Credevate a Natale di poter sfuggire all’astrofiloso?
Invece no: in «Ci manca(va) un Venerdì» – numero 89 – Fabrizio Melodia incontra il bue, Dylan Dog, l’asinello, Sebastiano Vassalli, una stella forse cometa, il cabaret dei Gufi … e pure la benedettina Anna Maria Cànopi
«Voi, gente normale, non potete immaginare quant’è triste il Natale… Quando bisogna essere felici per forza, e invece c’è tanta gente che soffre»: è la riflessione di uno dei tanti “mostri emarginati” incontrati dal noto indagatore dell’incubo Dylan Dog in una delle sue avventure, dove il “fare giustizia” non sempre coincide con la verità.
Tale sentimento viene confermato – e complicato – da Sebastiano Vassalli: «Cosa dovrebbe regalarci il robot di Natale? La risposta è semplice: dovrebbe regalarci un nemico […]. Come possiamo volerci bene tra noi se non abbiamo un nemico?». In effetti, sembra che nulla unisca maggiormente l’umanità di un nemico comune: e Berlino è lì a dirci qualcosa che “da noi” suona più forte di Aleppo… pur se i morti sono molti di meno.
In questo frangente parrebbe follia quel canto che tanto si perde nell’aria: «Oggi il Natale porterà | gioia e serenità. | Senti un lieto scampanare | simbolo di felicità. | Senti nell’aria la magia, | l’ottimismo, l’allegria | e felici con gli amici | siamo in festosa compagnia. | Se la neve fiocca già | ed i tetti coprirà | nelle case unita sia | la famiglia in armonia. | Oggi il ricco porterà | cibo e doni a chi non ha || se puoi toglierti il di più, | va’ e portali anche tu, | sempre più, sempre più. | Ad ogni dono che farai | più felice tu sarai. | Quanta gioia ti darà | dire buon Natale (dire buon Natale) | dire buon Natale (dire buon Natale) | un buon Natale ognun avrà». Se non lo conoscete è il «Canto di Natale di Topolino». Al quale inno db mi consiglia di contrapporre i Gufi nel senso di cabaret: ovvero I Gufi – Testo della canzone: Evviva il Natale – IT e/o il video Gufi – Era Natale – YouTube.
Il duo rapper Articolo 31 non ha dubbi: «Babbo Natale da me | non è mai venuto | forse perché il camino in casa non ce l’ho mai avuto | forse non riesce ad atterrare sui tetti perché ci sono troppe antenne | forse gli han chiesto il superbollo sulle renne | forse ha paura di qualche scippo | magari è afflitto perché lo scambiano per il Gabibbo | ma per me è da qualche parte in equatore | che se la vive da nababbo coi diritti d’autore»; giusto a sottolineare quanto ormai dell’antica festa dei Saturnali diventata poi la ricorrenza – del tutto immaginaria – della nascita di Gesù Cristo, introdotta dall’imperatore romano Eliogabalo, sia ormai rimasta solo l’impronta prettamente commerciale, aumentare il fatturato e stare aperti anche i festivi.
Ma i lavoratori godono del Natale? Fra proteste sul web e poche azioni concrete, con felice eccezione della protesta nei supermercati LIDL, potrebbe essere utile ricordare la poesia «Altro Natale» di Anna Maria Cànopi, prolifica monaca benedettina fondatrice dell’abbazia Mater Ecclesiae sul lago d’Orta: «Altro Natale: / culle insanguinate / senza lacrime di madri, / pianti sconsolati di fame / senza latte, senza pace, / senza ninne nanne. / Altro Natale / non con il piccolo presepe / tra gente semplice, /fedele, / ma su strade d’asfalto, / tra l’urlo dei motori / nel brivido della morte violenta».
In questo cupo scenario dove un dio Falegname nato povero in una stalla doveva salvarci, piomba pure il poeta – soldato, fanfarone e insolvente – Gabriele D’Annunzio con un suo racconto semisconosciuto, «I Re Magi».
«Nel viaggio i Re Magi discutevano animatamente, perché non potevano ancora stabilire chi, per primo, dovesse offrire il dono.
Primo voleva essere chi portava l’oro. E diceva: – L’oro è più prezioso dell’incenso e della mirra; dunque io debbo essere il primo donatore.
Gli altri due alla fine cedettero. Quando entrarono nella capanna, il primo a farsi innanzi fu dunque il Re con l’oro.
Si inginocchiò ai piedi del bambino; e accanto a lui si inginocchiarono i due con l’incensi e la mirra.
Gesù mise la sua piccoletta mano sul capo del Re che gli offerse l’oro, quasi volesse abbassarne la superbia. Rifiutò l’oro; soltanto prese l’incenso e la mirra, dicendo: – L’oro non è per me!».
Come dire: persino D’annunzio a Natale sembra migliore.
O come ha scritto in “bottega” il perfido db «Arrivano gli auguri dal Pd: a Natale siamo tutti più… droni».
Buone feste, se le fate; io mi riposo un po’.
LA PRIMA IMMAGINE E’ RIPRESA DALLA RETE; LA SECONDA E’ DI VINCENZO APICELLA