Debito pubblico: e se lo ripudiassimo?

di Francesco Gesualdi (*)

Il meglio del blog-bottega /145…. andando a ritroso nel tempo (**)

Trovo assurdo che stiamo zitti mentre a Roma stanno demolendo servizi, sicurezza sociale e beni comuni in nome del debito pubblico. La mia opinione è che se proprio dobbiamo andare verso il pareggio di bilancio dobbiamo farlo tassando i redditi alti, organizzando seriamente la lotta all’evasione fiscale, impedendo la fuga dei capitali nei paradisi fiscali, riducendo le spese militari, ritirandoci dalle missioni colonialistiche, riducendo gli stipendi degli eletti, eliminando gli sprechi di Palazzo.

Dotarsi di un sistema fiscale equo, eliminare i privilegi ed evitare lo spreco di denaro pubblico è un dovere che abbiamo indipendentemente dal debito pubblico ed è sbagliato parlarne solo quando c’è un attacco speculativo contro lo Stato. Anzi, quello è proprio il momento in cui non dobbiamo parlarne, perché altre sono le risposte da dare a banche, assicurazioni e fondi di investimento che vogliono approfittare delle difficoltà degli Stati per arricchirsi per sé. Quando questi signori, genericamente definiti mercati, pretendono di prendere gli Stati alla gola, vanno rimessi al loro posto, ricordando loro due cose:

1) la sovranità non appartiene ai mercati, ma al popolo;

2) l’interesse collettivo è preminente rispetto agli interessi individuali e se lo Stato è in difficoltà deve uscirne salvaguardando i diritti di tutti e i beni comuni.

Ecco perché penso che l’unica risposta da dare alla speculazione è il congelamento del debito ossia la sospensione del pagamento degli interessi e della la restituzione del capitale in attesa di tempi migliori. Una scelta sostenuta da tre considerazioni:

1) oltre l’80% del debito pubblico è detenuto da banche, assicurazioni e fondi in gran parte esteri;

2) il debito pubblico si è formato anche grazie ai contributi dati a banche e imprese per tirarle fuori dal fallimento;

3) l’ammontare degli interessi (80 miliardi di euro all’anno pari al 20% delle entrate tributarie) ha già ripagato abbondantemente il capitale prestato originariamente, pertanto si tratta di una rendita pura.

Sollecito tutti ad esprimersi rispetto a questa presa di posizione, perché non trovo giusto finire come i polli spennati e perché non va bene che in nome dei guadagni di pochi seghiamo il ramo della democrazia su cui sediamo e torniamo indietro di secoli rispetto a valori come equità, solidarietà, diritti.

(*) Francesco Gesualdi è del Centro Nuovo Modello di Sviluppo (Fonte: http://www.movimentocivico.it/2011/08/29/e-se-ripudiassimo-il-debito/)

(**) Anche quest’anno la “bottega” recupera alcuni vecchi post che a rileggerli, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché 14mila articoli (avete letto bene: 14 mila) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. [db]

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *