DAVID A. ROMERO .. LA PAROLA E’ LAVA CHE DANZA

di Sandro Sardella

sguardo solare generoso .. uomo dalla fragorosa risata contagiosa ..

macchina da guerra poetica .. compagno di lotta di viaggi di

cultura chicana di Matt Sedillo .. assieme con Mark Lipman hanno

poeticamente sbancato la scena del 1° Elba Poetry Festival .. la

spoken word americana ha scosso con fraseggi scoppiettanti le

manfrine all’italiana di un recitare gorgogliante e noioso ..

la parola .. il corpo .. è lava che danza ..

una lingua rigogliosa di fusioni anglo/americane e mexicane ..

un vibrare in una incarnazione di lirica lotta .. ritmi rap .. slang

per superare il devastamento dei conquistatori il razzismo la

violenza della polizia l’ingiustizia l’ignoranza il machismo ..

parole musicate da una vena di vivace ironia spiazzante spietata

.. per scavalcare il sonno della morte di un impero in violenta

decadenza ..

una poesia di memoria di ricordi di sogni dislocati .. affiorano

cicatrici .. venature surreali .. lo stare dalla parte di una corposa

minoranza .. angeli e aquile per non soffocare di rabbia ..

contro l’aridità .. parole sugli asfalti scintillanti di Los Angeles ..

riattivano una nuova socialità .. scuotono (anche) ridendo ..

David A. Romero .. poeta ed attivista Mexicano -Americano di

Diamond Bar (California) .. classe 1984 …. artista della parola

parlata .. ha pubblicato nel 2020 per Flowersong Press

(McAllen, Texas) : “My Name is Romero” ..

Mi chiamo Romero

Accade

Ogni

Singola

Notte che

Giulietta di telemarketing

Chiama dai balconi ricoperti di edera

Chiama gli amanti sfortunati

Chiama

Ciao”

C’è il signor Romeo?”

Mi spiace

Romeo è andato a prendere il burrito

Mercuzio è a fare un giro al Boulevard Whittier

E Shakespeare a prendere lezione di studi etnici

In altre parole …

Romeo non c’è!

Io mi chiamo Romero!

Non sono italiano

Sangue spagnolo

Scorre in queste vene

Anche se i miei genitori non sono spagnoli

E a dispetto dell’accento californiano del sud

Che consente parole come

Amico”

Dolce”

E “malato”

Che cadono con grazia da queste labbra

Non sono un bianco!

Sono un messicano!

Mi chiamo Romero!

Romero, come l’arcivescovo Oscar Romero

Il regista di Zombi, George A. Romero

L’attore

Cesare Romero

Si!

Prima di

Jack Nicholson

Prima di

Heath Ledger

Un uomo di colore Bruno

Ha interpretato Joker

Lo hanno vestito con una parrucca verde

Abito viola

E la faccia bianca

Anche se non si sarebbe rasato

Il suo marchio di fabbrica soave

E sexy

Baffi latini

No!

Era un Romero!

I miei genitori avevano la pelle scura

E gli occhi scuri

Quando avevo sette anni

Mio fratello ha mentito

Mi ha detto che mio padre

Era il postino

Come potresti essere il figlio dei nostri genitori

Con i tuoi occhi azzurri

E la pelle bianca?

Bene, fratello

Come Jerry Springer o Maury

I risultati del DNA son giunti!

Sono un Romero!

E so cosa alcuni di voi stanno pensando

Che sono solo un altro tizio bianco

Che cerca di dimostrare che è un latino

O solo un altro messicano

Il battito del petto

Battendosi il petto

Percuotendo qualunque reputazione gli sia rimasta

Cercando di convincerli

Che la sua famiglia

Il suo paese

La sua nazionalità

Sono migliori

Di te!

Beh,

So bene come chiunque altro

Che siamo tutti figli dell’Africa

Radici non di un singolo albero genealogico

Ma di una foresta rigogliosa

Che cresce maestosamente

Verso un magnifico destino

Splendente

Bellezza radiosa

Per favore

Chiudi gli occhi

E puoi vederlo …

Ma il nome di questa poesia non è,

Noi siamo il mondo”

Noi siamo i figli”

No!

Il nome di questa poesia

è “Mi chiamo Romero!”

Perché se non sei orgoglioso di quello che sei

Allora di che cosa sarai orgoglioso?

E se non sai da dove vieni

Come fai a sapere dove stai andando?

E io so una cosa:

Che il nome di mio padre

E il padre di mio padre

E il padre di suo padre

Prima di lui

Era Romero.

(Traduzione dall’inglese di Anna Lombardo)

 

Profezia con occhi d’aquila

La sposa coi capelli corvini della morte ha perso l’occhio

E allora lo sto cercando

Le fontane dorate si sono prosciugate

E tutti si chiedono dove sia finito lo champagne

Elevato e diviso in geografia d’oltremare

O in una tecnologia senz’anima.

Macchinari sofisticati

I gabbiani si seccano nel mare

Non te ne sei accorto

Eri ancora appollaiato sulle statue della cultura pop

Alla ricerca di crepe nel tempo presente

E in un tempo affascinante e passato. Niente è duraturo

Come tutte cose l’industria ha cambiato il suo scenario

Le erbe verdi sono appassite e salici al vento

La terra lancia di nuovo il suo richiamo: ”Ascoltami”

Ho discusso numerose teorie sotto un albero con gli sciocchi

Chi ha cercato di rimanere con i piedi per terra durante la

tempesta

Ho buttato a mare tutti i venditori di buone novelle

E le chiamavo zanzare. Succhiasangue .

Ecco la novità:

Mancavano di contenuto, contesto e convinzione

Confondere la circospezione con la circoncisione.

Erano tagliati fuori da se stessi o almeno da quella parte di sé

Con ciò ci si rende conto che siamo tutti creature volanti

intrappolate in una barca che fa acqua

Chi resterà a galla ?

Chi parlerà in tal maniera al consiglio?

Chi proclamerà che tutto ciò che fanno è stare fermi

Mentre i fantasmi sott’acqua sussurrano con le conchiglie

Di violare determinati argomenti?

Spiagge tranquille piene di creature

Sono troppo comuni.

Complice finchè ci rendiamo conto che il consiglio è

tutto un Filibustiere spavaldo finchè non avremo

la volontà di non essere sottomessi

Per quanto tempo ti arrenderai?

Ai rumori del carnevale …

In cui un burattino vestito di blu con capelli brizzolati

Colpisce le lontre marine, pugnale in mano

Mani e pugnale grondano insanguinati

Le stelle brillano, i suoi denti perfetti brillano, con il

sangue scrive sui muri “Tutto è Morte qui non si trova

Nessun amore”

C’è l’Anticristo con corone d’oro

Che affoga le colombe negli oli profumati e nella ruggine

del fossato

I baroni sibilano, rubano caffè e vino.

Guarda come gongolano

Facciamo suonare le campane a morto

Per coloro che rimbombano

Io sono uno dei tanti

In mezzo all’abbondanza”

Quindi ora lo sappiamo

Per chi parlano.

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Michele Licheri

    Stupefacente, Romero. Grazie Sandro. Hai scoperto un poeta che non fa aria; è acqua e vento e sangue della cronaca/vita in perenne trasformazione. Egli non mente: è crudo ed elegante nello sfornare la verità. Per Romero, la parola non è un orpello; all’occorrenza può essere anche un badile o uno sputnik per superare gli universi putrefatti dell’oggi, già in odore di morte. Ma lui è capace di sorridere, beffardo nel rendere omaggio alla vita in divenire ……………………………W Romero abbarbicato a noi!

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