Fini, Vendola, O’Brien

Piccolo choc durante un breve viaggio. Ero con un amico, indubitabilmente intelligente e certamente di sinistra (qualunque cosa voglia dire). Mi chiede cosa penso di Fini ma  quasi non mi dà il tempo di aprire bocca che butta lì, deciso: “le poche speranze che ci restano sono Fini e Vendola”.

Choc. A parte che non credo nella delega e dunque le speranze (molte o poche) che ci restano secondo me dipendono sempre dal nostro agire, individuale-collettivo, e non da Vendola – o da Gino Strada, o magari da Marcos e  Vandana Shiva, con tutto il rispetto –  comunque cosa c’entra Fini? Provo a capire ma quando il mio amico mi dice sicuro che Fini è tra i pochi  a dire cose di sinistra – “almeno in Parlamento” precisa – mi sconforto un poco. Obietto: “ammesso e non concesso che, a volte, Fini enunci qualcosa di tiepidamente democratico, non mi pare si comporti di conseguenza e per me contano i fatti piuttoso delle belle frasi”.  La breve discussione s’incaglia sul quesito se Fini sia sincero o meno, poi prende altre strade.

Ci rifletto a freddo. Ancora choccato che fra me e il mio amico si sia scavato un piccolo abisso, senza preavviso. Resto persuaso che Vendola e Fini appartengano (in base ai loro gesti concreti) sinora a due schieramenti differenti, a due idee assai diverse del mondo  e dunque non vadano confusi. Anche se, in certi passaggi della storia o della vita, si verificano strane e temporanee convergenze: gli antifascisti e i partigiani per dire con Galeazzo Ciano o Pietro Badoglio (“ingrassato dal fascio littorio” come diceva quella bella canzone di Fausto Amodei) per un breve momento storico si trovarono oggettivamente uniti contro Mussolini, questo non li rendeva simili: in Ciano e nei congiurati del 25 aprile speravano alcuni esponenti del fascismo che volevano salvare se stessi e forse si illudevano di imbalsamare per un po’ il loro sistema di potere antidemocratico, in Badoglio sperava una certa parte d’Italia che del tutto fascista non era più (magari  datare dal10 giugno 1940 o dalle prime sconfitte militari) ma certo per nulla democratica, invece nelle file dei partigiani e nelle pur varie anime (in quasi tutte, persino alcune non progressiste) della Resistenza prendevano forma – ora in modo chiaro e ora più confuso – alcune idee, progetti e persino pratiche di un’Italia diversa e quanto meno tiepidamente democratica.

Dunque, premesso che Fini non è della “mia parte”, può essere interessante capire perchè ha deciso di opporsi alsignor P2-1816 ovvero Silvo Berlusconi. Io vedo tre possibili spiegazioni.

1 -Da persona preoccupata per il bene dell’Italia, e pur restando su posizioni di destra, Fini vede con preoccupazione il “cesarismo” (o forse il gangsterismo, il “neronismo”) di Berlusconi e cerca tardivamente di porre un argine.  Una variante di questa spiegazione è che Fini vedendo crescere il peso della Lega dunque la possibilità che l’Italia venga spaccata si è deciso a porsi come garante della nazione. E bla-bla ma insomma questo è il succo.

2 – Molto banalmente Fini è stato fatto fuori, ha regalato il suo partito (non piccolo) al signor P2-1816 senza ottenere in cambio granchè e ora fa una gran cagnara per arrivare almeno a raccattare qualche briciola oggi e domani – sta a vedere… – essere il salvatore della patria magari in una sorta di “governo di unità nazionale” che  il gruppo dirigente del Pd considera probabilmente un’idea geniale.

3 – Oppure è una variante della stategia O’ Brien.

Non capite di cosa sto parlando vero? In effetti questa terza spiegazione dell’agitarsi di Fini è (che io sappia) quasi solo mia. Eppure molte e molti di voi  hanno certamente letto “1984” di George Orwell. D’accordo vi rinfresco la memoria. E’ a O’ Brien che Winston e Julia (“noi siamo psicocriminali…e anche adulteri”) si rivolgono quando cercano di contattare l’opposizione, “una qualche sorta di organizzazione segreta”. Ed è da lui che ricevono prima notizie sulla Fratellanza e poi – in maniera rocambolesca – il libro teorico dell’opposizione, “La teoria e la pratica del collettivismo oligarchico” di Emmanuel Goldstein. Ed è ancora lui che incontrano quando vengono arrestati.

“Hanno preso anche voi” urla Winston.

“Mi hanno preso da molto tempo” replica ‘O Brien che è parte del Partito, anello importante del sistema di controllo. Chi se non un oppositore può essere il punto di riferimento dei potenziali traditori per consegnarli al regime? Restiamo in dubbio se una opposizione esista, se persino l’arci-nemico Goldtein sia una invenzione o al soldo del Grande Fratello. Di certo ‘O Brien è un anello della catena su cui la ditttura si regge.

E’ una (mia) ipotesi. Non ho alcuna prova per sostenere che Fini sia un O ‘Brien dei nostri tempi. E che il Partito dell’amore di Nerone-Berusconi si chiami quasi come l’orwelliano “ministero dell’Amore” è certo una coincidenza, una delle tante ironie della storia con la S maiuscola.

Però,visto che ci siamo, rileggere e meditare “1984” – o il meno noto romanzo che lo ispirò, “Noi” di Zamjatin – non può far male. Affrettatevi. Credo che oggi, 20 aprile 2010 dell’Era volgare, il libro di Orwell sia lo stesso che, molti anni fa, lessi io. Domani chissà… ricorderete che il Grande Fratello riscriveva di continuo tutti i documenti e distruggeva quelli precedenti. Conservate la vostra copia e confrontatele con le successive. Come diceva un teorema del Watergate (lo scandalo ch travolse Richard Nixon) “per quanto voi siate paranoici a volte la realtà del potere è persino peggiore dei vostri incubi”.

Redazione
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4 commenti

  • Indipendentemente dalla discussione (se le speranze sono Fini ma anche Vendola, stamo messi bene, come si dice a Roma), trovo sempre molto bella una citazione da 1984. Che sia originale o ‘ispirato’ da altri, quel testo è ben scritto, ben narrato e fondamentale per capire il presente- e il futuro? Uno dei pochi libri che con gli anni acquista sempre più valore. Ogni pagina è oro.
    Vi
    zzz

  • ginodicostanzo

    Ipotesi interessante e accattivante. Personalmente sarei più propenso ad un Fini che prepara da tempo il dopo-Silvio, proponendosi come “statista” di caratura nazionale e internazionale, in opposizione ad una lega fintamente scissionista. Solo che la cosa sè fatta più difficile del previsto, e per i voti andati alla lega, e per il potere di corruzione del nano che è praticamente illimitato… A mio avviso la svolta finale la darà ancora una volta Washington e i poteri trans-nazionali di cui è portavoce, ma anche questa è una pura illazione mia…
    Ciao

  • Semplicemente, il berlusca è finito, Fini l’ha capito e si è ovviamente avviata la lotta tra i Diadochi. Con Fini che persegue un disegno neo-centrista (ex AN + Udc + fondamentalisti cattolici sparsi + qualche sparuto berlusconiano meno impresentabile di altri in vena di riciclaggio + Formigoni -e se riesce quest’ultima, siamo morti!). Alla destra estrema resterebbe la Lega a scorazzare tra praterie tutto sommato innocue (ha il 12% in una consultazione nella quale ha votato il 60%: ha meno del PSI di Craxi). Non sottovaluterei la portata restauratrice di questo disegno, soprattutto per coloro che anche a sinistra continuano a dire che con la DC era tutta un’altra cosa (dimenticando piazza Fontana, piazza Loggia, Bologna ecc.)

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