Dare i numeri
di Alexik
“Negli ultimi 8 mesi abbiamo avuto 5 elezioni regionali e il Pd ha vinto 5 a zero. Oggi una persona normale dovrebbe esserne felice” (Matteo Renzi, 24/11/14).
Contento lui ! Domenica scorsa hanno votato PD 535.109 emiliani e romagnoli. Nelle regionali del 2010 hanno votato PD 857.613 emiliani e romagnoli. Se perdere 322.504 elettori rende Renzi così felice, non possiamo fare a meno di augurargli tanta felicità ! Anche la sua coalizione ha poco da ridere: nel 2010 1.197.789 emiliani e romagnoli si erano espressi per Vasco Errani, oggi a Bonaccini ne rimangono 615.723 (– 582.066).
Chiunque la definirebbe una debacle … ma i renziani no. Tronfi come sempre si affollano su un grottesco “carro dei vincitori” in corsa verso il vuoto: “Il risultato delle elezioni di ieri è importante per il Partito Democratico, che conferma la propria presenza a livello regionale: in poco più di nove mesi il Pd ha strappato quattro regioni alla destra e si è confermato in Emilia Romagna. Ora continuiamo a impegnarci come abbiamo fatto: le risposte sono venute e quindi guardiamo con fiducia al futuro“.
L’affermazione è di Debora Serracchiani, eletta a governatrice del Friuli con un’astensione del 50 %. In effetti ha ragione … “le risposte sono venute”, nel senso che i votanti sono ulteriormente crollati al 37,7% in Emilia Romagna e al 43,8 % in Calabria.
Altrettanto stupore genera la fanfara mediatica attorno alla “vittoria” della Lega Nord. La conquista di 9 scranni nel consiglio regionale dell’ER da parte del Carroccio infesta le prime pagine dei giornali e gli sproloqui degli opinionisti nei talk show, che ci propinano comizi di Salvini ad ogni ora del giorno e della notte. Nessuno dice che LA LEGA IN EMILIA ROMAGNA HA PERSO 55.162 VOTI rispetto alle regionali precedenti. L’aumento del suo risultato percentuale è frutto dell’astensione abnorme che ha caratterizzato questa tornata elettorale, e il sorpasso di Forza Italia è dovuto unicamente al crollo della stessa, passata dai 518.108 voti al PdL nel 2010 ai 100.478 di domenica scorsa (– 417.630).
Al contrario di quello che vogliono farci credere, la nuova offensiva razzista di Salvini non ha dato i risultati sperati in termini di voti. E’ solo una preoccupante uniformità mediatica ad accreditare la Lega come principale forza di opposizione, la stessa uniformità mediatica che, in questi tempi di pogrom, offre ampio spazio ai rigurgiti più beceri di questa società. L’altra opposizione, quella dei 300.000 elettori emiliani che hanno abbandonato il PD dopo la sua offensiva antioperaia, non la vede nessuno.
Riprendendo le parole di Nico Macce su Carmilla On line: “Il vero partito di maggioranza è l’astensione, ma le forze politiche non si chiedono il perché. Omologazione delle politiche (il patto del Nazareno docet), ruberie piccole e grandi, certezza che comunque chiunque vinca non cambi mai nulla. Il modello statunitense si sta affermando: due campi che si autosostengono con poche differenze e poco rilevanti, che entrambi sostengono l’oligarchia totalitaria capitalista e neoliberale, per la quale anche in Italia stanno finendo di confezionare un vestito costituzionale perfetto. L’astensionismo, tutto sommato, per questi signori è un male accettabile. E resterà tale, disaffezione amorfa alla politica, sfiducia, protesta soggettiva, se non saremo in grado di contrapporre alla democrazia parlamentare in decomposizione autoritaria la forza sociale della democrazia diretta, la partecipazione attiva alla politica dei settori popolari a partire da quelli più colpiti dalla crisi”.
E’ questa l’unica via di uscita possibile, per far si che nel baratro dove vogliono spingerci, ci finisca proprio quel loro grottesco “carro dei vincitori”.