Cordwainer Smith: “Norstrilia” e stranezze al quadrato

Francobolli, un potere segreto, gatti, cani, bovini, kookaburra (un uccello australiano), sordità telepatica, Amleto, le tre leggi della robotica, poveri autorizzati e “opinioni non autorizzate”, soldi Lst (Liberi Sulla Terra), il Giardino della morte, l’essenza matematica della musica, sotto-persone, montagne di misteri… In una parola: “Norstrilia“; in due parole: Cordwainer Smith.

Con ogni evidenza nella fantascienza si aggirano storie strane scritte da gente spesso ancor pù stramba. Eppure ogni tanto c’è qualche stranezza al quadrato che resta in mente per decenni. Nè i critici di mestiere, nè chi legge per passione, nè i biografi più o meno autorizzati saprebbero sintetizzare in una formula cosa distingua Cordwainer Smith (1913-1966), al secolo Paul Linebarger, da altri miti della fantascienza. Eppure qualcosa c’è. E non basta sapere di una biografia assai mossa (esperto nientemeno che di “lavaggi del cervello”) o d’una passione non comune per l’Estremo Oriente oppure registrare la  pur intelligente annotazione (di Giuseppe Lippi, fra gli altri) che Smith-Linebarger lavora per “accumulo”, gettando nelle righe così tanti materiali e idee da stravolgere chi legge. Ogni pagina si aspetta che l’edificio narrativo costruito da Smith crolli per eccesso di barocco o per materiali disomogenei per arrivare a fine libro e scoprire che la torre di Babele smithiana vola alto, anche se – come il calabrone del resto – è assolutamente impossibile che possa farlo. Questo non vuol dire consigliare  i suoi libri a cuor leggero: è il classico caso del “vi affascinerà o vi disgusterà”, comprenderete  ogni allusione e sfumatura oppure non capirete un cecio.

Charito ciò, è evidente che la trama di “Norstrilia” è relativamente importante. Ma se volete saperla per vaghi tratti… schiacciate il pulsante amaranto alla vostra destra, subito dietro il pomo d’ingresso nella medusa. Fatto? Ecco qualche  filo della trama. Siamo su un pianeta che i colonizzatori terrestri hanno chiamato Norstrilia in omaggio alla vecchia Australia del Nord. Un tal Rod McBan, 151esimo della famiglia, non solo esce salvo da una prova tremenda nella “casa per morire” ma poi per circostanze piuttosto insolite (se tali volete considerare per esempio l’aiuto di un Uomo Serpe e di un Computer del quale tutti ignorano l’esistenza) si inventa come l’uomo più ricco dell’universo. Fra l’altro possiede il monopolio sullo stroon che sarebbe solamente un banale virus delle pecore deformi se non avesse anche l’effetto collaterale di garantire agli esseri umani la quasi immortalità il che – è ovvio – ne fa la droga (o la merce) più ambita dell’universo. Eppure questo super-uomo  da molti suoi conterranei viene considerato un handicappato gravissimo: non può “sentare” e “piarlare” ovvero le varianti telepatiche del sentire e parlare. E andando sulla Terra affronterà un mucchio di guai, compreso… l’amore.

Nato dall’unione di due romanzi brevi, pubblicati in Italia anche come “L’uomo che comprò la Terra” e “L’uomo che regalò la Terra“, questo “Norstrilia” si inserisce nel ciclo della Strumentalità dove spicca un capolavoro come “Un pianeta chiamato Shayol” che sarebbe ora fosse ristampato. Intanto correte in edicola e, con un po’ di fortuna (i fans di Smith sono scatenati nell’incetta) potete beccare questo “Norstrilia” nella economicissima Collezione Urania. Lo ripeto: che poi lo adoriate o lo detestiate è un terno al lotto. Già che ci sono, segnalo al cugino cattivo (se esiste) della Gelmini che su Norstrilia non ci sono scuole, insegnanti o biblioteche. “Vi erano solo le 7 arti liberali, le 6 scienze pratiche, le 5 collezioni di studi difensivi e di polizia”. Sussurro allo zio cattivo (ma esiste?) di Giuliano Ferrara che se ascolta una risata è di sicuro  il kookaburra perchè gli abitanti del pianeta considerano l’umorismo “una piacevole ma correggibile disfunzione”. Infine con un messaggio cifrato faccio sapere al gemello paranoico (ove possibile) di Silvio Berlusconi che sulla Terra – nella versione di Cordwainer Smith – “la gente può dire quello che vuole e può stampare fino a 20 copie di qualunque cosa (…) oltre le 20 copie diventa comunicazione di massa ed è contro la legge”. Infatti “le notizie fanno nascere le opinioni e le opinioni causano la delusione di massa e le delusioni causano la guerra”. Chiaro? 

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