David Lifodi: P-Mas Paraguay, un partito in movimento
Il Paraguay sembra poco più che un puntino nel Cono Sur dell’America Latina, circondato da due giganti quali Brasile e Argentina. E’ uscito soltanto nel 1989 dalla dittatura più lunga dell’intero continente, cominciata nel 1954 sotto il pugno di ferro di Stroessner, e di fatto ha visto il prolungarsi di governi solo formalmente democratici fino all’Aprile 2008, quando l’ex monsignore Fernando Lugo ha sconfitto la destra del Partido Colorado, che era riuscita a mantenere il potere anche dopo la morte dell’autoproclamatosi presidente a vita. Inoltre, la convivenza con gli ingombranti vicini non è delle più semplici: le centrali idroelettriche di Itaipù e Yaciretá permettono infatti a Brasile e Argentina (grazie ad accordi assai ambigui) di far giungere nei loro paesi energia a basso costo, mentre paradossalmente il Paraguay (sul cui suolo entrambe sorgono) non riesce a farne arrivare a sufficienza nei centri produttivi del paese. Infine, il territorio paraguayano è meta privilegiata della Difesa statunitense, che da tempo ha installato truppe a stelle e strisce nella base militare di Mariscal Estigarribia, a soli duecento chilometri dal confine boliviano, per motivi facilmente comprensibili.
E’ in questo contesto che si muove coraggiosamente il P-Mas (Partido Movimiento al Socialismo), il cui ruolo è stato fondamentale nell’elezione di Lugo alla presidenza del paese. Si dibatte spesso, in Italia e America Latina, su quale deve essere il rapporto tra governi “amici” e movimenti sociali e le contraddizioni dei primi nella loro interazione con i secondi, ma al centro delle discussioni restano i casi più conosciuti, dalla Bolivia al Venezuela passando per il Brasile. Mi sembrava invece interessante dedicare una finestra latinoamericana al P-Mas, una sorta di partito in movimento secondo la definizione degli stessi fondatori in una lunga intervista, sfociata poi in un libretto intitolato “Conociendo al-P-mas”, curato dalla giornalista cilena Marta Harnecker, intellettuale che ha raccontato con grande lucidità i processi di trasformazione e cambiamento sociale in corso nel continente. Il suo lavoro, svolto in collaborazione con Federico Fuentes (collaboratore con varie riviste e siti della sinistra critica nordamericana, da Monthly Review a Counterpunch) è riferito al 2008, poco prima dell’elezione di Lugo, ma intende sottolineare il lavoro politico nella società paraguayana, dai quartieri ai luoghi del sapere (scuole e soprattutto università), non caso il titolo originale della pubblicazione è “El P-Mas de Paraguay, un instrumento político que nace del estudiantado”. Il lavoro del P-Mas, raccontano i loro dirigenti, si fonda sul lavoro politico svolto a più livelli, quello studentesco, sindacale e sociale, una volta capito che i campesinos sono costretti ad emigrare nelle città (in particolare nella capitale Asunción) a causa della monocoltura intensiva della soia imposta dalle grandi transnazionali che non li permette più di poter vivere dei frutti della terra e del loro raccolto. La struttura del P-Mas si fonda sull’organizzazione territoriale, a partire dal lavoro politico nei singoli barrios, dove vengono lanciate periodicamente delle campagne in relazione alle necessità della popolazione. Questa è una delle maggiori peculiarità del partito, non “bajar una línea sino costruirla desde abajo”, cioè non imporre alla gente una determinata mobilitazione o focalizzarla su determinate tematiche, ma la costruzione insieme a loro di un lavoro politico fondato sulle necessità e sui bisogni della comunità, sia essa una cittadella universitaria piuttosto che una fabbrica o un quartiere dove manca un sistema fognario che permetta lo smaltimento delle acque reflue. E’ in questo senso che il P-Mas si pone come “partito movimentista”: i militanti hanno modo di venire a contatto con la popolazione, spiegano i nostri interlocutori, senza insistere più di tanto sulle colpe delle multinazionali o dell’imperialismo (che pure sono evidenti), ma puntando su un lavoro di supporto alle comunità affinché imparino ad autogestirsi e a condividere i punti in comune di una determinata lotta. Riporto un breve passo di questo loro pensiero in spagnolo, ma facilmente intuibile anche in italiano: “Nosotros hablamos mucho de no chocar con la gente y con su sentido común, de no decir <<Es la Monsanto, es el imperialismo>>, porque la necesidad de la gente en ese momento es el problema del agua, entonces hablamos del problema del agua y en torno a eso se organiza un grupo de vecinos que van encarando la lucha…”. La scelta del P-Mas, volta a rafforzare i movimenti tramite l’aggregazione di segmenti sociali affini tesi a costruire un socialismo non dogmatico, ma attento appunto alle questioni sociali, è servito sia ad evitare quella “balcanizzazione della sinistra” perdurata per tutti gli anni ’90 (e tuttora presente, a livello partitico, in gran misura in Brasile, Argentina ed altri paesi) sia a resistere ai recenti tentativi di destabilizzazione delle destre allo scopo di spodestare Lugo. Poco più di un anno fa Federico Franco, il vicepresidente del paese, ha cercato di cacciare l’ex vescovo da Palacio de López (la sede del governo) in accordo con la potente Asociacíon Rural del Paraguay, una sorta di Confindustria nazionale che ha aperto il paese all’agronegozio e alla monocoltura della soia. Piccolo particolare: il vicepresidente Franco in teoria farebbe parte di quella Alianza Patriótica para el Cambio sorta in appoggio a Lugo e che era stata costretta ad imbarcare anche piccole formazioni politiche di destra pur di farla finita con quel partito-dinosauro che è stato il Partido Colorado, al potere in Paraguay da oltre 60 anni.
Sempre nell’ideale di un partito in movimento il P-Mas privilegia molto la formazione e l’istruzione dei propri militanti, sulla scia del nucleo originario che in Brasile aveva fondato il Partido dos Trabalhadores: in questo modo, spiegano, ci rendiamo artefici di un agire politico che ci mette in relazione con i movimenti sociali potenziando le lotte sociali e sviluppando al tempo stesso una coscienza critica. La sfida del P-Mas per dare impulso ad una gestione partecipativa, trasparente e legata strettamente alla cittadinanza è appena all’inizio.