Colombia: gli sfollati ambientali della diga Hidroituango
di David Lifodi
Nel 2018, quando il progetto della centrale idroelettrica colombiana di Hidroituango sarà giunto a termine e le otto turbine produrranno 2400 megawatt di energia, le grandi imprese del settore edile avranno di che gioire per i lauti guadagni accumulati, ma le decine di campesinos, piccoli agricoltori e pescatori artigianali che vivono nei municipi di Ituango, Valle Toledo e nelle altre ventitré cittadine a nord del dipartimento di Antioquia, saranno sommersi dall’acqua.
È per questo che oltre trecento contadini stanno protestando da due mesi e mezzo: lo scorso marzo hanno marciato per 170 chilometri dai loro villaggi fino a Medellín, la capitale del dipartimento di Antioquia, per far sentire la loro voce al governatore Sergio Fajardo ed esprimergli, senza essere ascoltati, le loro perplessità sul progetto di Hidroituango. Dal 18 marzo si sono rifugiati all’Universidad de Antioquia, dove studenti e docenti si sono presi cura di loro organizzando raccolte di prodotti alimentari e altri generi d prima necessità: in molti cominciano ad essere allo stremo delle forze. Il progetto idroelettrico di Hidroituango è ritenuto il più ambizioso nella storia della Colombia: inonderà valli e montagne del dipartimento di Antioquia e trasformerà migliaia di piccoli agricoltori in sfollati ambientali. I campesinos promettono che resteranno accampati all’Universidad de Antioquia fin quando non riceveranno una risposta dalle autorità dipartimentali e statali: difficile che arrivi, e soprattutto che sia positiva. La diga, una volta ultimata, avrà una capacità di 2720 milioni di metri cubi d’acqua e costerà 5508 milioni di dollari. Ufficialmente si tratta di una grande opera pubblica, a carico di Empresas Públicas de Medellín (Epm) e di Sociedad Hidroituango, ma a costruirla, e ad investire denaro, sono le imprese private. Tra queste, su tutti, spicca la brasiliana Camargo Correa, gigante del settore edilizio e detentrice del 55% delle azioni di quello che si configura come il maggior progetto idroelettrico del paese. Non si tratta della prima partnership multimilionaria tra Epm e Camargo Correa, vedi quelli relativi alle centrali idroelettriche Porce II e Porce III, anch’esse sorte nel dipartimento di Antioquia: anche in quel caso, a guadagnarci furono le imprese private brasiliane. Le accuse rivolte ai movimenti in lotta contro la diga sono più o meno quelle da copione: gli indigeni si oppongono al progresso. C’è però una variante in più: la zona dove sorgerà la centrale idroelettrica di Hidroituango si trova in una zona dove i guerriglieri delle Farc (le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) vantano una presenza storica e dove, in passato, i paramilitari hanno compiuto dei massacri. “Se la diga di Hidroituango rappresenta per lo stato un’arma per fare la guerra”, spiegano i campesinos, ce lo dicano e si assumano le responsabilità a livello sociale e politico”. In Colombia la costruzione delle centrali idroelettriche ha significato, nelle zone più ricche e biodiverse, un aumento dei casi di sfollamento ambientale e di scontri cruenti tra stato, guerriglieri e paramilitari: fin dagli anni ’80, le dighe sono servite per militarizzare il territorio. Il Movimiento Ríos Vivos, che sostiene e appoggia la mobilitazione contro la diga, ha pagato a caro prezzo la marcia organizzata lo scorso marzo nel municipio di Valle del Toledo e alla quale hanno partecipato centinaia di comunità locali. La mobilitazione, del tutto pacifica, si è conclusa con un ordine di cattura emesso a carico di 11 manifestanti sui 77 inizialmente arrestati. Epm garantisce che tutte le comunità residenti nei dintorni dell’area della diga saranno risarcite e che sarà preservato il loro tessuto sociale. Per adesso, quello che è certo è che sono state proprio le comunità indigene e contadine a veder violati i propri diritti: non solo la polizia militare ha represso con i gas lacrimogeni la manifestazione di marzo, ma lo stato non ha mai aperto un vero e proprio dialogo sulla sua politica energetico-mineraria, e tantomeno ha riconosciuto lo stato di afectadas/os alle comunità sfollate a causa delle dighe. “Ci trattano da aparecidos (cioè come persone che sono apparse all’improvviso e si sono installate dove sarebbe dovuta sorgere la diga), ma noi viviamo qui da molto prima di loro”, commentano amaramente indigeni e contadini. Il progetto di Hidtoituango viene spacciato come un’opera che porterà benefici, in termini di lavoro ed erogazione di energia, ad almeno trentamila persone, e i media locali contribuiscono alla disinformazione. I corrispondenti di Teleantioquia hanno ricevuto l’ordine di ignorare le proteste contro la diga, El Espectador non ha mai risposto alle missive del Movimiento Ríos Vivos (eppure era l’unico ad aver dato notizia dell’accordo di cooperazione militare tra Italia e Colombia), e altri mezzi di comunicazione criminalizzano la protesta. “Se la costruzione di Hidroituango fosse sospesa”, strillano i giornali locali, “sarebbe necessario diminuire il consumo di elettricità e la crescita economica del paese finirebbe per subire un brusco arresto”.
La giornalista María Teresa Ronderos, collaboratrice con El Espectador, ha scritto una recensione su Adíos Río, il libro curato da César Rodríguez Garavito e Natalia Orduz Salinas, in cui si racconta la genesi della centrale idroelettrica di Urrá, il cui progetto nacque a inizio anni ’90 nel dipartimento nord-occidentale di Córdoba, sul Río Sinú, e che vide l’assassinio di due importanti attivisti della comunità indigena dell’Alto Sinú: oggi la storia sembra ripetersi e il fatto che il governatore del dipartimento di Antioquia, Sergio Fajardo, si sottragga al dialogo aperto dagli intellettuali e dalla società civile sulle dighe, è un pessimo segnale.
Interessante, chissà se negli anni ’20 in Sabina, nel Lazio, la diga eretta nella valle del Salto, generò gli stessi conflitti o magari le ‘autorità’ proposero allora valide alternative. Intanto quell’area venne sottratta all’Abruzzo e fatta diventare Lazio per l’occasione. Da poco il bacino(lago del Salto) è stato dismesso da unità idroelettrica. Ottimo articolo.