«Crisis»: attenti al 2014
di Gian Filippo Pizzo
La fantascienza cerca di immaginare il futuro basandosi sul presente, ma evidentemente ai curatori di «Crisis» (Edizioni della Vigna, € 11,90) questo non bastava, così – non contenti della crisi che stiamo vivendo – ne hanno immaginata una più grave nel 2014 (anzi: la peggiore regressione mondiale di tutti i tempi) e hanno chiesto ad alcuni autori di ipotizzare un avvenimento non troppo remoto nel futuro. Otto racconti per nove autori – sia noti che meno noti – italiani si sono lanciati in speculazioni anche non troppo ardite (considerando il presente) sul nostro futuro. E’ significativo notare che gli scrittori, pur avendo possibilità di spaziare in tutto il mondo, per la maggior parte siano rimasti in ambito italiano, a ennesima riprova che la fantascienza di casa nostra non ha più bisogno di ambientazione anglofone. Tra i racconti, quello di Giulia Abbate è su un immigrato albanese che poi torna nella sua terra e si muove fra storia e immaginario: toccante e ottimamente scritto, forse il migliore della raccolta. Donato Altomare, da par suo, immagina un futuro in cui la vittoria di una partita di calcio dà diritto al saccheggio della città avversaria… e ci mette dentro anche una particolare riedizione della disfida di Barletta. Francesco Grasso ci offre una specie di giallo futuristico ben condito da considerazioni economico-finanziarie, tutto sommato lieve e non troppo pessimista, mentre Alessandro Morbidelli lancia un monito di speranza: forse nel futuro più tragico ci sarà la possibilità di ripresa e il sogno di pochi potrà trasformarsi nella rivincita di tutti attraverso una nuova corsa allo spazio. Gli altri racconti – nessuno dei quali è da considerarsi poco riuscito – sono di Luigina Sgarro, della collaudata coppia Francesca Garello/Andrea Angiolino, di Alessandro Vietti («Lo spread spiegato a mio figlio», titolo che è già un programma) e di Gabriele Falcioni. In conclusione i due curatori Alberto Cola e Francesco Troccoli – che, pur essendo anche ottimi scrittori, si sono pudicamente astenuti dal partecipare come autori – hanno confezionato una buona antologia, i cui racconti sono vari come stili e trame, ben equilibrati fra visioni pessimistiche e ottimistiche pur partendo da una base comune che è, purtroppo, l’Italia disastrata dei nostri giorni. Quindi un’ottima raccolta tutta italiana nell’ambito della fantascienza più speculativa, quella che fa riflettere sull’uomo e sulla società.