Dalla città col sindaco leghista

di Rom Vunner

Ebbene sì, dopo 10 anni di regno indiscusso di Flavio Zanonato, appena questi è diventato ministro (per un breve periodo) ecco che il reggente Ivo Rossi ha perso le elezioni comunali passando la palla a Massimo Bitonci, lo sceriffo di Cittadella.

Rossi ha provato a contrastarlo e aveva scelto come simbolo della campagna elettorale proprio la stella da sceriffo. Per dimostrare la sua rigidità era arrivato a creare la più grande zona no-alcool d’Italia. A Padova? A Padova la più grande zona no-alcool d’Italia? Già la giunta centrosinistra aveva fatto chiudere i bar  del centro molto presto creando un deserto ma ora voleva anche vietare l’alcool in una vasta zona.  Lo sceriffo cittadellese, come prima cosa, ha permesso di vendere nuovamente alcoolici e ha tolto la chiusura anticipata.

I primi sentori si avevano già avuti dalla sera stessa dei risultati del ballottaggio: Piazza delle Erbe si era riempita di seguaci destrorsi ubriachi fradici che lanciavano frasi di fuoco contro comunisti, zingari, accattoni e poveri in genere.

Certo, il gruppoL’Espresso, con il suo quotidiano locale IlMattino, in questi anni ha lavorato sodo per creare una popolazione in preda a una sindrome paranoico-depressiva ma il cittadellese ha prodotto video magnifici, con attori capaci di non sembrare tali, un po’ come nei porno finto casalinghi, per mostrare che il degrado era peggio di quanto non volesse mostrare il quotidiano di De Benedetti. L’altro quotidiano locale, IlGazzettino, è di Caltagirone. Insomma una città così tanto avversa ai foresti che non ha nemmeno un quotidiano locale e ha eletto un sindaco non padovano.

Nessuno, a parte Renzi e la sua corte, si spiega ancora come Ivo abbia potuto perdere. Dopotutto la campagna per il ballottaggio era stata geniale: “Meglio Ivo Rossi” che tradotto suonava come il classico “piuttosto che niente meglio puttosto!”

Rom Vunner

3 commenti

  • bozidar stanisic

    caro rom,

    ritengo: quasi nulla da fare, il leghismo si è radicato nei territori del nord come se fosse una ricetta per tutto, dal raffreddore al mal di economia.
    a 22 anni compiuti della mia permanenza in italia credo che altro paia di occhiali sociali per la stragrande maggioranza dei cittadini (leghisti e pure non leghisti, soprattutto coloro che si son accontetati degli ormai famosi 80 euro) potrebbe essere messo sulla radice del naso in quel giorno in cui non ci saranno più pensioni, nè buste paghe per tutti e non solo per i 7 milioni disperati di questo paese…
    in quel momento qcn forse dirà che il mondo esiste oltre il naso di chi lo vedeva stretto fra la falsa sicurezza e le promesse di Pinocchio.

    la propaganda ha le gambe corte. un giorno – e quel giorno ci sarà aldilà di ogni catastrofismo – dal potere del sheriffo ( e dei simili a lui) non resterà neppur l’iconografia attraverso cui ha creato il suo potere, in chiave netta: esserci forti con i deboli, e deboli con i forti.
    poi,
    la sinistra di padova è di quelle belle addormentate, ma superbe e lontane dalla cittadinanza. ho avuto un’occasione recente e del tutto casuale di porre una domanda semplice ad uno degli assessori sul perchè non si pratica a rispondere ai cittadini quando fanno alcune proposte .
    è colpevolizzato sono stato io e non il suo atteggiamento del barone della politica.
    si poteva aspettare meglio nel giorno di balottaggio? credo di no.
    ora è tempo del sheriffo, che non è venuto dal nulla ma pure dalla superbia dei sinistroidi di questa città.

  • quella che fai è un’analisi puntuale della politica di Padova.
    Devo dire che questa mattina c’è stato un presidio sotto il comune organizzato dal comitato di lotta per la casa. Bhè il presidio era partecipato e le persone si fermavano a prendere i volantini e ad ascoltare. Non succedeva d un po’.

  • bozidar stanisic

    io avevo visto (e non solo, anzi ho palpato) il crollo di un sistema sociale ed
    economico e, in consequenza, quello culturale del ex jugoslavia, con degli esiti più o meno cosnosciuti anche ai passeri sui rami.
    vedo, col dispiacere vero e l’impotenza /quasi di/sumana, come si sta spaccando il sistema italia, e i neroni vanno avanti col suonare la loro citra non rinnuncinado a nulla, anulla, a nulla, non dando esempio di qualsiasi partecipazione, nè proponendo un progetto valido per capire dove siamo davvero, nè un progetto per cambiare le cose almeno in proporzione a qto esse sono cambiate.
    certo, la gente chiede una casa, ed è giusto che ci siano delle case sociali. ma la gente, essa stessa, qdo sta bene non pensa a chi sta bene, chi fa fatica, chi dorme in macchina e va a mangiare alla mensa dei frati, cui figli si vergognano a dire che papà a mamma sono disoccupati etc.
    certo,
    manca tanto la politica di luogo, dell territorio non immagianrio ma concreto, d’incontro con dei problemi veri, di volontà di rinnunciare ai privileggi.
    tuttavia,
    saluto coloro che scendono in piazza e pacificamente rivelano che sta accdendo in qualsiasi campo sociale ed economico. lo dico anche se e’ vero che un passo spesso non annuncia un vero cammino.

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