Di «mamma» ce n’è già 8, di paure 90
Ho il piacere di donare questo spazio a una mamma esclamativa, a Mazinga, alla diossina, ai viaggi, al clero, all’Islam, agli alieni, alle guerre, alla finanza, al futuro e a tutte le altre paure più in voga del momento: questo e altro nel numero 8 di «Mamma!», la rivista che dal 2009 sta esplorando quel territorio di frontiera dove il fumetto incontra la cronaca. L’associazione Altrinformazione annuncia (paraponziponzipò – lo aggiungo io, cioè db) il nuovo parto editoriale di un gruppo redazionale determinato a spingere il racconto di realtà del «graphic journalism» fino al suo massimo potenziale. Le foto segrete dello stabilimento Ilva di Taranto, la satira israeliana che ride del proprio esercito e dei kamikaze palestinesi in un unico cortometraggio, lo scontro finale tra Mazinga e il Vaticano, i venti di cambiamento in Tunisia: è questo il giornalismo a fumetti che trovate solo su «Mamma!» in un numero scritto, disegnato, illustrato, impaginato e creato come se non ci fosse un domani, guardando negli occhi la paura come chi non ha più nulla da perdere Con lo slogan «Se ci leggi è giornalismo, se ci quereli è satira», la rivista «Mamma!» sta cercando di dare spazio a una generazione di autori rimasta schiacciata fra la crisi editoriale e la gerontocrazia che ha occupato tutti i posti chiave dell’informazione. L’anteprima del numero 8 è sfogliabile su http://www.mamma.am/numero8
Per «Mamma!» è cominciato il conto alla rovescia: se entro il 2012 non arriveranno 300 nuovi punti d’appoggio il gruppo redazionale si è impegnato a chiudere la rivista per inventarsi qualcos’altro. Nelle prime settimane del 2012 sono già 40 i nuovi abbonati, e ne bastano altri 260 per garantire la sopravvivenza della rivista. Tutti i dettagli su www.mamma.am/300 Il numero 8 di «Mamma!» è stato diretto e costruito da Kanjano, co-fondatore della rivista e giovane autore di satira e fumetti, un catanese trapiantato a Roma a cui Mauro Biani e Carlo Gubitosa hanno gettato la croce sulle spalle per affidargli il ruolo di direttore editoriale, una sfida riuscita che ha provato coi fatti il valore di una generazione di autori tenuta ai margini dalla grande stampa. «Nel nuovo numero di Mamma! – racconta Kanjano – affrontiamo le nostre paure come storyteller del mondo interiore e cronisti di una generazione arenata, che sviscerano stili di vita e sicurezze che inchiodano. Il risultato è una rivista proiettata sul mondo esterno ma anche intimista, confidenziale, priva di pudore. Il pantano dei partiti è stato bandito per tuffarci nei problemi reali, dalla primavera araba alla grande industria passando per il medio oriente. A questo si aggiunge il rinnovamento del progetto grafico e l’allargamento della nostra squadra con nuove penne e matite, giunte a dare man forte ai padri fondatori. Vogliamo rilanciare la nostra scommessa sul graphic journalism, che combatte la puzza di muffa della vecchia editoria e di certa satira con una ventata abusivamente fresca e libera fino alla nudità».
La squadra? Eccola. Sul numero 8 della rivista «Mamma!» hanno scritto, disegnato e vignettato Ale Giorgini, Andrea Managò, Andy Ventura, Arnald, Assia Petricelli e Sergio Riccardi, Cani&Porci, Carlo Gubitosa, Carolina Cutolo, Claudio Gianvincenzi, ComedySubs, Demerzelev, Elena Ferrara, Ellekappa, Fabrizio Des Dorides, Flyfra, Frago, Gianluca Ferro, Gianluca Romano, Gianpiero Caldarella, Giuseppe Lo Bocchiaro, John Black, Kanjano, Katie West, Lelio Bonaccorso e Marco Rizzo, Lucio Villani, Mali’ Erotico, Marco Pinna, Mario Gaudio, Maurizio Boscarol, Mauro Biani, Mp5, Pseudonimo, Riccardo Orioles, Roberto Ugolini e Roberta Bosco, Sergio Nazzaro, Thierry Vissol, Toni Bruno, Verdana Manuzio, Vito Manolo Roma, Zerocalcare.
Nei prossimi mesi «Mamma!» sara’ presente con i suoi autori al Festival del giornalismo di Perugia, al Comicon di Napoli e in molte altre iniziative sparse lungo la penisola. Per restare aggiornati sul calendario delle iniziative basta dare un’occhiata ogni tanto al sito www.mamma.am o alla pagina Facebook della rivista. Se volete portare nella vostra città la nostra compagnia di saltimbanchi per un incontro pubblico ci basta un biglietto del treno e un divano sul quale dormire. Poi i panini ce li portiamo da casa.
«Mamma!» non è solo una rivista, ma anche una collana di saggistica a fumetti:
Nicola. R-esistenza precaria www.mamma.am/nicola
No alla Guerra, no al Nucleare (Rokuro Haku) www.mamma.am/nonuke
The Holy Bile (ScaricaBile) www.mamma.am/bile
La mia terra la difendo (Kanjano e Gubi) www.mamma.am/giuseppe .
Per contatti e informazioni: www.mamma.am – info@mamma.am
SCHEDA
«Mamma!» unisce fumetto, giornalismo e satira nel progetto editoriale inedito d’un gruppo orfano di «Paparazzin» ed «Emme», inserti satirici ormai estinti di «Liberazione» e «L’Unità». Grazie al sostegno morale ed economico del primo nucleo di lettori e lettrici adesso la rivista è diffusa su abbonamento con numeri tematici, uno “slow food dell’informazione” fatto di approfondimento e spazi per riflettere. La rivista si chiama «Mamma!» perché vuole realizzare la prima rivista italiana di giornalismo illustrato e satira d’inchiesta libera da Padrini, Padroni, Pubblicità, Prestiti bancari e Partiti politici, le “P” che inquinano e avvelenano l’informazione italiana. Nessun intermediario, nessun finanziatore occulto: solo il rapporto fra una redazione e i suoi lettori, con gli autori della rivista che diventano “editori puri” di se stessi, capaci di mettere in gioco lavoro volontario e sudati risparmi per scommettere sul sogno di un’altra informazione possibile. Un’avventura editoriale che nasce all’interno dell’associazione culturale “Altrinformazione”, per aprire al giornalismo spazi diversi da quelli dell’editoria commerciale, orientati alla comunicazione e non al profitto.
Tutto ciò viene qui postato solo perché «Mamma!» mi piace: non ci scrivo, non ho lì fidanzate o fidanzati; non mi pagano. Penso che sia - con il mensile «E» di Emergency e, nonostante tutto, «il manifesto» - uno dei pochi esempi di giornalismo controcorrente in questo Paese «spesso promosso in latino e sempre bocciato in storia, all'ombra del tricolor» come suggeriva una veeeeeeechia canzone. (db).