Com’è che nessuno chiede le dimissioni di questo governo?
di SALVATORE PALIDDA
Il rapido smascheramento degli affari sporchi M5S-Lega. L’impostura del «grande cambiamento».
E’ durata poco la credibilità del governo M5S-Lega i cui leader Di Maio e Salvini avevano promesso agli italiani il più grande cambiamento politico dal 1945. Hanno continuato e continuano a gridare gli slogan della campagna elettorale dicendo che spazzeranno via il marciume dei governi passati, la corruzione, tutti i meccanismi dei favori agli attori forti, che non avrebbero mai permesso l’accesso al potere alle persone sotto inchiesta e tantomeno condannati …
Ma voilà, appena nominati i ministri, si inizia a scoprire il conflitto di interessi della ministra della Difesa e dello stesso capo del governo, gli affari di altri (incluso il ministro Savona). Peggio ancora, con la nomina dei vice-ministri e sottosegretari l’elenco di coloro che sono coinvolti in affari loschi e persino condannati con patteggiamento (vedi il “genio” della flat tax) è lungo.
Ancora più sorprendente è quanto esplode il 14 giugno: il boss immobiliarista romano Luca Parnasi è stato arrestato insieme al presidente dell’ACEA di Roma (Luca Lanzalone di M5S) e ad altri per reati inerenti il progetto del nuovo stadio di calcio di Roma e altri progetti. I media rivelano che i magistrati hanno intercettazioni telefoniche di ciò che Parnasi ha detto al suo collaboratore: «Il governo? Lo sto facendo io». E’ lui che ha negoziato l’accordo fra M5S e Lega negli incontri con Giancarlo Giorgetti, l’uomo forte della Lega (in realtà la guida di Salvini) e con Lanzalone, il fedelissimo di Di Maio. Parnasi avrebbe anche elargito somme di denaro a candidati di tutti i partiti, da destra a sinistra incluso il M5S. Già molto tempo prima Parnasi aveva finanziato una fondazione legata alla Lega, tant’è che il ministro di polizia Salvini il 14 giugno ha dichiarato «Parnasi è una persona perbene» aggiungendo che ci sono troppe leggi e complicano le procedure creando problemi. Insomma come la sua collega talebana-neo-liberista-fascista, Daniela Santanché, che in un talk show ha gridato: «il M5S rompe il cazzo parlando sempre di onestà, onestà …».
Non sorprende appaia anche Luigi Bisignani, ex-deputato FI, faccendiere che per decenni è stato al centro di affari oscuri e rimane nella breccia grazie ai suoi rapporti con Parnasi, M5S, Lega e tutti i partiti: una continuità straordinaria con il passato dai tempi di Andreotti ecc.
Da notare che dopo l’accordo M5S-Lega diversi media hanno iniziato a pubblicare articoli sulle ombre o “scheletri nell’armadio” di questi due partiti. Tiziano e Vergine su Espresso-Repubblica e poi Sansa su Il Fatto Quotidiano, Preve su Repubblica e Indice su La Stampa hanno illustrato il circuito assai tortuoso attraverso il quale la Lega di Salvini ha piazzato i suoi beni in Lussemburgo o altrove per evitare che la giustizia sequestri i milioni rubati dalla Lega di Bossi. Si apprende che M5S ha ricevuto finanziamenti – non si sa se legalmente o meno- da Parnasi, soprattutto per la campagna elettorale regionale del Lazio (quella che ha portato all’intesa fra M5S e PD in regione e che doveva essere un esempio virtuoso).
Ancora più singolare è che, per il momento, nessuno stia chiedendo le dimissioni di questo governo o ponga domande su come sia stato permesso eleggere e nominare al governo locale e nazionale persone coinvolte in reati tali da prescrivere l’arresto. Come spiegare che il presidente della Repubblica, così severo nell’esclusione di un ministro dell’economia noto come “euroscettico”, non solo più tardi lo abbia nominato ministro degli Affari europei ma non abbia detto nulla del suo passato poco chiaro dal punto di vista dell’etica nelle attività professionali a favore delle società finanziarie. Ancora più singolare è che lo stesso Sergio Mattarella abbia nominato ministri, vice-ministri e sottosegretari, persone che non sono certo esempi di rigore etico ma addirittura coinvolte in reati gravi.
L’unica spiegazione per il fatto che nessuno osi chiedere le dimissioni di questo governo è che tutti i partiti – da destra a sinistra – sono coinvolti in questi ultimi scandali ma anche nei precedenti. Inoltre, il Presidente della Repubblica non osa fare il gesto di fermare un governo sostenuto da una forte maggioranza del Parlamento appena eletto (mentre lui era stato eletto da un Parlamento illegale perché in carica sulla base di una legge dichiarata incostituzionale dall’Alta Corte).
Nel frattempo, Salvini continua a sbraitare contro gli immigrati e per la criminalizzazione delle ONG e della solidarietà chiedendo anche il diritto alla “legittima difesa”. Che lui spiega così: «non dovrà più esistere l’eccesso di legittima difesa perché se un delinquente, magari armato, entra a casa mia, nel mio negozio, nella mia proprietà ho il diritto di difendermi comunque e deve sapere che se è entrato in piedi può uscire steso».
Da parte sua, Di Maio non smette di promettere meno “molestie” fiscali, la revisione del job act e della Fornero: altre parole al vento ….
Nel mentre, molti esperti segnalano che la Flat Tax andrà solo a beneficio dei più ricchi. Da parte sua, il neo-ministro della famiglia Lorenzo Fontana (Lega) non smette di insultare le coppie che non sono composte da un uomo e una donna o che non sono cristiane, insomma vuole la messa al bando dei LGBTQIA.
Si aggiungano i proclami di altri ministri che possono solo preoccupare i lavoratori e anche gli imprenditori del turismo come servizi.
La situazione politica italiana sembra muoversi verso un abisso sempre più pericoloso non tanto a causa delle fluttuazioni dello spread o della sfiducia dei mercati, ma perché non si intravede alcuna alternativa. Il pessimismo sembra travolgere tante persone soprattutto a sinistra mentre la destra di Renzi-Berlusconi non sa ancora come tornare in pista.
NELL’IMMAGINE – trovata in rete e scelta dalla “bottega” – di EDOARDO BARALDI una nuova tappa dell’evoluzione: Di Maio si è già trasformato in Andreotti.