CODELCO, il sub-imperialismo cileno

di Alberto Acosta, Carlos Zorrilla

Tratto da Rebelion.
Traduzione a cura di Giorgio Tinelli per Ecor.Network.

“Un giorno l’America avrà una voce da continente, una voce da popolo unito.
Una voce che sarà rispettata e ascoltata;
perché sarà la voce di popoli che sono padroni del proprio destino”.
Salvador Allende

L’Ecuador è un paese relativamente nuovo nel mondo dell’estrazione mineraria transnazionale. Dopo alcuni tentativi falliti tra la fine del secolo scorso e l’inizio del presente, dal 2009 queste terre andino-amazzoniche hanno conosciuto una valanga di compagnie minerarie. (1)
Ce ne sono di grandi, medie e piccole. Private e statali. Per tutti i gusti e gli usi. Le juniores ad aprire le porte alle big. Quelle di stato per vincere la resistenza delle comunità che da decenni si battono contro l’attività mineraria transnazionale. E tutte per consolidare ulteriormente la posizione dell’Ecuador come paese-prodotto, oltre ad essere un paese coltivatore di cacao, di banane, allevatore di gamberetti, floricoltore, un paese produttore di petrolio…ora vogliono trasformarlo in un paese minerario.

L’attività mineraria s’impone a sangue fuoco

Nelle aree dove si insediarono le grandi compagnie minerarie, come Morona Santiago, Zamora Chinchipe, Azuay, o la zona di Intag nella provincia di Imbabura, il mega-mining è scritto “a lettere di sangue e fuoco” (per dirla con Karl Marx, nella sua analisi dell’accumulazione originaria in Inghilterra).

La mancanza di rispetto per la Costituzione e le leggi è all’ordine del giorno. La criminalizzazione, gli sfratti, le vessazioni, le persecuzioni e gli omicidi di oppositori di progetti estrattivisti sono comuni nel mondo minerario, avvengono anche in Ecuador. Oltre agli irregolari e abusivi acquisti di terreni e agli sgomberi con il concorso della forza pubblica, fanno la loro comparsa i meccanismi di controllo del territorio messi in atto dalle compagnie minerarie – soprattutto attraverso pratiche clientelari di cooptazione – con il puntuale sostegno e protagonismo dei governi che non mancano di reprimere violentemente chi critica o si oppone al mega-mining per assicurare il controllo sui territori.
Questa è la situazione di violenza e irregolarità in questo piccolo paese andino, tutta l’attività mineraria, a cominciare da quella che viene presentata come “legale”, è carica di illegalità. Anche le consultazioni popolari per proibire l’attività mineraria, che prendono forma dopo complesse lotte che poggiano su indubitabili basi costituzionali, sono olimpicamente disattese.(2)
Eppure, in varie parti del paese, le comunità resistono, come vediamo a Intag, Tundayme, Girón, Nankints, Río Blanco, Sinangoe, Cuenca, Buenos Aires e altri territori minacciati dell’avidità mineraria.

CODELCO mette il suo sguardo su mezzo mondo

Concentriamo la nostra attenzione su Intag, regione paradigmatica di queste lotte, la cui lunga resistenza ha a che fare con un paio di compagnie statali: CODELCO (Corporacion Nacional del Cobre) dal Cile e ENAMI dall’Ecuador. Non vale la pena perdere tempo con la seconda: è un costrutto giuridico di carta, senza esperienza né capitale, ma che svolge il ruolo di portabandiera degli interessi nazionali, aprendo la porta alle multinazionali. Mentre CODELCO, dal 2012, durante il governo di Rafael Correa, ha assunto il ruolo di ariete per abbattere muri, cancelli e altri ostacoli che potrebbero fermare l’espansione mineraria in quella meravigliosa valle andina.

Nonostante sia il megaprogetto più antico del Paese, il progetto è in standby da novembre 2018, quando è stata completata la prima fase di esplorazione avanzata. Da quella data le società hanno atteso il via libera per ampliare l’esplorazione, senza ottenerlo, per ragioni che analizzeremo in seguito.

Llurimagua è il progetto a cui ci riferiamo. Qui la società statale cilena CODELCO, attraverso la sua controllata Exploraciones Mineras Andinas Ecuador EMSAEC S.A., intende avviare un progetto che avrebbe una vita utile di 27 anni, durante i quali verrebbero estratte 210.000 tonnellate di rame all’anno. (3)
A dicembre 2021, l’investimento effettuato era stimato in circa 60 milioni. (4)
Non ci è stato possibile arrivare ad avere informazioni sulla stima del ricavato totale del progetto. Llurimagua potrebbe comportare il trattamento di un totale di 1.360 milioni di tonnellate di minerale (5), il che lo renderebbe uno dei più grandi progetti minerari dell’Ecuador.
In termini di potenziali impatti fisici e ambientali, il contesto dell’area e la tecnologia proposta, nonché i grandi rischi di contaminazione da metalli pesanti e drenaggio acido delle miniere, fanno di Llurimagua “il peggiore dei peggiori scenari”, secondo la diagnosi del ingegnere minerario Steve Emerman. Questa è stata la conclusione dell’esperto geologico dopo una visita in loco all’area mineraria nel 2019. (6)

Il peggior scenario minerario in vista

Quell’incubo si configurerebbe da diversi impatti manifestamente prevedibili. Intag non è il deserto di Atacama, dove CODELCO ha le sue miniere di rame.
A Intag, la miniera si troverebbe nella zona cuscinetto del Parco Nazionale Cotacachi-Cayapas, una delle regioni più ricche di biodiversità del pianeta, ricca di foreste umide, abitata da decine di comunità contadine. Pertanto, lo sfruttamento minerario causerebbe gravi impatti ambientali, oltre a gravi effetti sulla ricchezza sociale e culturale.

La Cordillera del Toisan, dove si trova il giacimento di rame, contiene numerose faglie geologiche ed è topograficamente molto accidentata, cosa che comporterebbe notevoli rischi sismici. Tutto ciò aumenta notevolmente il rischio di crollo di bacini di decantazione e smottamenti del territorio e, di conseguenza, la contaminazione delle acque. Né si possono ignorare gli impatti perpetui di questo tipo di attività estrattivista, visto ci sono chiari indizi che il rame di Junín sia situato molto in profondità (secondo il rapporto giapponese del 1996) (7). A ciò si aggiunge l’alto contenuto di arsenico, piombo, cadmio e altri metalli pesanti nel giacimento di porfido (cosa che causerebbe il drenaggio acido della miniera) (8). Tutto ciò fa sì che l’attività mineraria sia molto più distruttiva per l’ambiente, e l’estrazione del rame molto più costosa dal punto di vista economico, senza considerare i costi reali di riparazione e rimborso delle persone che saranno colpite, per non parlare dei costi di riparazione e ripristino della Natura come stabilisce la Costituzione del 2008.

Oltre a quanto esposto sopra, va notato che le foreste pluviali di Intag appartengono a uno dei più importanti hotspot di biodiversità nelle Ande tropicali. All’interno della concessione mineraria sono state individuate decine di specie di piante, mammiferi, anfibi, pesci e uccelli in via di estinzione. Tra le tante, l’orso dagli occhiali e la scimmia dalla testa bruna (uno dei primati più minacciati al mondo); comprende anche un pesce del gruppo delle preñadillas (Astroblepus ubidiai) e la rana di cristallo di Lynch, segnalata durante la ricerca finalizzata alla redazione dell’ultimo Studio di Impatto Ambientale nel 2018 (9). Notiamo inoltre che la zona è estremamente ricca di anfibi, essendo abitata da una rana appartenente al genere Ectopoglossus, nonché la rana dal “muso arlecchino” (Atelopus longirostris); la prima, secondo il Centro Jambatu, è nuova alla scienza ed è già in via di estinzione, la seconda, ufficialmente estinta e riscoperta nel 2016, secondo l’Unione Mondiale per la Natura (IUCN). Queste sono specie che esistono solo in quella regione del pianeta, quindi la loro estinzione sarebbe di portata globale. Ma non solo, nella misura in cui gli studi sono ancora incompleti, lì si continueranno a scoprire nuove specie uniche al mondo.(10)

Il Bosque Protector Los Cedros si trova invece a pochi chilometri dalla concessione mineraria di Llurimagua, tanto da condividere lo stesso ecosistema e le stesse altitudini. Gli studi scientifici condotti da decenni nel Bosque Protector Los Cedros lo dimostrano. Lì, 231 specie in via di estinzione sono state segnalate nelle categorie di vulnerabili, in pericolo e fortemente minacciate. Va anche osservato che a fine 2021 la Corte Costituzionale, con una sentenza storica (11), ha vietato l’attività estrattiva in quella regione per i suoi gravi effetti sui Diritti della Natura e sui diritti ambientali, l’acqua e il suo ciclo vitale come diritto umano fondamentale, e così anche il diritto alla consulta ambientale. La sentenza della Corte ha effetti vincolanti, ovvero si crea giurisprudenza in casi simili. In realtà i Diritti della Natura vanno al di là di queste foreste protette, poiché non comprendono esclusivamente aree protette o specie minacciate, ma Madre Terra nel suo insieme.

Insomma, l’attività mineraria con la deforestazione che ne deriva, andrebbe a colpire un’area di grande importanza ecologica per la sua biodiversità. Il suo sviluppo renderebbe quasi impossibile la sua conservazione, che svolge anche un ruolo indispensabile nella protezione e nella distribuzione dell’acqua.
C’è da considerare che la zona è estremamente ricca di risorse idriche. All’interno della concessione sono presenti 43 sorgenti di fiumi e torrenti. Lo studio sull’impatto ambientale giapponese ha indicato che l’acqua sarebbe contaminata da piombo, arsenico, cromo, cadmio e altre sostanze tossiche. Le sue pendici sarebbero gravemente colpite. C’è anche preoccupazione per l’impatto sulle acque sotterranee nell’area mineraria. Stando così le cose, l’attività mineraria contaminerebbe la regione e i bacini di numerosi fiumi che sfociano nel Pacifico.

Oltre a incidere sulla vita, andrebbe a distruggere il tessuto comunitario degli abitanti della regione, la cultura e la storia dei popoli, poiché Intag è un’area in cui sono presenti siti archeologici pre-incaici di culture diverse, che scomparirebbero con l’attività mineraria. E, per chiudere questo punto, in questa regione c’è una lunga lista di attività produttive – agricole, turistiche, artigianali – che costituiscono una realtà e un potenziale economico molto più consistente di quello minerario, a livello di generazione di occupazione e lavoro, e soprattutto di costruzione di una vita degna per gli esseri umani e non.

Boric saprà quello che fa CODELCO in Ecuador?

A quanto trattato finora si aggiunge una molteplicità di violazioni legali e costituzionali relative al progetto minerario di Llurimagua e al resto del settore minerario. L’elenco di questi abusi è notevole, per motivi di spazio ne segnaliamo solo alcuni:

– Dopo l’espulsione della società giapponese Bishimetal nel 1997 da parte della comunità Intag, i tentativi di imporre il mega-mining non si sono fermati. Ai giapponesi sono seguiti i canadesi dal 2002, quando la concessione mineraria è stata consegnata a un avvocato ecuadoriano come unico offerente di un’asta “pubblica”: concessione che poi è stata ceduta alla società canadese Ascendant Copper.
– Ascendant Copper creò una banda di paramilitari con i quali nel novembre 2006 tentò di entrare violentemente a Barcellona-Cerro Pelado, con l’unico risultato di essere respinti dalle comunità. Un mese dopo, la società tentò di nuovo di entrare alla sua concessione attraverso la comunità di Junín, ma anche allora non ebbe successo e i paramilitari furono presi dalla comunità. Anche questa società canadese ha dovuto ritirarsi a causa dell’azione decisa della comunità Intag.
– Le violazioni della Costituzione del 2008 iniziano con il mancato rispetto del Mandato Minerario del 18 aprile dello stesso anno. Proseguirono poi con l’imposizione della legge mineraria nel gennaio 2009 senza rispettare la disposizione costituzionale riguardo la consultazione prelegislativa dei popoli originari. L’assenza di consultazioni ambientali, svolte nel rispetto delle norme stabilite, anche a livello internazionale, è stata ed è una costante. Intag non ha fatto eccezione.
– Nell’aprile 2019, il Difensore Civico del Popolo dell’Ecuador ha pubblicato il suo rapporto (12) sul progetto minerario di Llurimagua, in cui rivela e denuncia gravi violazioni dei diritti umani e collettivi, come conseguenza dell’implementazione del progetto minerario di Llurimagua.
– Nel marzo 2019, l’Ufficio del Controllore Generale dello Stato ha pubblicato il suo rapporto sull’Esame Speciale (13) del progetto minerario di Llurimagua, in cui documenta dozzine di gravi violazioni da parte della società CODELCO e di funzionari di diverse istituzioni statali che si sono susseguiti lungo i più di quattro anni di attività nella zona. Le violazioni e le illegalità sono così estese e di tale portata che il Controllore ha richiamato l’attenzione delle istituzioni preposte per non aver insistito sulla scadenza del progetto minerario.
– Né è stata rispettata la natura vincolante della dichiarazione di Cotacachi come Cantone Ecologico, a partire dall’anno 2000. Solo la Corte Costituzionale, alla luce della nuova Costituzione, potrà mettere in dubbio la validità dell’ordinanza e ad oggi non lo ha fatto.
– All’inizio del 2019, il governo di Cotacachi ha approvato l’ordinanza municipale che afferma la creazione dell’Area di Conservazione e Uso Sostenibile Municipale di Intag-Toisán, che impone limitazioni all’uso delle risorse naturali ed esclude le attività minerarie. Questa risoluzione non è stata rispettata.
– Perciò stesso, per dare enfasi all’importanza dell’area, a inizio 2019 l’UNESCO ha dichiarato la provincia di Imbabura un Geoparco Mondiale, il primo in Ecuador. I territori considerati geoparchi devono essere gestiti secondo criteri di enorme responsabilità a partire dalle linee della conservazione, dell’educazione e del turismo. Dichiarazione che, ovviamente, fino ad ora non ha avuto alcun effetto per garantire l’integrità ecologica della zona.

Un discorso a parte meritano le violenze utilizzate in Intag per imporre la società CODELCO e la società statale ecuadoriana ENAMI.
Queste società infatti sono state complici nella sistematica violazione dei diritti umani e nell’aggressione del maggio 2014, durante il governo Correa, in cui, tramite l’occupazione della polizia con quasi 400 effettivi armati, furono installate con la violenza queste società minerarie nella selva comunitaria. Nello stesso anno, in violazione delle norme legali, Javier Ramírez, un leader della comunità, fu catturato e imprigionato, e Hugo Ramírez, un membro della comunità di Junín, fu perseguitato per cinque anni. Vale a dire, la presenza di CODELCO è nata con la violenza, unica maniera per spezzare la lunga resistenza pacifica della comunità.

Da quando CODELCO è presente, le azioni svolte dalla comunità per difendere i propri diritti sono state parecchie. Ne ricordiamo un paio degli ultimi due anni a mò di esempio:

– Nel 2020 la società civile di Intag presentò una richiesta di Misure Cautelari basate sulla violazione dei Diritti della Natura. Il processo è stato vinto in primo grado, ma è stato respinto in appello a causa di errori procedurali del tribunale di primo grado.
– Il 30 novembre 2021, rappresentanti delle quattro comunità all’interno dell’area di influenza hanno presentato un’altra Azione di Protezione basata sulla violazione dei Diritti della Natura e sulla mancanza di consultazione ambientale.(14)
Vale la pena ricordare che la Corte Costituzionale, nella sentenza favorevole al Bosque Protector los Cedros di fine 2021, aveva riconosciuto che la consultazione ambientale (15) è fondamentale e deve essere svolta prima della consegna del registro e della licenza ambientale. Pertanto, neanche vi è spazio per la concessione di un nuovo registro ambientale per correggere queste irregolarità.

La transnazionale cilena ha continuato ad operare senza far caso a questi reclami e neanche alle molteplici osservazioni di varie istanze di controllo statale. L’elenco delle irregolarità commesse è lungo e le osservazioni su tutte le illegalità sono state notificate ai direttivi della società.

CODELCO, di fatto, non ha accolto le osservazioni tecniche e giuridiche ricevute. Al contrario ha cercato, in collusione con funzionari dei governi di Rafael Correa e Lenín Moreno, di raggiungere accordi sottobanco, situazione che non è cambiata con il governo di Guillermo Lasso. Il suo operato viola la Costituzione, la legge sulle imprese pubbliche e la legge sulle miniere. E non solo, in due occasioni ha presentato reclami internazionali per far valere ciò che considera suoi diritti violati.

A Natale 2021, CODELCO, in base all’accordo tra Ecuador e Cile per la Promozione e Protezione Reciproca degli Investimenti, ha proposto l’avvio di un arbitrato contro l’Ecuador davanti al Centro Internazionale per la Risoluzione delle Controversie sugli Investimenti tra Stati e Cittadini di Altri Stati, noto come ICSID . Mesi prima aveva già sollecitato un altro arbitrato davanti alla Camera di Commercio Internazionale. Non è la prima volta che le compagnie minerarie transnazionali ricorrono all’arbitrato internazionale per recuperare i propri investimenti e ricattare lo Stato. La canadese Copper Mesa (ex Ascendant Cooper), che operava in Intag, lo fece nel 2011.
Data la gravità degli eventi, la stampa ecuadoriana inizia gradualmente a rivelare informazioni s’una relazione complessa e oscura tra CODELCO e lo Stato.(16)
Tanto che in un recente articolo di un giornale, che elenca le oscure relazioni di CODELCO con i governanti ecuadoriani, il titolo chiede: “Boric sa cosa sta facendo CODELCO in Ecuador?”.(17)

La minaccia di un rinnovato subimperialismo (18)

In Ecuador sono esauriti i contatti con le autorità statali. Per questo motivo le più importanti organizzazioni della società civile dell’Intag hanno cercato in tre occasioni di contattare i presidenti del Cile.
Non c’è stata nessuna risposta.

In questo momento di profondi cambiamenti in Cile, sarebbe un peccato se questo Paese, attraverso la sua compagnia statale, cercasse di approfittare della fragilità istituzionale dell’Ecuador. In questo caso specifico, l’impresa cilena assume il ruolo di una transnazionale con tutti i suoi difetti e trucchi. Ciò non può in alcun modo essere accettato come cooperazione orizzontale. Insistiamo sul fatto che CODELCO, come azienda statale, ha contribuito a spezzare la resistenza delle comunità alzando la bandiera del nazionalismo per un progetto che inizialmente si presentava come un progetto di “statale ecuadoriano” guidato dall’ENAMI.

Questa perversa alleanza di imprese statali mostra che il superamento della proprietà privata non assicura una diversa politica estrattivista e, cosa peggiore, non assicura il superamento dell’estrattivismo. Ricordiamo che le azioni delle imprese statali sono quasi sempre motivate dalle richieste del mercato mondiale, e in alcune occasioni si sono rivelate molto più dannose di quelle delle stesse multinazionali, poiché cadono sulle comunità in nome dell’interesse nazionale.

Sostenere progetti in corso e persino concessioni consegnate in violazione delle norme costituzionali e legali per non ledere gli interessi privati ​​è un’aberrazione, tanto più se queste situazioni portano a gravi danni alle comunità e alla Natura. Sostenere, ad esempio, che lo Stato abbia già consegnato dette concessioni anche quando le loro basi sono decisamente illegali e pretenderne il rispetto, costituisce a dir poco uno sbaglio. A dirla tutta, si sa per certo che i rappresentanti delle società minerarie e i loro avvocati, cioè le imprese – tra cui CODELCO – conoscevano perfettamente il quadro costituzionale e giuridico dell’Ecuador che dovevano rispettare…anche quando i governi non li rispettano, né esigono il loro rispetto.

Ci auguriamo che i venti di cambiamento in Cile correggano questo tipo di attività inquadrate in pratiche subimperialistiche che non sono, né possono essere, la base per relazioni di rispetto e unità tra popoli fratelli – come rivendicava il presidente Salvador Allende – e ancor meno per sintonizzarci in maniera armoniosa con la nostra Madre Terra. In questo momento in cui il Cile sta scrivendo una nuova storia cambiando la costituzione imposta dalla dittatura di Pinochet, è necessario che si ritrovi – anche costituzionalmente – con i suoi vicini della regione. Il Cile deve agire per dare impulso a un processo di integrazione basato sulla cooperazione e la solidarietà, includendo il rispetto dei diritti e delle istituzioni dei paesi vicini.

Le nuove autorità di governo cilene e la Assemblea Costituente, che suscitano tante aspettative e speranze nella Nostra America, che possono contare sulla nostra attiva solidarietà, hanno un’enorme responsabilità. Non devono dimenticare che Intag, nella sua lotta per la vita, la terra e l’acqua, non si arrende. Le loro comunità resistono da ventisette anni: è la loro essenza e sentimento, oltre che loro diritto costituzionale. E continueranno a farlo tutte le volte che sarà necessario.

Gli autori:

Alberto Acosta è un economista, Ministro dell’Energia e delle Miniere (2007), Presidente dell’Assemblea Costituente dell’Ecuador (2007-2008).

Carlos Zorrilla è residente in Intag, agricoltore, ambientalista, fotografo, scrittore, partecipante alla revisione delle industrie estrattive della Banca Mondiale.


Note:

1) Su questa evoluzione vedi in: Alberto Acosta, John Cajas-Guiarro, Francisco Hurtado, William Sacher (2020): El Festín Minero del Siglo XXI – ¿Del ocaso petrolero a la pandemia megaminera?, Abya-Yala, Quito. Disponibile su https://www.pachamama.org.ec/wp-content/uploads/2021/03/FESTIN-MINERO.pdf
2) Su queste consultazioni vedi in: Alberto Acosta; “La naturaleza reta a la democracia – Ecos de la consulta de Kimsacocha”, marzo 2019. Disponibile su https://rebelion.org/ecos-de-la-consulta-de-kimsacocha/  e Alberto Acosta, “El Agua, fuerza motriz de la Naturaleza – Su emancipación por la senda de las consultas populares”, marzo 2021. Disponibile su https://www.aporrea.org/tiburon/a301480.html
3) Vedi la nota Minería Pan-Americana: “Acuerdo entre Codelco y Enami se definirá pronto”, 20 novembre 2019. Disponibile su: https://www.mineria-pa.com/noticias/acuerdo-entre-codelco-y-enami-se-definira-pronto/
4) Informazioni tratte da: https://www.infobae.com/america/agencias/2021/12/24/chilena-codelco-acude-a-tribunal-arbitral-del-bm-por-yacimiento-minero-en-ecuador/
5) Inteso come materiale estratto dal sottosuolo dal quale possono essere estratti i minerali ricercati dopo il suo processamento.
6) Alla fine della vita della miniera, secondo stime approssimative, si accumuleranno complessivamente circa 750 milioni di metri cubi di fanghi contaminati (4,5 volte il volume del lago San Pablo nella provincia di Imbabura) e circa 675 milioni di tonnellate di rifiuti solidi (7,5 volte il Panecillo de Quito). Nello stesso periodo il consumo idrico sarà di 31,5 milioni di litri di acqua al giorno: 1,5 volte in più rispetto al consumo giornaliero della città di Ibarra, capoluogo della provincia indicata, che ha circa 120.000 abitanti.
7) Vedi su https://openjicareport.jica.go.jp/661/661/661_706_11282761.html
8) Inteso come formazione di acque acide, ricche di solfati e metalli pesanti. Ciò è causato dalla lisciviazione dei solfuri metallici e della pirite presenti nei carboni. Ciò avviene mediante due processi: ossidazione abiotica e ossidazione biotica. E questi scarichi possono durare letteralmente centinaia di anni.
9) Vedi su: https://www.enamiep.gob.ec/wp-content/uploads/downloads/2019/01/EIA-LLurimagua-Complementario.pdf
10) Intag è considerato uno dei luoghi dove c’è più certezza che si troveranno nuove specie. Guarda la mappa su: https://mol.org/patterns/discovery
11) La sentenza della Corte è disponibile all’indirizzo https://www.corteconstitucional.gob.ec/index.php/boletines-de-prensa/item/1262-caso-nro-1149-19-jp-21-revisi% C3% B3n-de-sentencia-de-acci%C3%B3n-de-protecci%C3%B3n-protective-forest-los-cedros.html
12) Disponibile su: https://cedhu.org/noticias/13-noticias-cedhu/145-resumen-del-informe-de-la-defensoria-del-pueblo-sobre-el-proyecto-llurimagua-de-enami-ep-codelco
13) Vedi Report disponibile su:  https://www.contraloria.gob.ec/WFDescarga.aspx?id=57938&tipo=inf
14) L’udienza in prima istanza per questa causa ha avuto luogo mercoledì 19 gennaio 2022: la denuncia contro l’attività mineraria è stata respinta.
15) Oltre alla consultazione ambientale come diritto costituzionale per l’intera società (articolo 398), vi è una consultazione preventiva libera e informata per i popoli indigeni (articolo 57,7). Esistono due tipi di consultazioni aggiuntive: la consultazione popolare “su qualsiasi materia” (articolo 104) e la consultazione pre-legislativa per i popoli indigeni prima dell’approvazione di qualsiasi legge che li riguardi (articolo 57,17).
16) Segnaliamo, ad esempio, il report di PRIMICIAS: “Salen a la luz los trapos sucios de los acuerdos con la minera Codelco” https://www.primicias.ec/noticias/en-exclusiva/trapos-sucios-acuerdos-minera-codelco-enami-arbitrato/
17) Vedi su https://www.elmonominero.com/?p=2304
18) Il subimperialismo, secondo Ruy Mauro Marini (“La acumulación capitalista y el subimperialismo”, 1977; disponibile su: http://www.marini-escritos.unam.mx/052_acumulacion_subimperialismo.html), allude al fatto che le dittature militari brasiliane facevano coincidere gli interessi della borghesia con gli interessi della nazione, promuovendoli a livello internazionale. In altri casi si è parlato del subimperialismo cileno, argomento che, per ragioni di spazio, non viene approfondito in questo breve testo.

alexik

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