Dard, De Giovanni, Ellroy, Meyer e Persson

5 recensioni giallo-noir di Valerio Calzolaio (*)  

Stoccolma. Estate 2010. Al 67enne Lars Martin Johansson prende un colpo! L’ex capo della polizia svedese è in pensione da tre anni, prima di andare in campagna compra le salcicce da Günters, ha un ictus, non muore ma dovrebbe perdere le abitudini di una (sua propria) vita. Che bella serie, che bel romanzo! E’ sempre lui, il macellaio venuto dal Nord, donato di ottima eredità, grande grosso e primitivo, colto intelligente e anche attraente (con gli anni), capace di vedere dietro gli angoli; lasciato dalla prima moglie con i due figli ormai lontani; dopo 15 anni da divorziato (mattiniero, di sinistra, esperto di Sherlock, contrario alla centralità del movente nel crimine) è sposato da altri 15 con la bella acuta direttrice di banca Pia. Nuotava e si masturbava regolarmente, come consigliato dal fratello in infanzia; dorme con il braccio sotto il cuscino; quando può mangia italiano e beve buon alcol. E trovava gli autori di crimini e delitti. In ospedale la dottoressa gli segnala un caso di 25 anni prima, appena caduto in prescrizione: una bimba violentata e uccisa. Dal letto e poi da casa trova i modi per risolverlo, insieme giallo a enigma e hard-boiled, storia e geografia, metodo e intuito, giustizia e ingiustizia. Non perdetelo, è un capolavoro assoluto il romanzo del 68enne Leif Gustav Willy Persson («L’ultima indagine», Marsilio 2013, pag. 508 euro 19,50; originale 2010, traduzione di Giorgio Puleo), denso e competente, senza un rigo di troppo, terza fissa al passato. Una goduria di dettagli ed emozioni: si scherza e si pensa, si odia e si ama, si ride e si piange, ci si stupisce e ci si commuove, incantati dai dialoghi con deliziosi retropensieri. In copertina Hypnos e oppio. Mosé (e Dürrenmatt) incipit delle sei parti. Manca qui solo il sesso consenziente che diverte. Aringhe e lirica.

 

Frédéric Dard (Sanantonio)

«Per stavolta don Antonio», «Nespole come se piovesse», «Obitorio per signore»

Edizioni e/o

150 e 160 pagine, sempre 8 euro

(originali 1951-53,traduzione di Bruno Just Lazzari)

Dal 1949 ai giorni (quasi) nostri il commissario Sanà Sanantonio, atletico e intelligente, irresistibile “tombeur de femmes”, racconta le sue avventurenella polizia parigina. La serie viene ripubblicata da e/o con l’originale straordinaria traduzione. Si comincia con tre romanzi, altri tre (sempre in ordine cronologico) ne usciranno durante l’estate. Inverosimili o disattente trame ricche di azione umoristica e frenetici colpi di scena, linguaggio colorato e innovativo, prima persona al presente, continui divertenti neologismi, un diversivo per ore annoiate.

Napoli, le città. Marzo 2013. Quattro investigativi di Pizzofalcone si erano tenuti tanta cocaina di un sequestro. Scoperti, forse sarà chiuso il commissariato, intanto ci mandano mele probabilmente marce; anche l’ispettore Giuseppe il Cinese Lojacono, occhi a mandorla (come Carella), zigomi alti, capelli neri, sospeso e trasferito (pur senza prove di collusione mafiosa), moglie (arrabbiata) e figlia (affettuosa) a Palermo, ora castamente combattuto fra Letizia e Laura. Arrivano Francesco Hulk Romano, scatti di violenza, Alessandra Alex Di Nardo, pistola facile, Marco Aragona, figlio di papà. Il nuovo commissario è il buon allegro iperattivo divorziato Luigi Gigi Palma, già lì l’anziano sostituto Giorgio Pisanelli e la turbata vice sovrintendente Ottavia Calabrese. I primi casi del gruppo sono l’omicidio di una ricca cortese cornuta e l’apparente reclusione di una meravigliosa 18enne. Li risolvono, stile 87°. Poi Pisanelli è convinto che alcuni suicidi siano assistiti. Lunga vita al delicato introverso amato 55enne Maurizio De Giovanni («I bastardi di Pizzofalcone», Einaudi 2013, pag. 318 euro 18), in terza varia e qualche corsivo. Mozart.

 

Cape Town. Primi mesi del 2011. Il bianco ispettore 45enne Bennie Nikita Griessel, brizzolato e rugoso, capelli folti e ribelli, occhi slavi e luminosi, in uscita dal divorzio e soprattutto dall’alcolismo (niente più da 227 giorni) continua a frequentare l’ex cantante bionda e sensuale Xandra, ubriaca cronica, attratti ma casti, e a preoccuparsi per i due bei figli, Carla e Fritz, scettico e comprensivo. Un cecchino prende di mira poliziotti, prima alle gambe poi mortalmente (per errore?), costringendo “i falchi” della direzione nazionale della Polizia a riprendere in mano il caso non risolto dell’assassinio di Hanneke Sloet, avvocatessa 33enne in carriera, carina forte ambiziosa. Sembra esserci di mezzo un grande affare di speculazione finanziaria, lui indaga, la grassottella zulu Mbali cerca chi spara. Ogni giorno perso, un altro attentato, è lotta contro il tempo. Ancora un delizioso eccelso romanzo del sudafricano 55enne (di Paarl, vive a Durban) ex consulente Bmw Deon Meyer («Sette giorni», e/o 2010, pag. 464 euro 18,50; originale 2011, traduzione di Claudia Valeria Letizia), in terza sugli investigatori e sul cecchino. Pollo nel microonde e Pavarotti.

 

Purgatorio dei perversi. Giugno 2012. Fred Otash sta nella cella 2607, nel braccio degli sconsiderati scassafamiglie. Era vissuto dal 1922 al 1992, libanese nato nel Massachusetts, sergente istruttore dei marine durante la seconda guerra mondiale, poliziotto a Los Angeles, omicida (su ordine) e corrotto, fino all’agosto 1953, poi investigatore privato e artista dell’estorsione soprattutto negli anni di «Confidential» (1953-59), la rivista scabrosa e pruriginosa sui famosi di Hollywood, e non solo: Kennedy, Liz Taylor, Brando, Katharine Hepburn, Mitchum, Wayne, Martin, Lana Turner, Marilyn Monroe, Ingrid Bergman, Rossellini, Dean, Sinatra, Preminger, Disney, Ellington, Lancaster, Land, Hitchcock, Natalie Wood, storie e aneddoti dei quali potete fare a meno. Prima di morire incontra l’alto scrittore Ellroy che gli propone un programma sulla sua epoca, sulla sua vita, sul suo viaggio morale. Muore dopo la prima puntata e soffre in purgatorio. Il titolo del programma è quello dello sgangherato racconto lungo del famoso hard James Ellroy («Ricatto», Einaudi 2013, pagg. 82, euro 10; originale 2012, traduzione di Alfredo Colitto), in prima sul cattivo.

(*) Le recensioni,  giallo-noir e non solo , di Valerio Calzolaio escono in prima battuta sul settimanale «Il salvagente». (db)

 

 

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