“Comportamento canzonatorio”: multa alla San Precario
Il comunicato della Polisportiva annuncia: continueremo a cantare contro ogni discriminazione!
di Davide Drago (*)
Ancora una volta, in maniera pretenziosa, vengono attaccate le esperienze di sport popolare e indipendente in Italia. Dopo i provvedimenti disciplinari come Daspo e trasferte vietate è arrivata la multa per “comportamento canzonatorio e oltraggioso nei confronti di un partito e di un personaggio politico italiano”.
Un provvedimento alquanto bizzarro e ovviamente “di parte” visto che, anche il numero 1 della FIGC Veneto, Giuseppe Ruzza, ha dichiarato che il provvedimento è alquanto singolare.
L’arbitro, chiaramente vicino alle posizioni di Salvini, non avrà gradito i cori che provenivano dai supporters della Sanpre. Tifosi che conosciamo bene e di cui apprezziamo lo stile del tifo.
Condividiamo di seguito il comunicato della polisportiva San Precario:
“Giriamo da anni per i campi del padovano proponendo un tifo corretto, senza insulti rivolti a arbitro e avversari, con il terzo tempo condiviso a fine gara. Un tifo ovviamente di parte, come lo sport che pratichiamo, inclusivo, ironico, schierato contro ogni forma di razzismo e discriminazione.
Così ci fa un po’ ridere essere puniti proprio per il tifo, e non per insulti, minacce o percosse, ma per “comportamento canzonatorio e oltraggioso nei confronti di un partito e di un personaggio politico italiano”.
Ma che cos’è l’inquisizione? E’ pazzesco che oggi non si possa nemmeno più cantare contro Salvini e la Lega, contro Renzi o DiMaio o chiunque rappresenti in maniera non certo brillante la classe politica di questo paese. Siamo precari, mica lacchè. Il nostro santo è canzonatorio e oltraggioso e non lo reputiamo un comportamento dannoso.
Dannosa è piuttosto una tendenza che osserviamo crescere pericolosamente negli ultimi tempi. Se da un lato si lasciano proliferare le più disparate forme d’odio linguistico e sociale che si spingono fino ad acclamate rivendicazioni di razzismo, omofobia ed intolleranza, dall’altra si sanzionano sempre più spesso le realtà auto organizzate che elaborano in modo anomalo il proprio linguaggio e che ancora si rifiutano di omologarsi. Non rinunciano a produrre forme altre di relazione, anomalia e dissenso.
E’ successo con sanzioni anche più gravi al Centro Storico Lebowski a Firenze, all’AFRO-NAPOLI UNITED e al ASD Quartograd a Napoli e poi a Torino, a Roma e altrove. Sanzioni ad hoc come quella che ci vediamo recapitare, definita da Giuseppe Ruzza, presidente Figc Veneto: “Un provvedimento singolare. A memoria non ne ricordo di simili”.
Sanzioni a pioggia da nord a sud, tutte rivolte al tessuto dello sport popolare e indipendente di questo paese, che è una gran bella realtà e che diviene dunque un gran bel bersaglio. Il senso è tutto qui. Non occorre aggiungere altro. Tranne una cosa…
Dopo tredici anni di onorato servizio, un riconoscimento ce lo meritavamo. Ci teniamo dunque a ringraziare gli amici della lega arbitri per il pensiero. Provvederemo ad incorniciare il pamphlet ed appenderlo alle pareti della nostra nuova sede. Un saluto precario e a presto risentirci, perché se la multa ha carattere punitivo, se l’intento è ammonirci dal cantare contro l’intolleranza, è evidente che disobbediremo, fosse pure per tutte le multe del mondo.
Mano ai portafogli precari, in direzione ostinata e contraria”.
Letto il referto dell’arbitro il giudice sportivo si è basato sull’articolo 28 del codice di giustizia sportiva: “costituisce comportamento discriminatorio ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporta offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine anche etnica, condizione personale o sociale ovvero configura propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori”.
Peccato che, ogni domenica assistiamo ad atti discriminatori e frasi razziste che non vengono prese in considerazione da arbitri e giudici sportivi.
La San Precario pagherà la multa e continuare a cantare contro ogni discriminazione!
(*) Fonte: Sport alla Rovescia