Czeslaw Milosz: «Genealogia»
Quindicesimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)
a Jan Lebenstein
Certo abbiamo molte cose in comune
tutti noi che siamo cresciuti nelle città del Barocco
senza chiedere quale re volle erigere la chiesa
che vediamo passando ogni giorno, quali principesse
abitarono il palazzo, né come si chiamassero
architetti, scultori, donde venissero e quando, e per che cosa
ebbero la celebrità. Preferivamo
giocare a palla sotto la fila dei portici eleganti,
correre a lato degli aggetti e delle scale di marmo.
Poi ci furono più cari i sedili dei parchi ombrosi
che non i groppi di angeli in gesso sulla testa.
Però qualcosa ci resta: un gusto per la linea tortuosa,
le alte spirali delle contraddizioni, fiammeggianti,
abiti femminili con drappeggi sontuosi
per aggiungere fulgore al ballo degli scheletri.
(*) Continua la selezione della “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da tempo – per essere precisi: 14 anni – invia ad amiche/amici per 3 o 4 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia svegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie che ha inviato quella da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. Ma se amate la poesia vi capiterà di trovarne ogni tanto in “bottega” anche gli altri giorni (db)
RICEVO E, CON PIACERE, POSTO
Daniele, buongiorno … a proposito di versi -e volendo, anche di cicale- ti mando questa poesia, scritta dieci minuti fa!
Un mare verde è il grano, appena mosso,
acrobazie di rondini nel cielo.
Su tutto, azzurro e azzurro. Tutto è luce
e tutto brilla. Tutto
come se il mondo fosse nato adesso.
[ Gualtiero, papà, poeta e marito,
domenica 22 maggio 2016 ]