COSA È LA FANTASCIENZA? – 02
Il secondo gruppo di cinque delle cinquantuno sintetiche risposte (per ora)
di Mauro Antonio Miglieruolo
Con questa seconda puntata porto avanti la serie (lunga dieci puntate) con le quali tenterò di offrire una panoramica il più possibile completa delle definizioni tramite le quali è possibile individuare l’essenza del fantascientifico (più che della stessa fantascienza). Fantascientifico: cioè la natura tendenziale e profonda di una forma letteraria che ha arato in profondità il XX secolo; ma che ha assunto le forme più singolari e eterogenee.
Fin’ora mi sono prevalentemente occupato del ruolo e delle funzioni che ritenevo fossero svolte da questo, per molti versi, sorprendente, magmatico modo/mondo letterario. Passo finalmente, con queste 51 definizioni, a interessarmi del quesito che, da quando è nata, appassiona i lettori abituali della fantascienza: la natura dell’oggetto del loro amore; quesito che costituisce anche l’ossessione degli addetti ai lavori.
Spero, per quanto detto, di non incorrere nelle ire di questi ultimi.
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6) Una concezione del mondo che contempla le più svariate concezioni del mondo e si serve della filosofia del “tutto è possibile” per strutturare identità umano sociali impossibili.
7) La sintesi di un secolo, il Novecento. Il secolo che più degli altri ha avuto bisogno di quella fantasia che pure ha ricusato; e che forse il Duemila ricusa ancora.
8) L’espressione di un ideale che non si contenta più del faticoso ampliamento delle umane limitazioni, ma sogna di decisamente eliminarle. Dunque, sogno di onnipotenza… O forse no, ricerca di nuove forme di esistenza.
9) Un prurito dell’intelligenza dato per divertire, che a volte si manifesta con un sorriso.
10) Strumento con cui i piccoli uomini, facendosi paladini di aspirazioni universali, tentano di diventare metafora di tutti gli uomini.
mannaggia
ancora 8 settimane per sapere con chi sono più d’accordo
db
Posso anticipare, e mettere due post a settimana. Oppure una cinquina al giorno fino a esaurimento. Ma poi vedi, si perderebbe il bello dell’attesa…
pazienterò
del resto seduti qui, lungo il fiume, siamo in parecchi ad ASPETTARE (ma per altri motivi)