Creature d’acqua

Un racconto – fra i mondi – di Maria Teresa Messidoro (*)

A Etacsac di Aselavon esiste un mondo misterioso e affascinante, creatosi per fortuite e imprevedibili condizioni chimiche e fisiche miliardi di anni fa.

Questo microcosmo, invisibile agli abitanti del pianeta su cui è sorto, ospita strane creature d’acqua, filiformi, mutevoli nello spazio con il trascorrere del tempo, ogni volta che si integrano meravigliosamente con l’elemento principe del loro mondo, l’acqua appunto.

A Etacsac il tempo trascorre in modo differente dall’ambiente che lo circonda: qualche secondo, al massimo un minuto sul pianeta, corrisponde a tutta una vita di una creatura d’acqua.

Arual e Ozner condividono la propria esperienza di vita e di lavoro. Ozner è più vecchio, lo si riconosce dalla tonalità della sua voce o meglio, del suono che emette per comunicare.

Suoni delicati, brevi ma intensi, che accordandosi con le sonorità emesse dalle altre creature, creano un rumore profondo, piacevole per le orecchie degli altri esseri viventi del pianeta, anche se questi ultimi non sono in grado di percepire le singole “voci”.

Arual e Ozner hanno un compito: devono analizzare l’ambiente circostante di Etacsac, per poi relazionare ai grandi saggi. Non hanno molto tempo, sanno che prima o poi giungerà il loro attimo finale: ma per le creature d’acqua la morte non è dolorosa, giunge all’improvviso quando, terminata la vita, si annulleranno nella grande distesa di acque che li accoglie, per poi generare altre creature, altre vite.

E’ interessante per loro studiare quei massi enormi di pietra che circondano il mondo, possono anche riconoscere, determinandone le differenti lunghezze d’onda, i colori brillanti di piccoli esseri che vivono al di là di Etacsac.

Come piacerebbe ad Arual toccare quegli strani oggetti, viola, rosa, azzurri, gialli, con piccoli steli verdi !! Può solo registrarli nella propria mente, per non perderne le informazioni.

Ozner invece è più interessato ai suoni che provengono dagli altri esseri viventi: li vede muoversi, fermarsi, sedersi tra gli steli verdi, a volte parlare, muovendo ciò che lui sa essere la loro bocca. Quando si avvicinano a Etacsac, si lasciano bagnare dall’acqua impetuosa che scorre, ma non sono in grado di riconoscere e cogliere gli sguardi delle creature d’acqua.

Peccato !!

Ozner avrebbe molta voglia di comunicare, chiedere della loro vita, dei sentimenti che provano, quali siano le aspirazioni e i sogni: grazie alle sue conoscenze, ha potuto assimilare molto di ciò che questi esseri viventi hanno fissato sulla carta, creando quegli oggetti che chiamano libri.

Ma ecco, per Arual e Ozner è arrivato il momento finale della vita: la loro esistenza si perderà nell’acqua azzurra, fresca e spumeggiante di Etacsac, ma soltanto dopo aver consegnato i risultati della propria ricerca, attraverso il metodo telepatico che permette di trasferire in una frazione di secondo milioni di informazioni.

……

Luglio 2014, Cascate di Novalesa.

Renzo e Laura si siedono sul prato di fronte alla Cascata, sono finalmente riusciti ad andare a vederle: è la prima volta, nonostante abitino da anni in Valle di Susa, a due passi.

E’ una giornata calda, non afosa però, dopo le insistenti piogge dei giorni precedenti, che hanno portato nebbie e clima autunnale.

Laura ammira i fiori, li odora, ne apprezza i colori, mentre Renzo fuma una sigaretta e pensa in quale libro appena letto si racconta di questo luogo,

A un certo punto, improvvisamente, entrambi si fermano e guardano con attenzione la cascata: nell’acqua impetuosa, rumoreggiante, che cade a precipizio fino alla pozza finale, sembra di ascoltare un suono particolare e, soprattutto, vedere strane creature muoversi danzando nell’acqua.

Si sa, a volte, l’immaginazione ci fa vedere strani mondi: sicuramente inesistenti, ma piacevoli e così intensi da sembrare veri.

Dedicato a Laura e Renzo, che ci hanno aiutato a scoprire la Valle di Susa, in particolare a Renzo che non cammina più con noi su questa terra, ma sicuramente sta scoprendo con Ozner altri mondi.

 

 

Redazione
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Un commento

  • Andrea Ettore Bernagozzi

    Commovente, grazie del racconto. Un abbraccio alle creature acquatiche, terrestri o di qualsiasi altro ambiente.

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