Convogli di libertà e sopravvivenza: facciamo a cambio?

di Alessandro Ghebreigziabiher (ripreso dal suo sito storieenotizie.com)

Freedom Convoy è una protesta tutt’ora in corso in Canada contro le restrizioni del vaccino per il COVID-19 introdotte dal governo il 15 gennaio 2022 e imposte ai camionisti per rientrare nel paese via terra. L’azione sta provocando seri problemi al paese, ne risentono le industrie e soprattutto i cittadini.
Come ormai capita spesso in questi ultimi anni, attraverso la rete la clamorosa ribellione si è diffusa anche all’estero, tra Nuova ZelandaAustraliaFrancia, ma anche Regno Unito, Argentina e ovviamente i vicini USA.
Alla stregua di quanto succede altrettanto di recente, a soffiare sulle fiamme che alimentano e più che mai fomentano tali rivolte contro le regole decise dalle amministrazioni per fronteggiare la pandemia ci sono partiti, organizzazioni e coalizioni di estrema destra.
Chiedo scusa, ma era un po’ che volevo affrontare questo argomento e so che potrò risultare impopolare, ma quando sento tirare in ballo la parola libertà, sin da quando Berlusconi e i suoi sodali si auto definirono il popolo della medesima, non so se è più il voltastomaco o la collera a montare in me.
Che volete farci, ma sono figlio di un africano. Di una persona che è venuta in Italia da una nazione, l’Eritrea, che il nostro Paese ha provato con tutte le sue forze di privarlo della sua, di libertà.
Ho sposato la terra dove sono nato, letteralmente, vi ho messo radici e mi auguro che diano frutti sani e costruttivi. Ma non posso fare a meno di ricordare in questi frangenti le mie origini paterne. Non posso fare a meno, soprattutto oggi, di osservare quanto siano grottescamente paradossali le contraddizioni che caratterizzano la vita nel mondo occidentale.
Non credo alle casualità e sono altresì convinto che la maggior parte di ciò che facciamo come individui e più che mai intere popolazioni sia connesso in una miriade di modi, il più delle volte trascurati da queste parti.
Indi per cui, non penso sia un caso che siano le destre ad appiccicar bandiere a mettere bollini di appartenenza su una protesta contro regole e limitazioni, per quanto sbagliate, per quanto esagerate, che riguardano tutti i cittadini.
Perché qualora le istanze siano di pochi, magari le minoranze più vulnerabili e da tempo immemore violentate dallo status quo, in piazza non ci vedrai camionistitassistiforconi e altre lobby ben organizzate. Anzi, la maggior parte di costoro reagiranno con assoluta indifferenza a giorni alterni, mentre negli altri insulteranno e dileggeranno le vittime.
Già, vittime, le quali reclamano una sola libertà. Non quella di circolare senza mascherina o non vaccinarsi, giammai di ballare in discoteca o ubriacarsi al pub.
Sto parlando della semplice libertà di sopravvivere, anche soltanto di respirare camminare senza meritarsi l’odio del prossimo; la libertà di salvare i propri bambini dalla fame e la sete, per davvero e non come figuranti ben pagati in una farsa televisiva sulle reti Mediaset; la libertà di sapere che tua sorella, tua madre, tua figlia non è stata violentata, no, ti prego no. Tornerà presto a casa e vedrai che non è successo nulla. È stato solo il tempo a dividervi, solo il tempo.
Mi dispiace, davvero, ma non ce la faccio a provare empatia per questa gente, quando al contempo in questi ultimi anni abbiamo visto – e avranno visto anche loro – carovane enormi di poveracci di ogni età, intere famiglie, tante donne e bambini, genti senza lavoro e futuro lasciare ogni cosa nelle Americhe di sotto per chiedere aiuto e rifugio in quelle di sopra.
Come mai la solidarietà verso questo tipo di proteste contro l’umanità intera, contro il suo egoismo e la sua indifferenza verso le sofferenze altrui, non ha viaggiato allo stesso modo su Facebook e altri simili imbrogli asociali?
Domanda banale e retorica, lo so bene, ma ci sta, oggi ci sta.
Allo stesso tempo non posso non pensare alle centinaia di milioni di persone nel mondo che ancora non hanno ricevuto neanche la prima dose e che se avessero il permesso di soggiorno a casa dei camionisti arrabbiati accetterebbero tutte le restrizioni immaginabili perché avrebbero in cambio garantita la quantità abnorme di vantaggi dati per scontati dalla nostra ottusa società.
Ah, ma io ho la soluzione in tasca perché la parola cambio è perfetta. Cari convogli della libertà, volete un Paese senza vaccini? Ma che dico, senza proprio alcun medicinale e con un solo dottore ogni diecimila persone? Ci sono interi continenti dove potrete scorrazzare a piacimento con i vostri automezzi. Al posto vostro conosco decine di nazioni che verrebbero di corsa, traversando gli oceani a nuoto e le montagne a piedi pur di chiudersi nelle vostre case a fare smart working, a sopportare quei fastidiosi elastici delle mascherine sulle orecchie o il raschiante bastoncino nelle narici del naso per colpa di un’infermiera sadica.
D’altra parte, quelli che non sono ancora morti ci stanno ancora disperatamente provando…

https://www.storieenotizie.com/2022/02/convogli-della-liberta-e-della.html

Redazione
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4 commenti

  • Mariano Rampini

    Carissimo Alessandro Ghebreigziabiher, nel mio piccolo posso darti solo un personalissimo appoggio. Discutere di libertà dinanzi a ciò che accade nel mondo rispetto a un vaccino, a volte sembra anche a me un pensiero risibile, minimale. Torno a dirlo – e credo che tu sia d’accordo con me – la sindemia ha portato alla luce quanto di sbagliato e di tragico ci sia in ciascuna nazione nella gestione pubblica della sanità, dell’economia, dell’istruzione, del vivere civile e della solidarietà tra i cittadini. Ha fatto benissimo a citare la pessima deriva che impose al nostro Paese il governo (in questo caso la G maiuscola non va usata) Berlusconi. Una deriva che continua sotterranea e strisciante a minare la solidità del nostro Paese e che, in altre Nazioni ha fatto ben di peggio. Sta a noi vigilare, essere pronti ad affrontare con lucidità e decisione quanto una minoranza disperata, guidata da un pensiero disumano va chiedendo. Hai ragione: se non vi sta bene, fate a cambio con chi ha meno di voi. Ma questo vorrebbe dire sentirsi esseri umani. E non è cosa facile a farsi…

  • Gentile Alessandro G.
    Sono in Senegal dove pochi, anzi pochissimi hanno ricevuto la prima dose… Non seguo il bollettino Covid locale ma qualche giorno fa per curiosità ho cercato e il rapporto giornaliero dava 19 infetti e 0 morti ma in tv riportavano gli incontri con le autorità europee e la mascherina era d’obbligo durante gli stessi.
    Ho trovato la pantomima penosa soprattutto quando qualche giorno prima l’intero paese gioiva in totale promiscuità di contatti sociali la vittoria della Coppa d’Africa. Semmai il Covid avesse attecchito qui avrebbe dovuto fare delle stragi date le usanze mai cambiate di mangiare tutti insieme nello stesso piatto spesso con l’ultimo arrivato.
    Comunque sia sembra che il Covid qui non abbia attecchito e la misura più restrittiva sia stata il coprifuoco alle 21 e dopo un mese lo hanno spostato a mezzanotte.
    Quindi pensare di trattare l’intero mondo nella stessa maniera è fondamentalmente sbagliato.

    Riguardo alla considerazione dello sfruttamento politico della protesta io credo che sia stato totalmente manipolato, la sinistra o questa sinistra che di sinistra ha poco e che governa con la destra non ha potuto rappresentare l’opposizione di sinistra alle poco democratiche azioni che sono state prese dal governo, la ritengo responsabile di questa manipolazione.
    Credo che questo suo articolo sia un minestrone dove si è messo di tutto senza tener conto dei differenti sapori frullandolo in un passato di verdure che alla fine non permette di sentirli.
    Spero di leggere qualcosa di piú gustoso e meno incomprensibile alla prossima lettura. Adesso l’attenzione si sposta rapidamente verso le prossime emergenze, guerra e clima, vediamo di non dimenticare troppo in fretta chi ha fatto cosa alle prossime elezioni ed eliminiamo tutta senza eccezioni questa classe politica inclusa la destra ovviamente.

  • Per Daniele: capisci ora perché anni fa ho chiuso ogni mio profilo sui social network? 🙂

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