Colombia: ucciso Marcelo Pecci, giudice antimafia
L’omicidio è avvenuto il 10 maggio scorso. Pecci aveva indagato sulle rotte del narcotraffico tra Paraguay, Colombia e l’intera America latina.
di David Lifodi (*)
Foto: https://www.efe.com/
La recente uccisione del giudice antimafia paraguayano Marcelo Pecci, in vacanza con la moglie in una spiaggia nell’isola di Barú, dipartimento di Cartagena (Colombia) ha suscitato un grande sgomento in entrambi i paesi latinoamericani.
L’omicidio è stato commesso da un sicario giunto a pochi passi dalla spiaggia privata dell’Hotel Decameron a bordo di una moto d’acqua. Tutti sapevano che Pecci si trovava lì e che non aveva alcuna scorta. Il presidente del Paraguay, Mario Abdo, ha condannato il vile assassinio ricordando l’impegno del suo paese nella lotta contro il crimine organizzato, ma in realtà è proprio il Paraguay ad essere uno degli stati sudamericani maggiormente coinvolti nelle rotte del narcotraffico che muovono verso l’Europa. Era anche su questo che indagava Marcelo Pecci, che si trovava in Colombia in luna di miele con la moglie Claudia Aguilera, sposata lo scorso 30 aprile e in attesa di un figlio.
A pochi giorni dalle presidenziali del prossimo 29 maggio, in Colombia crescono le azioni violente, spesso mortali, condotte dai gruppi criminali come il Clan del Golfo, soprattutto a seguito dell’estradizione verso gli Stati uniti del narcotrafficante Dairo Antonio Úsuga.
Uno dei primi crimini commessi sparando da una moto d’acqua era avvenuto in Messico, stato del Guerrero, nel 2016, quando fu assassinato un venditore ambulante nel porto di Acapulco, ma questa modalità di uccidere è ripresa negli ultimi tempi, ancora in Messico, nelle spiagge turistiche dello stato di Quintana Roo.
Una cosa è certa: Pecci, quarantacinque anni, era divenuto il nemico numero uno dei cartelli della droga e delle organizzazioni criminali coinvolte nel riciclaggio del denaro sporco, su cui indagava da oltre dieci anni, ma non si sa ancora se l’ordine di eliminarlo sia venuto dai narcos paraguayani, colombiani o addirittura dai messicani o brasiliani. Non si sa nemmeno se il giudice sia stato seguito da sicari paraguayani o se la criminalità del Paraguay abbia contattato sicari colombiani.
In particolare Pecci, appartenente all’Unidad Especializada de Lucha contra el Crimen Organizado y el Narcotráfico de Paraguay, investigava sulla cosiddetta operazione A Ultranza Py, volta a disarticolare il trasporto di cocaina dalla Bolivia al Paraguay in cui era emerso il coinvolgimento di alcuni politici e che aveva un filone specifico nell’omicidio dell’imprenditore paraguayano Mauricio Schwartzman, a sua volta legato alla criminalità.
E ancora, Pecci era stato il titolare sia dell’indagine sul cosiddetto “accordo segreto della diga Itaipú, che aveva coinvolto in prima persona il presidente Mario Abdo, a cui in molti imputano un legame diretto con il narcotraffico, e il suo vice Hugo Velázquez, sia dell’Operación Halcón I e dell’Operación Halcón VI, entrambe dirette a stroncare il traffico di cocaina con la Bolivia. Di recente, Pecci aveva investigato anche sull’omicidio della figlia di un governatore regionale e sull’ingresso in Paraguay dell’ex calciatore brasiliano Ronaldinho con un passaporto falso.
In Paraguay i vertici delle istituzioni sono da tempo infiltrate dai narcos che spesso sfruttano la debolezza sia del sistema politico sia di quello giudiziario, non a caso Celso Guanipa Castro, giornalista e politologo del Centro Latinoamericano de Análisis Estratégico ha ricordato le parole dello scrittore Augusto Roa Bastos: “Paraguay es una isla rodeada de tierra, pero realmente está rodeada de “tiburones”, en forma de grupos delictivos, que desean convertir este país en su espacio de reuniones, negocios, amparados en una democracia frágil y tutelada, con políticos débiles y venales y la amenaza de las mafias de la región de instalarse permanentemente en Paraguay”.
Secondo la moglie di Pecci, il giudice non aveva ricevuto alcuna minaccia prima del 10 maggio, il giorno in cui è stato ucciso. A questo proposito, l’Asociación de Fiscales del Paraguay, ha sottolineato la totale assenza di sicurezza per i giudici e per i loro familiari, che non dispongono nemmeno di un giubbotto antiproiettili.
Figlio maggiore dell’ex magistrato Francisco Pecci, Marcelo attualmente stava lavorando sul caso del brasiliano Waldemar Pereira, nome di battaglia Cachorrao, considerato un esponente di spicco del Primeiro Comando Capital, una delle organizzazioni criminali più potenti del Brasile, accusato di aver ucciso un giornalista alla frontiera con il Paraguay il 12 febbraio 2020.
Mano destra della fiscal general Sandra Quiñonez, che lo ha ricordato con parole commoventi, Pecci è stato ucciso dalla criminalità per inviare un avvertimento alla magistratura colombiana e paraguayana: il suo omicidio rappresenta un bruttissimo colpo per tutta l’America latina.
(*) Fonte: Peacelink