Da oggi la Terra va «in rosso»

   Il comunicato stampa del Global Footprint Network: «Quest’anno l’Earth Overshoot Day (giorno del sovrasfruttamento) è il 13 agosto». A seguire «Ecco cosa possiamo fare concretamente per ridurre il nostro impatto sull’ambiente» di Roberto Brambilla

EarthOvershootDay

Quest’anno l’Earth Overshoot Day (Giorno del sovrasfruttamento) è il 13 agosto: le emissioni di carbonio continuano a spingere l’Impronta Ecologica ben oltre le possibilità del pianeta

(OAKLAND, CA, USA) — 12 agosto 2015 — Secondo i dati del Global Footprint Network, un centro studi internazionale sulla sostenibilità (con uffici in Europa, Asia e Nord America) in meno di otto mesi, l’umanità ha consumato completamente il budget a disposizione del pianeta per l’intero anno; budget in cui il riassorbimento delle emissioni di carbonio costituisce più della metà della nostra «domanda alla natura».

Il Global Footprint Network rileva l’andamento delle esigenze dell’umanità nei confronti delle risorse del pianeta (Impronta Ecologica) rispetto alla capacità della natura di far fronte a quelle esigenze (biocapacità). L’ Earth Overshoot Day (Giorno del sovrasfruttamento) indica quindi la data in cui la domanda annuale di risorse dell’umanità supera ciò che la Terra può rigenerare nello stesso anno. Nel tempo l’Earth Overshoot Day si è spostato dai primi di ottobre (nel 2000) al 13 agosto di quest’anno.

I costi di questo sforamento ecologico stanno diventando sempre più evidenti e si concretizzano nella deforestazione, nella siccità e nella scarsità di acqua dolce, nell’erosione del suolo, nella perdita di biodiversità e infine nell’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera. In particolare, se gli attuali modelli climatici sono corretti, gli apporti di CO2 più recenti amplificheranno significativamente gli effetti di quella già presente.

Conseguentemente, i responsabili delle decisioni dei governi che terranno conto nelle loro politiche di questi vincoli crescenti avranno sicuramente più probabilità di avere buoni andamenti nei risultati economici di lungo termine delle loro nazioni.

«La sola impronta ecologica da carbonio dell’umanità è più che raddoppiata fra il 1970, anno in cui il mondo ha cominciato ad andare in sovraconsumo ecologico, e oggi. Questa rimane la componente che aumenta più velocemente nel crescente divario tra l’Impronta Ecologica e la biocapacità del pianeta» dice Mathis Wackernagel, presidente del Global Footprint Network e co-ideatore del sistema di misurazione delle risorse denominato Impronta Ecologica. «L’accordo globale per abbandonare gradualmente i combustibili fossili che è in discussione a livello mondiale in vista del summit sul clima di Parigi (dicembre 2015) potrebbe significativamente aiutare a frenare la consistente crescita dell’Impronta Ecologica ed eventualmente a ridurre l’impronta».

L’impronta da carbonio è inscindibilmente connessa alle altre componenti dell’Impronta Ecologica ovvero le aree coltivate, i pascoli, le foreste e le aree biologicamente produttive coperte da edifici e strade. Tutte queste componenti competono per lo spazio. Maggiore è richiesta di cibo e di legname da costruzione, minori sono le aree disponibili per l’assorbimento del carbonio prodotto dai combustibili fossili. Ciò significa che le emissioni di carbonio si accumulano nell’atmosfera anziché essere riassorbite completamente.

Una seconda possibilità

L’accordo sul clima atteso a dicembre in occasione della Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite (Cop) 21 si focalizzerà sul mantenimento del riscaldamento globale entro i due gradi Celsius al di sopra del livello antecedente la rivoluzione industriale.

Questo obiettivo condiviso richiederà alle nazioni di attuare politiche per abbandonare completamente i combustibili fossili entro il 2070: questa è la raccomandazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) delle Nazioni Unite che ha effetti diretti sull’Impronta Ecologica delle nazioni.

Ipotizzando che le emissioni di carbonio siano ridotte come minimo del 30% entro il 2030 rispetto al livello attuale, mantenendosi nello scenario suggerito dall’Ipcc, l’Overshoot Day – secondo i calcoli del Global Footprint Network – potrebbe nel 2030 tornare indietro al 16 settembre (ipotizzando che le altre componenti dell’Impronta Ecologica continuino ad aumentare alla velocità attuale).

Questo non è impossibile. Infatti la Danimarca ha tagliato le sue emissioni negli ultimi venti anni a questa velocità: dagli anni ’90 a oggi ha ridotto le sue emissioni di carbonio del 33%. Se il mondo avesse fatto lo stesso (senza cambiare le altre componenti dell’impronta) l’Overshoot Day cadrebbe quest’anno il 3 ottobre.

Tutto ciò non per dire che la Danimarca abbia già raggiunto una impronta ecologica sostenibile. Se tutti vivessero come i danesi, l’umanità richiederebbe le risorse di 2,85 pianeti, cosa che farebbe anticipare l’Overshoot Day all’8 maggio.

Se tutto dovesse continuare allo stesso modo

All’opposto, se tutto continuasse come sempre (business as usual) nel 2030 utilizzeremmo l’equivalente di due pianeti con l’Overshoot Day che cadrebbe alla fine di giugno.

Alla base di questa proiezione c’è l’ipotesi che gli andamenti della biocapacità, della crescita della popolazione e dei consumi rimangano quelli attualmente previsti. Tuttavia, non è chiaro se un livello sostenuto di sovraconsumo sia possibile senza danneggiare la biocapacità di lungo termine, con conseguente effetti sul consumo e sulla crescita della popolazione.

Punto di non ritorno

«Siamo incoraggiati dai recenti sviluppi dei settori avanzati delle energie rinnovabili, che stanno accelerando in tutto il mondo, e dalla crescente consapevolezza del settore finanziario che l’economia a basso utilizzo di carbonio è la via del futuro» dice Wackernagel. «Andando avanti, non possiamo sottolineare mai abbastanza la vitale importanza della riduzione dell’impronta legata al carbonio, impegno che ci si aspetta venga preso dalle nazioni riunite a Parigi. Non è solo un bene per il mondo perché sta diventando una necessità economica di ciascuna nazione. Tutti sappiamo che lo stato del clima dipende da quella riduzione, ma questo non è tutto: la sostenibilità richiede che ognuno viva bene, all’interno delle possibilità del nostro unico pianeta. Questo può essere raggiunto solo mantenendo la nostra impronta ecologica entro le capacità della Terra».

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APPROFONDIMENTI:

Ulteriori informazioni sull’Overshoot Day: www.overshootday.org

Seguici sui social media: #overshoot

Per calcolare la tua impronta ecologica personale e capire come la puoi ridurre: www.footprintnetwork.org/calculator (c’è anche la versione in italiano)

Dati gratuiti pubblici sull’impronta ecologica di 182 nazioni: www.footprintnetwork.org/public2015

Sul Global Footprint Network:

Il Global Footprint Network è un centro di ricerca internazionale che si impegna a orientare decisioni politiche in un mondo dalle risorse limitate in modo informato e sostenibile. Assieme ai suoi partner, il Global Footprint Network coordina ricerche, sviluppa standard metodologici e fornisce ai decisori politici un insieme di strumenti per aiutare l’economia umana a operare entro i limiti ecologici della Terra.

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Contatti per la stampa:

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Informazioni per l’Italia: Roberto Brambilla 338 88 03 715 o uff 039 988 10 21

ECCO COSA POSSIAMO FARE CONCRETAMENTE PER RIDURRE IL NOSTRO IMPATTO SULL’AMBIENTE

di Roberto Brambilla

Risparmia energia

Assumendo comportamenti responsabili per far funzionare al meglio gli impianti esistenti: usa lavatrici e lavastoviglie solo a carico pieno; spegni le luci quando non servono e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici; sbrina sovente il frigorifero; puliscine spesso la serpentina e mantienilo a una discreta distanza dalla parete, perché la polvere ed il calore ne riducono l’efficienza. Metti il coperchio sulle pentole quando si porta l’acqua a ebollizione; evita che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola perché di lato non scalda; riduci gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria; non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni; inserisci apposite pellicole isolanti e riflettenti fra i muri esterni e i termosifoni

Sostituendo gli impianti poco efficienti con impianti più efficienti: lampade ad alta efficienza: a parità di potenza consumano meno delle lampade normali ovvero ce ne vogliono 6 per consumare come 1 lampada normale; elettrodomestici di classe A o superiore; apparecchi elettronici ad alta efficienza; scaldabagni a gas; valvole termostatiche da applicare ai termosifoni per regolarne automaticamente la temperatura (perché continuare a tenerli accesi quando si sono raggiunti i gradi desiderati?); caldaie a condensazione con impianti a pannelli radianti che rendono di più funzionando a temperature inferiori.

· Dona ciò che non usi più a chi ne ha bisogno.

· Privilegia i prodotti dell’agricoltura biologica possibilmente locale e di stagione per ridurre l’inquinamento e il consumo di risorse necessari per il trasporto.

·Non superare i 20 gradi di temperatura in casa, il gasolio inquina, il troppo caldo non fa bene alla salute ed è vietato dalla legge.

· Usa per gli spostamenti i mezzi pubblici e la bicicletta

· Diminuisci il consumo di carne: ogni hamburger equivale a 6 metri quadrati di alberi abbattuti e a 75 chili di gas responsabili dell’effetto serra. Mangiare meno carne o, perché no, non mangiarne affatto, è una scelta sociale. Una scelta solidale con chi ha fame e con il futuro del pianeta

· Bevi acqua di rubinetto che è analizzata giornalmente, non sprecarla. Eviterai l’inquinamento degli autocarri che portano le bottiglie di acqua minerale su e giù per l’Italia, l’inquinamento per lo smaltimento delle bottiglie di plastica e il tuo affaticamento per il trasporto.

· Rifuggi l’«usa e getta». Chiedi che gli oggetti che compri siano riparabili: è meglio spendere qualche cosa in più, piuttosto che riempire le discariche di oggetti dalla breve durata e che hanno comunque inquinato per essere prodotti e trasportati.

· Protesta quando ti incartano i prodotti con troppi imballaggi: li paghi almeno tre volte (come costi che il fornitore ti ricarica, come tassa smaltimenti rifiuti e come ambiente depauperato).

· Privilegia i prodotti in vetro, meglio se in vuoto a rendere. Portati sempre da casa i sacchetti per fare la spesa: meglio ancora se usi delle borse in stoffa.

· Ricicla con cura tutto il possibile: carta (i fogli già stampati utilizzali anche sull’altro lato), vetro, plastica, lattine, ferraglie, polistirolo , indumenti, rifiuti vegetali e animali

· Per acquistare consapevolmente leggi la «Guida al consumo critico» (Emi Edizioni) del Centro Nuovo Modello di Sviluppo (050 / 826 354) e abbonati ad «AltrEconomia» (02/48953031 – www.altreconomia.it).

· Denuncia le discariche abusive e chi deposita i rifiuti lungo strade e nei parchi.

COMPRA SOLO CIO’ DI CUI HAI EFFETTIVAMENTE BISOGNO

 

 

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