezza nazionale che faceva parte del team investigativo congiunto italo-egiziano. Un disegno voluto per tutelare, come ha riferito poi l’ingegnere, l’immagine dell’Egitto, e incolpare gli stranieri per la morte di Regeni. Su questo episodio – ha affermato Colaiocco – non ci risulta che la procura del Cairo abbia mai incriminato nessuno. Il quarto tentativo è legato invece all’uccisione di cinque appartenenti a una banda criminale morti nel corso di uno scontro a fuoco. Per gli inquirenti egiziani erano legati all’omicidio».

Il ringraziamento di Paola e Claudio Regeni

Così, commossi, commentano gli aggiornamenti e la relazione i genitori di Giulio, Paola e Claudio: «Siamo grati ai nostri procuratori e alle squadre investigative per il lavoro instancabile svolto in questi quattro anni in sinergia con noi e con la nostra legale. Se oggi abbiamo i nomi di alcuni responsabili del sequestro, delle torture e dell’uccisione di Giulio […] lo dobbiamo a loro». «L’intangibilità dei corpi e della vita umana, la tutela dei diritti inviolabili e tra questi il diritto dei cittadini ad avere verità e ottenere giustizia, la dignità di persone e governi sono valori irrinunciabili che devono prevalere su qualsiasi opportunismo politico o personale. Pretendere, senza ulteriori dilazioni né distrazioni, verità per Giulio e per tutti noi è un dovere e un diritto inderogabile» concludono.

Prestipino: «Abbiamo sgomberato il campo da ipotesi fantasiose»

Per Prestipino «l’eccezionalità è che un cittadino italiano sia stato sequestrato, torturato e assassinato in un territorio estero. Alla difficoltà sul fronte delle indagini si aggiungono regole penali in Egitto molto diverse dalle nostre. Siamo riusciti a ricostruire il contesto dell’omicidio, i giorni precedenti al sequestro, l’attività degli apparati egiziani nei confronti di Giulio, culminata col sequestro. Abbiamo sgomberato il campo da ipotesi fantasiose, dall’attività spionistica alla rapina. E iscritto i presunti colpevoli nel registro degli indagati». Un passo dopo l’altro, alla ricerca della verità.”

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(1) Sul caso di Giulio Regeni vedi i numeri: 226, 227, 234 e 252

LA PRESENTAZIONE DEL NUOVO NOTIZIARIO

In questo numero si parla per lo più di ciò che avviene in due Paesi contrapposti, lontani tra loro non solo geograficamente ma anche dal punto di vista culturale e religioso.

Si parla degli Stati Uniti d’America, l’unico Paese occidentale che persevera nell’uso della pena di morte, all’interno del quale il processo abolizionista procede molto lentamente.  

Si parla molto dell’Iran, il Paese in cui si registra il più alto numero di esecuzioni pro capite, che considera la pena di morte un proprio connotato politico-religioso.

Dopo la chiusura di questo numero, il 3 gennaio, vi è stato il vile attacco ordinato dal presidente degli Stati Uniti contro il generale iraniano Qassem Soleimani, attacco che oltre a causare la morte di Soleimani e di altre persone, ha sollevato venti di guerra dalle conseguenze imprevedibili. Tale attacco dimostra la mancanza di etica degli statunitensi ma non mette in ombra le violazioni dei diritti umani commesse dai dirigenti iraniani.

In questo numero non si parla solo di Stati Uniti e di Iran e di quello che accade oggi nel mondo. Non manca un articolo “storico” sulle esecuzioni che si verificavano in passato a Nottingham, che riporta alcune date importanti nel processo abolizionista in Europa.

Vi ricordo che gli articoli pubblicati nei numeri precedenti del Foglio di Collegamento, ai quali rimandano le note in calce ad alcuni articoli di questo numero, si trovano nel nostro sito www.comitatopaulrougeau.org

Giuseppe Lodoli per il Comitato Paul Rougeau

FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

Numero 266 – Dicembre 2019

SOMMARIO

Comunicato stampa di Amnesty International sulla repressione in Iran

Il Tennessee uccide sulla sedia elettrica Lee Hall, ormai cieco

L’ultima esecuzione del 2019 negli USA

22 Esecuzioni capitali negli Stati Uniti nel 2019

Passati 4 anni senza giustizia dal massacro di Regeni in Egitto

Gli ultimi 10 criminali impiccati a Nottingham

Notiziario: Arabia Saudita, Botswana, Giappone, Iran, Nigeria, USA

Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 31 dicembre 2019

(*) I numeri arretrati del Foglio di Collegamento, ai quali si riferiscono le note in calce agli articoli di questo numero, si trovano nel sito: www.comitatopaulrougeau.org/fogli-di-collegamento-precedenti

AIUTIAMOCI A TROVARE NUOVI ADERENTI

È di vitale importanza per il Comitato potersi giovare dell’entusiasmo e delle risorse personali di nuovi aderenti. Pertanto facciamo affidamento sui nostri soci pregandoli di trovare altre persone sensibili alla problematica della pena di morte disposte ad iscriversi alla nostra associazione.

Cercate soci disposti anche soltanto a versare la quota sociale.

Cercate soci attivi. Chiunque può diventare un socio ATTIVO facente parte dello staff del Comitato Paul Rougeau.

Cercate volontari disposti ad andare a parlare nelle scuole dopo un periodo di formazione al se­guito di soci già esperti.

Cercate amici con cui lavorare per il nostro sito Web, per le tradu­zioni. Occorre qualcuno che mandi avanti i libri in corso di pubblicazione, produca magliette e mate­riale promozionale, orga­nizzi campagne e azioni urgenti, si occupi della gestione dei soci, della raccolta fondi ecc.

Se ogni socio riuscisse ad ottenere l’iscrizione di un’altra persona, l’efficacia della nostra azione aumenterebbe enormemente!

ISTRUZIONI PER ISCRIVERSI AL COMITATO PAUL ROUGEAU

Per aderire al Comitato Paul Rougeau invia un messaggio e-mail all’indirizzo prougeau@tiscali.it con una breve autopresentazione e con i tuoi dati. Appena puoi paga la quota associativa sul c. c. postale del Comitato Paul Rougeau.

Le quote associative annuali sono le seguenti:

Socio Ordinario € 35

Socio Sostenitore € 70

L’edizione e-mail del Foglio di Collegamento è gratuita per tutti, soci e non soci, chiedila a: prougeau@tiscali.it

Versa la tua quota associativa sul c. c. postale n. 45648003 intestato al Comitato Paul Rougeau,

IBAN: IT31Q0760112600000045648003, specificando la causale.

Le tre vignette – scelte dalla “bottega” e pescate in rete – sono di Rouge; come si capisce dalle bandierine, la prima si riferisce all’aspirante boia Bolsonaro e la seconda alla Turchia del già boia Erdogan.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

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