Come ti distruggo le foreste italiane

del Centro Parchi Internazionale – rilanciato dal Gruppo d’Intervento Giuridico (*)

Camoscio d’Abruzzo (foto Raniero Massoli Novelli)

 

Franco Tassi è una delle persone che più han fatto concretamente per la salvaguardia della natura in Italia, in particolare quale storico direttore per oltre trent’anni del parco nazionale di Abruzzo, Lazio, Molise.  Oggi è fra gli animatori del Comitato Parchi Nazionali Italiani e Riserve Analoghe e del Centro Parchi Internazionale.

Alle sue parole è necessario, quindi, prestare la massima attenzione, anche perché di motoseghe disinvolte ne abbiamo già viste.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

Marche, Foresta demaniale di Bocca Serriola, Aceri

 

ASSALTO ALLE FORESTE

L’assalto finale agli Alberi e alle Foreste, iniziato larvatamente da molto tempo, sta ormai esplodendo, in dispregio della Costituzione, e in fondo nella solita indifferenza generale.

Questo ennesimo attacco alla Natura del Bel Paese è strettamente connesso a quella celebratissima, trionfante “green economy”, che sta riempiendo l’Italia di folli impianti (centrali biomasse, biogas, inceneritori e simili, con il loro immancabile corredo di strade, piste, sbancamenti, inquinamenti, e con una produzione energetica non eccellente, metà della quale finirà poi dispersa lungo il tragitto). Ai quali impianti, sostenuti da abbondanti fondi europei, non si mostra certo insensibile la nostra solerte criminalità organizzata.

Le conseguenze a carico di ambiente, natura, paesaggio, biodiversità, equilibrio ecologico, idrogeologico e climatico, salute e qualità della vita, sono ovviamente disastrose, con irreversibili danni al “bene comune”: così come appaiono chiarissimi, invece, gli enormi vantaggi a beneficio di pochi, grazie anche a una politica miope, etero-diretta e indirizzata a ben altri fini: mirabile esempio del più classico “analfabetismo ecologico”. Tra i mali evidenti, di cui tutti si lamentano ogni giorno di più, spiccano il dissesto idrogeologico, l’esplosione degli incendi, il mutamento climatico, l’impoverimento della biodiversità, la degradazione del paesaggio, l’insorgenza e diffusione di nuove patologie…e si potrebbe continuare a lungo.

Ma un Paese d’antica civiltà come il nostro, sempre tanto impegnato tra sterili battibecchi politici e squallido “gossip”, non può certo perder tempo a ricercare rimedi efficaci.

Anche perchè la maggior parte degli Italiani non sembra ancora in grado di collegare questi scenari drammatici alle loro vere cause. La situazione è ormai assai peggiore, purtroppo, di quanto non appaia dalla panglossiana e confortante “vulgata” ufficiale politica, mediatica, tecno-burocratica e para-accademica…dalla quale apprendiamo che l’Italia starebbe bene, e sarebbe in netta ripresa, perché il lavoro aumenta, e l’ambiente è superprotetto.

Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio (località Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)

Ma soprattutto ci segnalano che le foreste stanno dilagando a dismisura, e quindi dobbiamo affrettarci a tagliarle.

Anche perché, come tutti sanno, se per disgrazia un bosco non venisse tagliato, morirebbe sicuramente: principio dominante nella congrega delle scuri e delle motoseghe, proclamato dagli apostoli della rasatura, del ringiovanimento, del fuoco salvatore e della bonifica e  ripulitura del sottobosco.

Per capirlo meglio, basterebbe scorrere il radioso Programma dell’eloquente “Progetto Fuoco, la Fiera di chi vuole fare Impresa con le Biomasse”, aperto al pubblico a Verona dal 21 al 25 febbraio 2018.

Forse il convegno su Alberi e Foreste e il Libro “Alberi Sacri” – svolto sabato 3 febbraio 2018 al Porto Nuovo di Roma (Centro Habitat Mediterraneo della LIPU, Lido di Ostia) – potrebbero aiutare ad aprire gli occhi, e a ricollegare le cause con gli effetti, facendo scoprire quali assurde logiche e inconfessabili interessi stiano oggi provocando questa crescente corsa ai tagli più pretestuosi, tra incendi, frane e alluvioni.

E allora si capirebbe meglio anche come mai il Palazzo stia varando un incredibile Testo Unico Forestale, che nel nome di una miglior custodia dei boschi, ne consentirà in pratica il progressivo smantellamento.

A meno che non sopravvenga un benefico ravvedimento dei vertici del Paese, di fronte alla evidente incostituzionalità delle norme, e alla chiara illegalità di questa radicale “riforma a beneficio dei soliti pochi”, che travalica abbondantemente i poteri di un Governo scaduto, ormai in carica soltanto per l’ordinaria amministrazione.

Ce lo auguriamo vivamente, chiedendo non solo alla gente comune, ma anche ai prestigiosi reggitori e agli autorevoli opinionisti: ma non sarebbe ora di svegliarsi?

Centro Parchi Internazionale

Redazione
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4 commenti

  • forse il 4 marzo potreste prendere in considerazione Potere Al Popolo? Forte impegno costituzionale

  • Daniele Barbieri

    Segnalo questo comunicato di “Associazione medici per l’ambiente ISDE” e del Gruppo di ricercatori e scienziati di “Energia per l’Italia”
    «No al decreto sulle normative in materia di foreste; basta tagli di alberi che aumentano l’inquinamento atmosferico»
    L’Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia e il Gruppo di Ricercatori e Scienziati di Energia per l’Italia esprimono la più profonda preoccupazione per la recentissima approvazione da parte di entrambi i rami del Parlamento del Decreto Legislativo «Disposizioni concernenti la revisione e l’armonizzazione della normativa nazionale in materia di foreste e filiere forestali» in attuazione dell’articolo 5 della legge 28 luglio 2016, numero 154 e attualmente alla firma del presidente Mattarella. Il Decretofavorisce in modo incondizionato e sistematico il taglio esteso di boschi ed aree, fino ad oggi protette, per l’utilizzo delle masse legnose a fini energetici nelle centrali a biomasse. Tale pratica comporterebbe inevitabilmente un ulteriore aggravio dell’inquinamento atmosferico con ricadute negative per salute della popolazione italiana, dimenticando che l’Italia, con 90 mila morti premature all’anno sulle 487.600 del continente europeo, è ai vertici di questa triste classifica e per questo sotto procedura d’infrazione.
    Già oggi in Italia le biomasse solide sono responsabili di circa il 70% del PM2,5 primario, che rappresenta (dati ISPRA) circa la metà del PM2,5 totale, responsabile di 59.630 decessi prematuri ogni anno secondo l’UE. Si può stimare quindi che la combustione di biomasse in Italia sia responsabile, considerando le sole emissioni di particolato, di numerosissime morti premature, di ricoveri per patologie acute (soprattutto negli esposti più suscettibili come bambini e anziani), di alterazioni della fertilità, della gravidanza e del periodo perinatale e di numerose patologie croniche (soprattutto cardio-respiratorie, metaboliche e neurologiche) per le quali è ormai riconosciuto un importante ruolo causale per questo inquinante atmosferico. Agli effetti delle emissioni di particolato andrebbero aggiunti gli impatti ambientali e sanitari da emissioni di composti organici clorurati, VOCs, IPA, metalli pesanti, spesso non adeguatamente monitorati e, in alcuni casi, persino non normati.
    E’ quindi veramente paradossale che – di fronte al problema dei cambiamenti climatici, della perdita di biodiversità e fertilità dei suoli, dei recenti devastanti incendi di cui sempre più, dal Nord al Sud, si sospetta il legame criminale con le centrali a biomasse – invece che conservare gli alberi esistenti e piantarne altri, si incentivi il loro abbattimento.
    E’ dimostrato che lasciare boschi e foreste alla loro evoluzione naturale ne favorisce la ricchezza in biodiversità e anche in ambiente urbano la presenza di alberi aumenta il benessere psicofisico delle persone, contrastando anche patologie degenerative quali Parkinson e Alzheimer.
    Un’assurda interpretazione delle “energie rinnovabili” porta ancora una volta a incentivare i processi di combustione (biomasse, biogas, biometano, rifiuti…) piuttosto che la sola, vera energia rinnovabile rappresentata dal sole e dai suoi derivati (vento, onde, maree). Si dimentica che aumentare la fertilità dei suoli restituendo alla Terra il materiale organico ottenuto da compostaggio – e non certo il digestato da impianti a biogas – aumenta il sequestro di Carbonio dall’atmosfera, nonché biodiversità e fertilità dei suoli, contrastando in modo determinante anche i cambiamenti climatici. Chiediamo che vengano finalmente ascoltati gli appelli che da anni autorevoli ricercatori, scienziati e giuristi rivolgono ai decisori politici e che si aprano Tavoli Tecnici con esperti indipendenti nel settore dell’energia.
    Rivolgiamo quindi un vibrante appello al governo affinché non adotti – e al presidente della Repubblica affinché non firmi – questo disastroso Decreto legislativo, ricordando che boschi, suolo, paesaggio sono Beni della Collettività e come tali salvaguardati dalla Costituzione repubblicana e non ulteriore occasione di profitto per pochi soggetti privati.
    Roma, 19 febbraio 2018
    Roberto Romizi, presidente ISDE ITALIA
    Vincenzo Balzani, Energia per l’Italia
    Per CONTATTI e INFO:
    isde@isde.it, energiaperlitalia@googlegroups.com

  • Daniele Barbieri

    segnalo un appello – sotto forma di lettera aperta al Presidente della repubblica – per la difesa delle foreste italiane, della salute dei cittadini e delle risorse economiche del Paese.
    POTENTE LEGGERLO QUI https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=5867
    Chiede, fra l’altro, che Mattarella, “rimandi a una consultazione partecipata e a studi più approfonditi sugli impatti dell’ultimo decreto legislativo”

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