Devono riaprire i forni!
di Rom Vunner
Parola di un facente compiti di pubblico ufficiale. “Facente compiti” nel senso che è un controllore di autobus. Due ragazzi visibilmente arabi in tram, un biglietto non obliterato, tre “facenti compito” più rinforzi di altri “facenti compito” tutti con un distintivo da fare le pippe all’ispettore Callhagan.
L’inevitabile multa alla fine arriva ma non è questo il nocciolo. Parte del nocciolo potrebbe essere che i circa sei “facenti compito” hanno messo in piedi una mega operazione per un biglietto da 1,30 euri la cui non obliterazione costa al malcapitato 52 €. Se divido 52 per 6 ottengo 8,666666 euri. Quella multa ripaga a mala pena l’operazione e dobbiamo aggiungere che tre dei “facenti compito” erano in macchina. Perché questo preambolo? Perché il delirio è iniziato con “Siamo noi che paghiamo per loro”, intendendo che le loro tasse verrebbero utilizzate per mantenere gli immigrati. Ora non vorrei cadere nella becera retorica da bar dove si accusano gli immigrati e i dipendenti dei bus in quanto non immigrati ma oriundi raccomandati da partiti politici o meglio uomini politici locali e che quando non possono più guidare i bus vegono messi a fare i controllori facendo un lavoro che rende meno di quanto costa e quindi sono lavoratori “paraculati” fin troppo. Non voglio cadere in questa becera retorica.
Voglio però notare che i discorsi contro gli immigrati e contro tanti altri si stanno diffondendo. A mio parere è perfettamente inutile definire razzisti i “facenti compito”, non capirebbero un cazzo e si incazzerebbero ancora di più. Perché alzare il tono dello scontro senza alcun obiettivo? Contando fino a dieci e cercando di portare via il ragazzo non obliteratore, senza altre conseguenze se non la multa, mi devo ripetere OOOM – cioè calma – un po’ di volte. Mi sono poi ricordato che questi “facenti compito” sono al momento calpestati in un processo di progressiva privatizzazione che intende giocarsi in Borsa il trasporto pubblico, uno dei servizi su cui lor signori possono lucrare tranquillamente alle nostre spalle.