Diritti di genere: sentenza storica in Argentina

di David Lifodi

L’Argentina è il primo Paese latinoamericano che, dal 2010, hariconosciuto il matrimonio fra persone dello stesso sesso. Solo pochi giorni fa è stato compiuto un altro significativo passo avanti in merito ai diritti di genere: travestiti e transessuali potranno modificare i propri dati anagrafici in base al sesso da loro scelto.

La legge è stata approvata il 9 maggio scorso dal Senato con 55 voti favorevoli ed una sola astensione, dopo che a novembre 2011 c’era stato il primo passaggio positivo alla Camera dei Deputati. Si tratta di un risultato significativo in un Paese a larga maggioranza cattolica e detta un indirizzo chiaro agli altri Paesi del continente, dove restano forti i pregiudizi contro la comunità lgbt. Solo per citare due casi, in Brasile la bancada evangelica, trasversale agli schieramenti politici, si oppone sistematicamente a una legge che garantisca i diritti di genere, in Ecuador le lesbiche soffrono di pesanti discriminazioni. L’articolo 1 della legge garantisce il diritto all’identità di genere e a essere rispettata indipendentemente dal sesso con cui è stato deciso di essere registrata. Il percorso giuridico che ha portato all’approvazione della legge non è stato dei più semplici. Emiliano Litardo, avvocato ed estensore della normativa per conto del Frente Nacional por la Ley de Identidad de Género (Fnlig), spiega che l’elaborazione del progetto si è protratta per nove mesi. “Sono stati presi in considerazione i punti deboli di leggi che pure sono all’avanguardia, vedi quella svedese e spagnola, ma sono stati apportati dei miglioramenti”. Nei due Paesi europei infatti  sono intervenuti i comitati di bioetica e sono stati presi in considerazione studi psico-diagnostici, che continuavano a considerare la transessualità come una patologia che di fatto finiva per criminalizzare ancora una volta l’identità di queste persone. Il Fnlig ha insistito perché la nuova legge avesse un significato politico, partendo da quattro aspetti fondamentali: despatologización, descriminalización, desjudicialización e desestigmatización. Del resto la stessa comunità transessuale da tempo stava battagliando per essere riconosciuta come un soggetto politico che intendeva veder riconosciuti i propri diritti dopo anni di apartheid, e la legge appena approvata dal Senato ha rappresentato un momento storico per gli omosessuali argentini. Per loro niente più obbligo di incontri e sedute con psicologi o medici prima del tanto desiderato cambio di sesso da riportare sul documento d’identità: finora tutto ciò era appeso a un filo, alla buona predisposizione del giudice e dello psichiatra, chiamati a decidere se autorizzare o meno la modifica del sesso. Inoltre, la legge non si limita a ratificare il cambio di sesso: è possibile modificare i dati sul passaporto e anche il certificato di nascita. Finalmente è stato garantito anche l’accesso al sistema sanitario come libero cittadino e non come persona “malata” e tutti i maggiorenni potranno chiedere la rettifica di nome e sesso sui registri pubblici. Un ulteriore aspetto innovativo è dedicato ai ragazzi tra i 14 e i 16 anni, che avranno l’opportunità di avviare le pratiche per il cambio di nome con l’autorizzazione dei genitori. Colpisce l’apertura della politica argentina nei confronti di una delle comunità più escluse e perseguitate dalla società. Un senatore dell’Unión Civica Radical, partito non particolarmente di ampie vedute, ha chiesto scusa alla comunità omosessuale e transessuale per la lunga attesa che hanno dovuto sopportare prima che il Parlamento approvasse questa legge e mettesse fine ad anni e anni di discriminazione. La protezione dello Stato, nel segno del rispetto dell’identità di genere, garantirà loro l’accesso all’istruzione, al lavoro e alla casa, diritti da cui la comunità lgbt era stata finora esclusa. La durata media della vita per un trans difficilmente supera i 35 anni, e oltre il 90% di loro è passato attraverso la prostituzione come conseguenza dell’abbandono anticipato del percorso scolastico: l’accesso ai diritti fondamentali ha rappresentato un miraggio per il 95% dei transessuali. Il Fnlig ci tiene a sottolineare che l’approvazione di questa legge ha significato un vero e proprio risarcimento per una comunità emarginata  e verso la quale la stessa polizia si sentiva autorizzata a compiere i peggiori abusi durante le violente retate contro il fenomeno della prostituzione.

In buona parte dei Paesi latinoamericani da anni si tengono i processi contro gli aguzzini che torturavano e facevano sparire gli oppositori politici durante l’Operazione Condor: dall’Argentina al Cile, passando (più timidamente) per Uruguay e Brasile, qualcosa si è mosso. Sarebbe auspicabile che la stessa onda si propagasse nel continente per redigere leggi all’avanguardia che riconoscano dignità e diritti per la comunità lgbt.

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