Dakota Pipeline: la buona notizia e la cattiva
comunicato di Greenpeace
C’è una buona notizia sulla Dakota Pipeline voluta da Trump: grazie alle proteste in tutto il mondo, la banca olandese Ing, tra i finanziatori del progetto, ha annunciato che farà un passo indietro.
La cattiva notizia è che stiamo ancora aspettando risposte da Banca Intesa Sanpaolo (*) e il suo è un silenzio assordante. Intesa Sanpaolo non risponde, dobbiamo farci sentire ancora più forte!
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Quello che succede nella riserva dei Sioux riguarda tutti noi: la Dakota Pipeline – DAPL- è solo il primo passo della strategia di Trump, che considera il cambiamento climatico una balla per minare i pilastri della politica industriale degli Usa basata su petrolio, gas e carbone. Sulla difesa del clima, come dei diritti, non c’è tempo da perdere.
Dobbiamo agire subito!
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La scellerata politica di Trump mette in pericolo il futuro dell’intero pianeta: già a pochi giorni dal suo insediamento, a Washington i nostri attivisti hanno lanciato un messaggio forte e chiaro… RESIST!
Un invito a resistere contro chi ha in spregio il pianeta, i diritti dei popoli nativi, i nostri e quelli dei nostri figli.
La notizia del passo indietro di Ing dal progetto DAPL è un segnale che resistere fa davvero la differenza, ma solo insieme, solo con continuità, possiamo ottenere grandi risultati.
Greenpeace non accetta finanziamenti da partiti, aziende, governi. Perché vogliamo essere liberi di entrare in azione in ogni luogo, sfidando chiunque metta a rischio il Pianeta. Quello che facciamo, lo possiamo fare solo grazie alle persone che scelgono di essere al nostro fianco, sostenendoci giorno dopo giorno.
(*) su questo tema sono apparsi molti post in “bottega”. A esempio cfr Sioux di Standing Rock: anche Intesa San Paolo è…