Dal carcere di Opera

Quelli che seguono sono i messaggi ricevuti dai familiari dei detenuti del carcere di Opera e segnalati ad emergenzacarcere@gmail.com  (rete composta da Yairaiha, Bianca Guidetti Serra, Legal Team, Osservatorio Repressione, Lasciatecientrare).

“Ho appena sentito un familiare che non riesce nemmeno a parlare, è stata chiamata dalla cognata che le ha detto che i suoi nipoti sono stati picchiati a Opera e che certi ragazzi avevano addirittura gli occhi di fuori dalle botte che hanno preso”.

“Familiare di un detenuto del primo reparto: “Mi ha appena chiamato, mi ha raccontato tutto, che lo hanno picchiato in tre e lo hanno spaccato, che ha le mani rotte ma sta bene, che hanno picchiato tutti perché nella confusione non hanno guardato chi c’era e chi non c’era, hanno spento le luci e hanno picchiato tutti. Lo hanno tenuto a terra coi piedi e lo hanno picchiato con i manganelli. Dopo che lo hanno picchiato per riportarlo nella cella lo hanno dovuto trascinare perché non stava in piedi e per due giorni non riusciva ad alzarsi perché si sentiva svenire. Dopo quando hanno capito che non c’entrava e gli hanno chiesto scusa. Ha detto di portare da mangiare perché sono tutti alla fame”.

“Familiare di un detenuto del primo reparto: “Ha detto che sono in una situazione di merda. Passano solo acqua e sigarette. Hanno tolto i fornelli. Oggi doveva arrivare la spesa ma non è arrivata. Oggi sono andati all’aria un’ora, meno male. Gli ho detto ‘finalmente hai chiamato, è una settimana che non dormo’ e lui mi fa ‘tu non dormi? Io ancora oggi dove guardo trovo lividi nuovi’.

“Mi ha detto che c’è un ragazzo che i segni delle manganellate sulla schiena e li ha fatti vedere al direttore che gli ha risposto ‘quelle manganellate che tu hai sulla schiena io le ho nel cuore per tutto quello che vi è successo’”

alexik

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