«Diario dalla Catalogna» di Andrea Lapponi
Recensione al libro di Andrea Lapponi che racconta, da Barcellona, la crisi catalana dal 2017 ai giorni nostri. L sue testimonianze dirette su facebook sono state pubblicate da Globalist e trasformate in articoli divenuti presto virali in quanto quasi unica voce a raccontare in maniera indipendente e realmente informata la questione catalana
di David Lifodi
Diario dalla Catalogna racconta, passo dopo passo, la lotta per i diritti e per la democrazia del popolo catalano, quasi unico caso di narrazione dal basso in un contesto, quello giornalistico, dove le istanze di quelli che in molti considerano, a torto, semplicemente come “Catarogna”, sono ridotte ad una semplice volontà di indipendentismo fine a se stesso.
In gioco c’è il referendum indipendentista del 2017, certo, ma ciò che nessuno evidenzia è che l’ostilità della Spagna assume i tratti tipici del regime franchista. È per questo, soprattutto, che Andrea Lapponi, musicologo e musicista trasferitosi a Barcellona con la famiglia undici anni fa, «scappando da un’Italia sempre più razzista», inizia a raccontare su facebook la crisi catalana. In breve tempo, i suoi post iniziano ad essere seguiti e attesi ogni giorno come una fonte indipendente da coloro che non si rassegnano a sentir parlare della questione catalana esclusivamente come ordine pubblico o un problema soltanto regionalistico in un momento in cui l’Unione europea sempre più aspira a presentarsi e ad agire politicamente come un unico stato.
Preceduta da una interessante, quanto utile, panoramica sui partiti politici spagnoli e catalani, e da un breve testo che raccoglie le note storiche e politiche sulla Catalogna, che molti dimenticano essere già una comunità autonoma, Andrea Lapponi cerca di far capire come la questione catalana non sia sinonimo di nazionalismo, ma, al contrario, un tentativo di smarcarsi da uno stato le cui istituzioni sono, almeno in parte, nostalgiche dell’autoritarismo franchista. Più volte, non a caso, i post dell’autore, nel frattempo divenuti virali e pubblicati da Globalist, evidenziano che nelle manifestazioni contro il referendum, quelle si, all’insegna del peggior nazionalismo, spesso emergono gruppi di estrema destra apertamente nostalgici del franchismo, ad esempio quando viene intonato Cara al sol, canto della dittatura, per sostenere la Guardia Civil nelle sue azioni di repressione.
«Falangisti, fascisti nazionalisti, si mischiano al ventre molle della società che si è bevuto i racconti della televisione spagnola», scrive Lapponi, sottolineando la profonda spaccatura all’interno del paese e come il fascismo sia sempre rimasto all’interno dei palazzi del potere. Le testimonianze dell’autore insistono anche sulla grande solidarietà e sulla capacità di auto-organizzazione dei movimenti sociali catalani e invitano a riflettere sullo stato della libertà di espressione e di opinione aldilà dell’interpretazione personale della crisi catalana e delle istanze della battaglia indipendentista. È per questo motivo che Andrea Lapponi, oltre a dedicare il libro alle sue due figlie e ai giornalisti Giovanni Forti e Carlo Rivolta, rivolge un pensiero speciale ai suoi bisnonni antifascisti Carlo e Nello Rosselli, tutti accomunati da un unico ideale, quello dei diritti civili, politici e sociali all’insegna di un’etica oggi rara da trovare.
Innamorato di Barcellona, la città dove si è trasferito e il cui sindaco, Ada Colau, proviene dai movimenti di lotta per la casa, l’autore riporta spesso le minacce della Spagna, che poi si riveleranno reali, di applicare, per la prima volta dal ritorno della democrazia nel 1978, l’articolo 155 della Costituzione, che limita fortemente le prerogative della comunità autonoma, gettando le basi per una sorta di commissariamento che avviene infatti il 21 ottobre 2017 con la sospensione dei vertici della Generalitat e con la proposta al Senato di destituire il presidente Carles Puigdemont, il vicepresidente Oriol Junqueras e tutti i membri del governo.
Il racconto serrato della questione catalana invita inoltre a ragionare sul ruolo dell’Unione europea, impaurita da una sollevazione giudicata separatista a priori e che di fronte alla repressione dello stato centrale spagnolo non ha scelto di ergersi a difesa dei diritti civili e politici come in teoria aspirerebbe a proporsi. Il volume si chiude con il post del 14 ottobre 2019, che riporta, due giorni dopo il Día de la Hispanidad che commemora l’arrivo di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo, la sentenza di condanna di gran parte dei volti pubblici della protesta con le motivazioni ricorrenti di sedizione e disobbedienza.
C’è da scommettere che non finirà qui e che al 14 ottobre 2019 ci sarà un seguito, una continuazione degli aggiornamenti dell’autore, almeno su facebook, sugli sviluppi della complessa situazione catalana.
Diario dalla Catalogna
di Andrea Lapponi
paginauno, 2020
Pagg. 472
€ 22