Contagi e parabole di inizio anno
94esima puntata dell’«Angelo custode» ovvero le riflessioni di ANGELO MADDALENA per il lunedì della bottega
«Non mi sento molto lirico, in questo momento troppo empirico» diceva la canzone dal titolo Ferito felice. Adesso potrei fare il bis, cioè ripetere quella strofa per descrivere come mi sento. Anche perché quella canzone l’ho scritta io e registrata nel cd Mistico errante (2016). Ne approfitto per dire – sentite il rullo di tamburi? – che ho appena stampato 100 borse con la scritta “Mistico errante nella Malanotte” ma basta autopromuoversi, anche se di rimbalzo.
Parliamo di noi, Noi nati male, come il nome di quella band che visto dal vivo vicino Grosseto 16 anni fa (almeno adesso promuovo altri…colleghi!). Allora alzi subito la mano chi conosce – direttamente o per sentito dire – qualcuno che in questo fine anno e inizio anno pur avendo fatto tre dosi di vaccino è rimasto “bloccato” (psicologicamente?) a casa. Io posso alzare la mano e anche la bandiera bianca, perché ormai mi sono arreso, nel senso che ho riposto la rabbia e il senso di impotenza per non ammalarmi… di stress.
Un amico con tre dosi doveva venirmi a trovare ma a malincuore temendo contagi di viaggi e ritorni non se l’è sentita di partire. Però rimanendo a casa, un bambino “positivo” è andato a trovarlo quindi il mio amico con tre dosi si è fatto un tampone, ma pur essendo negativo (per un eccesso di zelo o per un malinteso con il suo medico) è rimasto a casa gli ultimi giorni di fine anno e i primi del nuovo… Anni fa girava un augurio di buon natale e felice anno nuovo in inglese, giocando sulle parole: «Merry crisis end happy new fear!», erano al tempo della crisi 2008…
A parte le similitudini del “fallimento della sinistra” – sia come atteggiamento di fronte a quella crisi finanziaria che a questa emergenza sanitaria (Toby Green, 30 dicembre 2021, su «La Bottega del Barbieri») quello che balza a un occhio attento è che nessuno si poteva immaginare dopo un anno, con quasi il 90% della popolazione vaccinata, che ci saremmo ritrovati quasi come un anno fa, o forse peggio, fatte le debite proporzioni. Solo che un anno fa c’era chi viaggiava nonostante le zone rosse ma quest’anno, senza zone rosse e con tanti vaccini e vaccinati, c’è comunque tanta gente bloccata. Non viaggiare (non saper viaggiare) è una delle conseguenze più nefaste delle psicopolitiche degli ultimi vent’anni: la criminalizzazione del viaggio se non a scopo turistico e quindi di lucro immediato, o per motivi finanziari, e quindi l’inquinamento psicologico della creatività e dell’autonomia: non dimenticherò mai (è diventata parte del monologo Amico treno non ti pago e anche del libro omonimo) quella ragazza che pur avendo il biglietto di un treno Eurostar – e nonostante due ore di ritardi dei treni da Bologna in giù (dicembre 2009) e nonostante il capotreno le avesse detto che poteva salire anche se il biglietto era per un altro treno comunque dello stesso valore – non è riuscita a cambiare treno, paralizzata da quella che potremmo chiamare iatrogenesi: l’eccesso di “cura” che diventa controproducente. In quel caso il biglietto che ti dovrebbe permettere di salire su un treno era diventato un ostacolo alla serenità; come esempio “liberante” al contrario io sono salito su quel treno senza nessun tipo di biglietto e ho viaggiato per una notte intera da Bologna a Lecce!
Anche l’ultima legge approvata per contenere i contagi rientra in questa “tradizione” del panico indotto. L’unico modo per salvarsi è affidarsi al sano buon senso, se ci si adegua alla legge ci si ritrova confusi e fottuti, come l’esempio del mio amico che doveva venirmi a trovare.
Di buono c’è che molti di quelli che stanno registrando sintomi leggeri lo superano e quindi vuol dire che andiamo verso la situazione “endemica”, cioè un’influenza stagionale come un’altra. Certo ci vuole precauzione e non bisogna abbassare troppo la guardia, ma neanche sottovalutare il fatto che ad andare avanti così – come scrive Massimo Fini su Il Fatto quotidiano del 29 dicembre – «la nostra psiche e il nostro corpo non possono riuscire a sostenere un stress prolungato di anni».
L’antidoto è sempre quello: l’incontro e il viaggio, il raffronto con la realtà, con il “Paese reale”. Due giorni fa temevo che potessero farmi la multa su un autobus e ho comprato la mascherina FFP2 (obbligatoria dal 24 dicembre sui mezzi pubblici), la farmacista non aveva il resto e mi ha regalato la mascherina. Per comprare la mascherina stavo per perdere l’autobus, l’autista mi ha detto «sali, sbrigati», non ho potuto fare neanche il biglietto. Ho messo la mascherina, eravamo io e lui sull’autobus: su 50 posti, 48 erano vuoti! Bisogna ricordare quello che scrive Alessandro Robecchi su Il Fatto (sempre del 29 dicembre): «A parte litigare su chi controlla biglietti e/o green pass sugli autobus, gli autobus sono sempre quelli, le aule sono sempre quelle…».
Poi c’è l’infodemia di cui parla appunto Massimo Fini: «190 mila morti di tumore ogni anno in Italia, 136 mila morti di covid in due anni, proviamo a immaginare cosa succederebbe se ogni giorno un bollettino ad hoc ci ricordasse i numeri di coloro che sono morti per tumore e di coloro che si sono ammalati». Francesco Vaia, capo dello Spallanzani di Roma, ha detto a chiare lettere: «il quotidiano insopportabile bollettino non dice nulla più se non spaventare le persone». Io che non ho TV e ascolto poca radio (ogni tanto Radio Blackout in streaming e ultimamente ho ritrovato Radio3), uscendo da casa e parlando con amici e vicini mi sento dire, per esempio da Clizia: «Adesso faranno il lockdown per i non vaccinati». Le chiedo chi glielo ha detto e mi risponde vagamente che «lo dicono i giornali». Ma io proprio quel giorno avevo comprato due quotidiani e vado a leggerli: né in prima pagina se ne parla né all’interno, però ci sono due righe: «la proposta del lockdown per i non vaccinati non è stata mai vagliata né considerata, solo accennata».
Un po’ di giorni dopo scopro che il Corriere della sera, nella versione on line, ha pubblicato notizie secondo le quali in Germania il lockdown per i non vaccinati ha fatto abbassare di molto i contagi. Solo che Marco Travaglio, su Il Fatto (del 3 gennaio) svela che in Germania, «per la cronaca», non è mai stato applicato un lockdown per non vaccinati. Approfondisco sul web e trovo la lettera di un italiano che abita in Germania con la moglie tedesca; ha scritto al Corriere per dire che in Germania non esiste proprio un lockdown per i non vaccinati. Della serie: bufale di fine anno…. bufale tutto l’anno.
https://www.nicolaporro.it/caro-porro-i-miracoli-del-lockdown-in-germania-sono-una-bufala/
Approfondisco di più e scopro che il lockdown per non vaccinati in Austria è durato un periodo breve, ma consiste nel divieto di ingresso ai non vaccinati in teatri, cinema, ristoranti e negozi di beni non essenziali, che è quasi la stessa cosa del super Green pass in vigore in Italia dal 6 dicembre. Della serie: ce l’abbiamo già e non lo sapevamo!?
La mia vicina di casa, professoressa di filosofia, mi riporta la news di un telegiornale che ha appena visto: «Adesso metteranno il vaccino obbligatorio». Di fatto non è già obbligatorio? O forse peggio: se anche chi ha tre dosi non è così tranquillo da poter viaggiare serenamente di cosa stiamo parlando? Siamo a livello dei giochi di prestigio” o per confondere e non far pensare agli autobus che sono sempre quelli e le aule scolastiche sono sempre quelle.
Credo che l’unica soluzione sarebbe diventare un pò più “disabili” o handicappati, come nell’esempio citato da Benasayag nel libro «L’epoca delle passioni tristi»: Pierre è un “paziente” di Benasayag che aveva buttato il piatto di pasta in aria e si era messo a urlare dopo aver ascoltato, a tavola con la sua famiglia, la notizia della mucca pazza. Benasayag si domandava se non era l’unico sano in mezzo a tanti “normali”, cioè che rispondeva in modo logico, coerente, con rabbia di fronte al veleno quotidiano rovesciato addosso da 100 “canali”. Come il ragazzo che cito nel mio monologo teatrale, «con grande sofferenza psicologica e sociale»: alla signora che lontana da lui almeno 4 metri, dentro l’ufficio postale, gli intimava di mettersi la mascherina, lui rispose urlando e insultandola! Dobbiamo imparare da quelli che chiamiamo “handicappati” e metteterci a urlare; buttare tutto in aria quando sentiamo certe notizie vaghe che ci terrorizzano … anziché crederle serie e attendibili
Link su Robecchi e Fini:
https://www.youtube.com/watch?v=cN-DuIi3sVQ
https://www.youtube.com/watch?v=CW3Bb41YvkY
Qui «Tutti positivi», che ho scritto il 31 dicembre: https://www.youtube.com/watch?v=zlUAzwtOVWU
NELL’IMMAGINE (ripresa da www.biagioaccardi.com): sbarre davanti e bosco dietro, libertà a portata di mano ma se non ti guardi intorno non la trovi!
QUESTO APPUNTAMENTO
Mi piace il torrente – di idee, contraddizioni, pensieri, persone, incontri di viaggio, dubbi, autopromozioni, storie, provocazioni – che attraversa gli scritti di Angelo Maddalena. Così gli ho proposto un “lunedì… dell’Angelo” per aprire la settimana bottegarda. Siccome una congiura famiglia-anagrafe-fato gli ha imposto il nome di Angelo mi piace pensare che in qualche modo possa fare l’angelo custode della nuova (laica) settimana. Perciò ci rivediamo qui – scsp: salvo catastrofi sempre possibili – fra 168 ore circa che poi sarebbero 7 giorni. [db]
l’acquerello è di Biagio Accardi, mi scuso con Biagio se l’ho comunicato all’ultimo a Daniele e quindi Daniele è giustificato se non lo ha “colto”