Collettivo di fabbrica GKN: il decalogo

Condividiamo la sintesi infografica della Piattaforma presentata al Consiglio di fabbrica della ex GKN di Firenze il 15 maggio 2022 (*)


GKNBozzaProposta15maggio-1.pdf

facebook pagina coordinamento GKN

Queste 10 infografiche non sono nient’altro che la versione ridotta del testo che il collettivo di fabbrica Gkn ha presentato all’assemblea nazionale del 15 maggio: «Insorgiamo, un processo, un metodo».

Questo testo aveva il compito di provare a riassumere alcune delle lezioni e delle consegne di questo anno di assemblea permanente in Gkn e di Insorgiamo.

Nonostante l’arrivo delle elezioni, il metodo e il processo proposto mantengono tutta la loro forza. Anzi, la accrescono.

Abbiamo detto che il 26 marzo non doveva essere una singola data, ma la tappa di un processo. Vi abbiamo chiesto di tenervi libere e liberi per l’autunno. Abbiamo detto che Gkn e Firenze stavano cercando in tutti i modi di cedere il testimone del processo a altre piazze e altre realtà.

Perché non c’è niente di personale in quello che stiamo facendo e tutto di collettivo. Ci stiamo provando con tutte le nostre forze. E per quanto le circostanze non sono favorevoli – e quando mai! – presto speriamo di poter ulteriormente dettagliare le prossime tappe. Intanto trovate già aggiornamenti e scadenze nel punto 10.

Le infografiche che vedete sono il frutto della collaborazione tra il collettivo Chrono e il Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

@ChronoCol fa parte di quella galassia di solidali che si è messa a disposizione della lotta Gkn, in maniera generosa e disinteressata, partendo dall’idea che attorno alla lotta Gkn e al processo #insorgiamo oggi si giochi un pezzo del nostro futuro.

Dal @Collettivodifabbricagkn e da @InsorgiamoconilavoratoriGkn i nostri più grandi ringraziamenti. La famiglia è allargata e si allarga.

Per questo, per altro, per tutto.

Fuori dalle loro emergenze, dentro la nostra urgenza.

Senti il vento, fa che sia bufera. Insorgiamo? Dimmi dove.

#insorgiamo #stopwar #senzatregua #venderemocaralapelle #PeopleNotProfit

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Per questo, per altro e per tutto

A conferma della capacità del collettivo di fabbrica della GKN di aver contribuito a creare un insieme di mobilitazioni e una visione complessiva delle questioni politiche e sociali, attuali e di lungo respiro, il comitato dopo le recenti precipitazioni atmosferiche nella zona di Firenze, mercoledì 17 agosto la pagina FB di supporto ai lavoratori GKN scrive:

Da tempo ne discutiamo nelle nostre assemblee, negli incontri in vista dell’autunno, nei campeggi e nei dibattiti estivi: oggi parliamo di caldo torrido e di siccità, tra poche ore potremmo parlare di nubifragi e alluvioni.
Non vi preoccupate, non siamo di quelli che in pandemia diventano medici e meteorologi non appena si parla di cambiamenti climatici.
Ma ne parliamo, perché il cambiamento climatico, così come la pandemia, è anche un fatto sociale e non solo scientifico.
L’esperienza e le evidenze degli anni passati ci dicono che tutto ciò che poteva succedere sta accadendo.
Il caldo torrido è un fatto sociale, cambia il nostro quotidiano, rende più difficile, più faticoso e più pericoloso lavorare in strada, in cantiere, in fabbrica.
I nubifragi sono un fatto sociale perché in pochi minuti possono spazzare via anni di lavoro, di risparmi e di sacrifici, quelli che questo sistema ci impone per comprarci una macchina o pagare il mutuo di casa.
I cambiamenti climatici sono un fatto dovuto all’azione dell’uomo e sono il risultato di anni e anni di politiche il cui unico baricentro sta nella privatizzazione dei guadagni e la socializzazione dei costi.
Oggi amministratori locali e politici, davanti alle immagini di strade trasformate in fiumi, si sbracciano nel parlare di “emergenza”, di “eventi eccezionali e senza precedenti”. 
Ma non si tratta di una “emergenza” e le responsabilità non stanno nella contingenza.
La responsabilità non è di un sindaco o di un assessore, non sta in un singolo ufficio o in un particolare mancato controllo.
La responsabilità è politica e pesa sulle spalle di tutti coloro che minimizzano. La responsabilità è di tutti coloro che sono complici del sistema che sta producendo questo disastro e che mentre ci fanno la ramanzina per la raccolta differenziata inviano armi, bombardano oppure continuano a parlare di fossile e rigassificatori.
Noi vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza alla popolazione colpita dalle inondazioni nella zona a sud-est di Firenze, in special modo Grassina ed Antella, e invitarli a mobilitarsi, organizzarsi, scendere in piazza e lottare.
Vorremmo sottolineare alcuni fatti e porre alcune domande.
Mentre si parla di evento “eccezionale”, si sta prendendo in considerazione l’idea che questa potrebbe diventare una dinamica “ordinaria” nei prossimi anni?
Come si stanno organizzando le amministrazioni locali per richiedere, non interventi una tantum, ma strutturali di prevenzione e fondi, mezzi e personale per i soccorsi?
Mentre si parla di “imprevedibilità” dell’evento, qualcuno ci può dire quanti chilometri di fiume sono stati interrati negli anni proprio in quel territorio? Quanti chilometri di fiume stanno ancora interrando per costruire la terza corsia dell’autostrada?
Un’altra grande opera di cui poco si sta parlando perché all’apparenza sembra utile, a partire da tutti i lavoratori e le lavoratrici costretti ad utilizzare il tratto autostradale da Incisa a Calenzano come fosse una tangenziale.
Anche questo, però, è un cortocircuito che dobbiamo a scelte concorrenziali tra i giganti della logistica, del trasporto su gomma. Interessi privati, quindi, che provocano costi di cui è la collettività a farsi carico: costi economici, ambientali e quindi sociali.
Per questo, per altro e per tutto” non è solo uno slogan ma una necessità che riscontriamo in ogni urgenza, indissolubilmente legata ad altre contraddizioni e altre criticità.”

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

4 commenti

  • Quando ci chiedete perché una vertenza operaia converge con la lotta per la giustizia climatica, potremmo rispondervi in mille modi. Tutti fondamentalmente pratici. Intanto è venuto giù il mondo e il presidio è stato abbattuto, per la seconda volta. E per l’ennesima volta lo tireremo su.
    Riprenderemo le attività di supporto e convergenza, parlando della nostra lotta e parlando contemporaneamente del climate camp a Venezia, della climate March a Venezia del 10 settembre, del Global climate strike del 23 settembre. E poi…della necessità di tenersi libere e liberi a ottobre. Qualche dubbio sul perché?
    Essere tempesta o esserne travolti.
    State in contatto con la pagina per tutte le info
    Solidarietà a chiunque abbia subito danni in queste ore.
    Senti il vento, fa che sia bufera.
    #insorgiamo
    https://www.facebook.com/coordinamentogknfirenze

  • Ancora CONVERGENZE per insorgere:

    ✍ Dichiarazione congiunta del Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze e degli Stati Genderali lgbtqia+ & Disability , in vista della convergenza d’autunno:

    Molteplici corpi, generi e sessualità, un’unica classe

    Siamo etero-, omo-, bi-, trans-, disabili, neurodivergenti, siamo classe, con la sua irrefrenabile voglia di vita. E la vita non si compone solo di ciò che ti permette di arrivare alla fine del mese. La vita è dispiegare la tua identità. È ciò che mangi, dove vivi, l’aria che respiri, ciò che ami, chi ami, come ami. Difendiamo il lavoro non solo come mera riproduzione dei nostri bisogni economici, ma come attività umana finalizzata alla realizzazione armoniosa di ogni bisogno umano.

    Lo sfruttamento è una oppressione dalle mille facce, funzionali l’una all’altra, che si alimentano e si sostengono. La massimizzazione del profitto sulla nostra pelle si avvale anche dell’esistenza di ruoli di genere, di identità e orientamento sessuale.

    ⚒️️ Siamo classe e per dominarci è necessario dividerci. E per dividerci, niente è lasciato intentato.
    La discriminazione sessuale e di genere ci attraversa, isolandoci. Non a caso i lavori più precari e sottopagati, le forme contrattuali più deboli, sono anche quelle più sessualizzate e razzializzate.

    ‍♂️‍♀️‍ A questa ghettizzazione brutale, se ne aggiunge una più sottile. Il lavoro viene stereotipato sessualmente: il gay ed effemminato ben si accosta alla moda, al lavoro di cura, la lesbica ai lavori mascolini, gli uomini trans non sono nemmeno contemplati e le donne trans sono sempre sex workers da criminalizzare o stigmatizzare se non addirittura patologizzare. Che avvenga attraverso la discriminazione aperta o la ghettizzazione sottile, è sempre il corpo al servizio del lavoro. E non il contrario.

    ⚡ In un mondo in cui tutt* siamo espost_ al rischio di cadere nella disoccupazione, nella precarietà, in cui soffriamo la totale assenza di sanità, cure, tutele, chi soffre una doppia o multipla oppressione, rischia di cadere prima, rischia di cadere peggio.

    ✊ Chi deve lottare quotidianamente per i propri diritti civili, contro il pregiudizio omofobico e transfobico, fatica doppiamente a lottare per salario e contratto, per i propri diritti sociali.

    Al contempo i diritti civili, in presenza di discriminazioni sociali, risultano fruibili soltanto dalla parte privilegiata della società.

    Siamo classe. E soffriamo dell’assenza di diritti civili ma anche della loro presenza ipocrita e parziale. Nessun diritto civile è realmente universale quando cade in un mondo diviso tra sfruttati e sfruttatori, tra precari e precarizzatori, tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri.

    Con questa dichiarazione bandiamo ogni contrapposizione formale tra lotta per i diritti civili e quella per i diritti sociali. La lotta per i diritti civili unifica e libera la radicalità della classe. La radicalità della lotta di classe rende i diritti civili veramente universali. Non si tratta quindi di sommare due lotte, di appiccicare un tema all’altro. Si tratta di prendere atto che la lotta è una ed è intersezionale.
    È per questo, per altro, per tutto.

    ⚒️️ Siamo classe e non ci nascondiamo quanto ancora bassa e insufficiente la nostra consapevolezza, quanto i “nostri” siano attraversati da ogni forma di arretratezza omofobico e sessista.
    Ma a maggior ragione, questo percorso di convergenza deve cominciare, senza timidezze e paure.

    L’oppressione per genere e orientamento sessuale è sicuramente più antica del capitalismo, e così anche la discriminazione verso la disabilità fisica o la neurodivergenza. E in teoria, superficialmente e nella sua versione presuntamente progressista, questo sistema rigetta tali discriminazioni. Nella pratica, il binarismo forzato e il patriarcato sono un ingranaggio fondamentale e inscindibile dell’oppressione sociale. Non solo sono utile strumento del “dividi e comanda”. Sono anche elementi imprescindibili della disciplina sociale, di una vita dove la soggettività si adatta alle forme economiche e non viceversa.

    ❗ Le leggi antidiscriminazione sul luogo di lavoro in Italia sono tremendamente insufficienti, e i percorsi per attuarle sono sempre tortuosi, burocratici, avvilenti: delle corse a ostacoli spesso insormontabili e spesso anche economicamente insostenibili. Chiediamo una piena loro attuazione ed estensione. Ma questo è il minimo sindacale.

    ✊ Chiediamo nuovi diritti civili, nuove leggi e nuove norme contrattuali che aderiscano alla molteplicità di bisogni e soggettività. Chiediamo formazione dentro i luoghi di lavoro, come parte integrante della salute e sicurezza sul lavoro, e dentro le stesse organizzazioni sindacali.

    Chiediamo tutto ciò che è necessario perché nessuna soggettività debba più nascondersi dentro un luogo di lavoro. E proprio per questo in verità vogliamo riconquistare e conquistare diritti per tutta la classe: abolire il precariato e gli appalti, che sono le forme principe della paura e del ricatto, abrogare il jobs act e reintrodurre l’articolo 18, tutela principe contro ogni discriminazione politica, di genere, religiosa, sindacale, di opinione ecc.

    ✊ Vogliamo salario e reddito adeguati, un numero congruo di ore di lavoro, i permessi necessari per malattie, ferie. Vogliamo una sanità pubblica, gratuita ed efficiente.

    Oggi ribadire questi concetti è ancora più vitale. Con l’arrivo delle elezioni e lo spettro della vittoria della Meloni, il rischio è che si contrapponga all’avanzata della destra una generica difesa dei diritti civili. I diritti civili diventerebbero così il volano di un amorfo movimento democratico, slegato da questioni sociali, salariali e sistemiche.

    Noi andiamo nella direzione opposta, nella totale convergenza e intersezionalità delle lotte. Ci avete affossat* bocciando il Ddl Zan, tanto quanto approvando il Jobs Act. Ci avete attaccato sui diritti sociali e siete stati immobili sui diritti civili. Non avete diritto a farvi paladini né degli uni né degli altri.
    E i nostri corpi non sono arruolabili nel gioco delle parti. Per quanto ci riguarda l’alternativa non è tra Governo vecchio e Governo nuovo, ma tra mondo vecchio e mondo nuovo.

    Dalle lotte per la giustizia climatica e dal processo che si è attivato attorno alla Gkn, sono arrivate indicazioni e ispirazioni. Lo stato di emergenza in cui viviamo è la regola; tocca a noi far esplodere la vera l’urgenza delle nostre rivendicazioni e di un cambiamento dell’intero sistema. Insorgere per convergere, convergere per insorgere. Per cambiare i rapporti di forza, qui e ora. Non c’è ribaltamento di rapporti di forza sociale se non cambiano rapporti di forza fra generi.

    Dentro questa convergenza, possiamo aspirare a combattere insieme le arretratezze interne alla nostra classe. Dentro questa convergenza, il movimento transfemminista LGBTQIA+ può coltivare l’estremo bisogno di essere sempre meno rituale, più radicale e di massa.

    In un mondo che affonda nella guerra, nella crisi idrica e nello sfruttamento, chi è doppiamente oppresso affonda due volte e più rapidamente. Non sappiamo quanto tempo ci rimane.

    A monte il capitalismo ci divide, a valle lo sfruttamento e l’oppressione ci accomunano.

    Teniamoci liber*, teniamoci pront* per quest’autunno.

    Senti il vento, fa che sia bufera. Insorgiamo? Dimmi dove. #insorgiamo #stopwar #senzatregua #venderemocaralapelle #PeopleNotProfit

  • Ancora
    Non è avverso il clima, ci è avverso il capitalismo. E non è emergenza, è la normalità di questo sistema. Ed è per questo che è urgente fare quanto proviamo a fare.
    GIOVEDI 25 agosto, PRESIDIO GKN, dalle h 19.30
    Alle h 20.30 assemblea con compagne e compagni da Venezia, verso l’autunno, verso il Climate Camp di Venezia
    Per l’apericena, aiutare il lavoro del gruppo vettovagliamento, limitare lo spreco alimentare, SEGNARSI AL FORM: https://docs.google.com/…/1FAIpQLSeaLMwiF5zA…/viewform
    ⚒️️ Riprendiamo a parlare di noi, della nostra vertenza e del mondo che ci circonda.
    Cassa di resistenza calling
    Convergenza culturale calling
    Incontro di supporto calling
    Venezia, 10 settembre, calling
    31 agosto, ultima chiamata al Mise calling
    Saranno presenti compagne e compagni da Venezia, per presentare il Venice Climate Camp (7-11 settembre) e la @Climate March del 10 settembre
    Per questo, per altro, per tutto. Fuori dalle loro emergenze, dentro la nostra urgenza.
    Senti il vento, fa che sia bufera. Insorgiamo? Dimmi dove.
    #insorgiamo #stopwar #senzatregua #venderemocaralapelle #PeopleNotProfit

  • Come contattare il Collettivo di Fabbrica, aiutare, contribuire alla lotta

    ⚒ A più di tredici mesi dall’inizio dell’assemblea permanente, la quantità di richieste e contributi che continuate a mandarci è impressionante. Proviamo a rispondere con un post a molte delle richieste che ci arrivano.

    ⭕Noi resistiamo se voi spingete. E se noi resistiamo, voi spingete. La lotta qua si è sempre svolta su due piani, che interagiscono e che si alimentano. Da un lato, la fabbrica deve resistere. Tutti i giorni, da quel 9 luglio, qua ci sono corpi che resistono alla delocalizzazione. Corpi da alimentare, da curare, da tenere uniti. Esiste quindi un elemento di necessaria solidarietà e rafforzamento verso un punto centrale: la fabbrica insorta. Al presidio potete passare quando volete.

    Ma non è nella singola fabbrica che si può vincere la lotta. La nostra resistenza o alimenta il cambiamento attorno a noi o sarà vana. Quindi l’altro piano è quello esterno alla fabbrica: sviluppare la lotta, l’insorgenza, la convergenza ovunque voi siate. Quindi, oltre a contribuire a quello che facciamo qui, contribuite a quello che facciamo, lì dove siete. Tenetevi libere, liberi, pronte, pronti, attive e attivi, perché la lotta è per questo, per altro, per tutto.

    ❗ Calendario, convergenza culturale, insorgiamo tour. Il collettivo di fabbrica è presente quasi quotidianamente in uno o due iniziative in contemporanea. Non riusciamo a condividerle tutte sulla nostra pagina, per diverse ragioni. Ma proviamo periodicamente a fornire gli elementi essenziali del calendario dell’Insorgiamo tour.

    Seguiteci sulle pagine social del Collettivo di Fabbrica e Insorgiamo, quindi. Spesso i social effettuano tagli algoritmici su alcuni contenuti. Non è detto che se seguite le nostre pagine, vi appaiano i nostri aggiornamenti. Aiutateci a tenervi in contatto e a condividere i contenuti

    Periodicamente al presidio si svolge la convergenza culturale. Ogni trasferta del Collettivo di fabbrica è aperta alle e ai solidali. Sia per le trasferte, sia per le iniziative della Convergenza Culturale creiamo dei form che potete compilare per darci una mano a capire quante e quanti siamo. Segnarsi per tempo alle iniziative è un aiuto incredibile: ci permette di organizzare per tempo il cibo, evitare spreco alimentare, calcolare meglio i posti per pullman o macchine per trasferte ecc.

    Canali di contatto:
    numero del Collettivo di Fabbrica, da contattare attraverso whatsapp, telegram, signal 3478646481. Se non vi rispondiamo subito, è perché non siamo in grado di darvi una risposta. Proveremo a farlo il prima possibile.
    ✔️canale telegram https://t.me/infocollettivodifabbricagkn
    ✔ esistono gruppi whatsapp Infogkn in cui inseriamo chi scrive al numero del Collettivo di Fabbrica. A livello locale invece abbiamo gruppi whatsapp per volantinaggi, supporto e altro

    La storia di questa lotta è un libro, uno spettacolo teatrale e presto anche un documentario. Chiamateci ovunque a presentarli e ovunque proveremo ad esserci. Noi siamo qualcosa da narrare, ma non siamo solo narrazione. La storia è qui e ora e la stiamo ancora scrivendo. Vi chiediamo quindi di pensare a cosa lascia ogni iniziativa, a cosa proponete alla fine, a che cosa state costruendo.
    Anche per presentare il libro c’è un form che vi chiediamo di compilare:

    https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScGrCMDloBYNrDkE9ZEzoqSFGYYhUbUztZxwyhs7pqVYkmLkA/viewform?usp=sf_link

    Purtroppo se non riusciamo a ricontattarvi è perché ci è impossibile venire a presentare il libro nella vostra zona. Non sempre possiamo distaccarci dal presidio. E abbiamo sempre bisogno di accorpare geograficamente tra di loro le trasferte più lontane

    Finanze. Al momento la lotta si basa sulla Cassa di Resistenza. Potete contribuire come e quando volete, ricordandovi sempre di avere sufficienti risorse per voi, perché alla lotta contribuirete anche con i viaggi, venendo qua o laddove decideremo tutte e tutti assieme. Ecco l’iban della Cassa di Resistenza:

    IT 24 C 05018 02800 000017089491
    Causale: donazione cassa di resistenza Gkn

    Naturalmente potete contribuire anche acquistando le magliette, felpe, giubbotti ecc. del Collettivo. Però no, al momento non facciamo spedizioni. Un piccolo incentivo a vederci di persona e allo stesso tempo la vendita online è un’attività che al momento non vogliamo gestire e implementare.

    ✊ ⚒️️Quando una fabbrica entra in lotta, non entra in lotta contro il singolo fondo finanziario o contro la singola multinazionale. Dietro a queste entità, c’è un mondo e questo mondo si compone di leggi, avvocati, manovre, cattiva informazione, potere economico e politico. Per questo la singola lotta necessita al proprio interno di una moltitudine di competenze: legali, grafiche, comunicative, video, social. Che facciate video, grafica, cucina, medicina, ecc, la lotta ha bisogno di una quantità enorme di energie e competenze. La lotta non è un piccolo spazio da contendere, ma uno spazio enorme dentro al quale le forze non bastano mai.

    Non sarà una data, sarà un processo. Abbiamo convocato un corteo da 40.000 persone a Firenze il 18 settembre contro i licenziamenti. Poi il 25 e 26 marzo abbiamo lottato contro i licenziamenti in pieno collegamento con il global climate strike. E siamo state e stati di nuovo 30.000 a Firenze. Ora è il turno di Venezia il 10 settembre, con la climate march. E poi sarà di nuovo global climate strike il 23 settembre. E anche questa volta organizzeremo una giornata di lotta e di convergenza collegata al 23 settembre. Solo che questa volta sarà il 22 ottobre. E sarà a Bologna, dove si sviluppa la lotta contro le grandi opere inutili, contro la crisi idrica, per reti agricole e alimentari diverse e contro la repressione nella logistica.

    Saremo lì di nuovo, per questo, per altro, per tutto. E dopo crediamo sia arrivato il tempo di insorgere a sud.

    Fate esplodere la vostra creatività, non vi preoccupate dei vostri limiti e delle vostre debolezze perché siamo in famiglia, siamo tra di noi. Mai come in questa lotta è alto il divario tra i compiti che ci poniamo e le forze a disposizione. Il vecchio grido: agitatevi, organizzatevi, studiate è per noi elemento di sopravvivenza.
    Vi chiediamo solo di rispettare la cosa più preziosa che abbiamo: il tempo. Centelliniamo, valorizziamo, trattiamo con rispetto ogni minuto, ogni grammo di energia. Pensiamo bene a cosa servirà questa giornata, perché il tempo di cambiare è qui ed ora.

    #insorgiamo

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