Donne e carcere: «Domani faccio la brava»
Dal 2 settembre a Ravenna un convegno e una mostra
Venerdì 2 settembre a Palazzo Rasponi a Ravenna – organizza il settimanale diocesano Risveglio 2000 – una Tavola rotonda [i] e l’inaugurazione di una mostra fotografica, avviano una “riflessione sul ruolo della società civile nell’inclusione delle persone detenute” [ii] con particolare riferimento alla detenzione femminile.
L’iniziativa è realizzata con il sostegno, fra gli altri, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna
“Si parla e si scrive poco delle donne detenute, e ancora di meno delle donne ergastolane, forse perché il carcere all’origine era nato solo per gli uomini, e storicamente una volta le donne venivano mandate in istituti di correzione, o forse perché i maschietti si vergognano un poco (solo un pochino) di tenere delle donne in prigione. Sta di fatto che nell’inferno delle nostre “Patrie Galere” le femmine sono trattate anche peggio dei maschi e da subito sono costrette a perdere la loro femminilità (che per loro è molto peggio che perdere la sessualità) perché è molto complicato ottenere l’indispensabile per sentirsi donna.” [iii]
La tavola rotonda introduce l’allestimento di una mostra realizzata dal fotoreporter ravennate Giampaolo Corelli [iv], che da anni documenta e testimonia la condizione della popolazione detenuta femminile in Italia. La mostra presentata a Ravenna, «Domani faccio la brava. Donne e madri nelle carceri italiane» è frutto di un reportage durato due anni con racconti inediti delle detenute di tredici istituti di pena femminili italiani, da Rebibbia alla Dozza di Bologna, dalla Giudecca (Venezia) a Messina, Reggio Calabria, Trani, Torino e Palermo: l’ultima parte di una lunga indagine iniziata più di vent’anni fa. Una sezione della mostra sarà ospitata al Darsenale-Bizantina Brewpub (in viale Giovanna Bosi Maramotti)” [v]
Il lavoro di Corelli questo stesso anno, a giugno, era stato presentato Napoli nella mostra Anime perse – Donne, madri nelle carceri italiane[vi]
Programma
Venerdì 2 settembre
Tavola Rotonda “Recluse. Donne nelle carceri italiane”
Palazzo Rasponi dalle Teste Orario: 17.30
Intervengono:
Letizia De Maria, Giudice di sorveglianza (Bologna)
Cosima Buccoliero, Direttrice del carcere “Lorusso & Cutugno” (Torino)
Adriana Pannitteri, Giornalista Tg1 Rai
Rosa Alba Casella, Direttrice del carcere “La Dozza” (Bologna)
Carmelo Musumeci, già condannato all’ergastolo
Conduce Francesco Zanotti, Direttore delle testate Risveglio 2000, Corriere cesenate (il Piccolo)
Inaugurazione della mostra “Domani faccio la brava – Donne e madri nelle carceri italiane”, di Giampaolo Corelli
Palazzo Rasponi dalle Teste Orario: 18.30
In esclusiva: Video interviste di Giampiero Corelli a detenute delle carceri italiane
Montaggio di Massimo Salvucci
Inaugurazione mostra presso Darsenale (via d’Alaggio, 69) Orario: 20.30
Sui muri del Darsenale è allestita una parte della mostra che resterà aperta fino al 31 ottobre, tutti i giorni dalle 18.30.
Fra i partecipanti alla tavola rotonda c’è anche Carmelo Musumeci, scrittore ed ex ergastolano che scrive sulla sua pagina Facebook:
“È difficile dimenticarsi di un pianeta dove hai abitato, di notte e di giorno, per un quarto di secolo. Il dolore del passato non si attenua mai, con il trascorrere del tempo può solo aumentare. Per affrontarlo, puoi solo tentare di diventare più forte. E io cerco di farlo ricordando e parlando della mia esperienza carceraria.
Venerdì 2 settembre ore 17. 30 sarò a Palazzo Rasponi dalle Teste, Piazza J.F. Kennedy, 12 a Ravenna, per partecipare alla Tavola Rotonda “Recluse. Donne nelle carceri italiane”.
Donne, prigioniere di Serie B
Si parla e si scrive poco delle donne detenute, e ancora di meno delle donne ergastolane, forse perché il carcere all’origine era nato solo per gli uomini, e storicamente una volta le donne venivano mandate in istituti di correzione, o forse perché i maschietti si vergognano un poco (solo un pochino) di tenere delle donne in prigione. Sta di fatto che nell’inferno delle nostre “Patrie Galere” le femmine sono trattate anche peggio dei maschi e da subito sono costrette a perdere la loro femminilità (che per loro è molto peggio che perdere la sessualità) perché è molto complicato ottenere l’indispensabile per sentirsi donna. Per loro il carcere è molto più terribile che per i maschi perché varcata la porta di un carcere la prima cosa che ti dicono è di spogliarti e di fare le flessioni. In un quarto di secolo di carcere mi sono scritto con alcune donne ergastolane. Ecco una di loro cosa mi ha scritto:
Quello che soffre di più in carcere non è il corpo ma il cuore, perché quando non ti senti amata poi è difficile che riesci ad amare. Il carcere per una donna non solo è crudele ma è anche un mondo confuso, contraddittorio che ti squarcia dentro e che ti fa sentire una vittima anche se sei la peggiore criminale di questa terra. Poi quando ti condannano all’ergastolo capisci che il tuo corpo non ti apparterrà mai più. E questo è terribilmente triste, direi terrificante. Ti confido, Melo, che spesso mi sento sola e abbandonata, a volte mi domando chi sono e perché continuo ancora a stare in questo mondo. Melo, che devo fare? Il carcere dovrebbe insegnarti il bene che non hai conosciuto, invece a me sta insegnando solo il male. E una pena che non finisce mai come potrà mai migliorare una persona? Tu come hai fatto? Io non ce la faccio. (Rita). Al mattino, quando esco dal carcere, prendo l’autobus assieme a una ergastolana semilibera e l’altro giorno l’ho invitata a scrivere qualcosa. Questa mattina, intimidita e sotto la pioggia, mi ha passato un foglio di carta piegato in quattro, sussurrandomi: “Scusa, non sono buona a scrivere bene”:
Ciao, sono una donna di 49 anni, condannata all’ergastolo, sono detenuta dal 1988. Descrivere come si vive è molto difficile, ma si vive giorno per giorno, senza pensare che non uscirai più. Come tutti gli ergastolani, credo che ci si aggrappa alla speranza che davvero un qualcosa cambi. Se si riflette sulla pena dell’ergastolo si capisce che è uno stato in cui si fa vendetta su noi carnefici, giorno per giorno: una vita per una vita. Ma continuo a chiedermi: questa è la giustizia? Io attualmente fortunatamente sono in semilibertà, ma è dura, perché far rientro di sera con i pullman e il tempo brutto, lontano dai propri affetti… Beh, è tosta, anche a livello economico poiché mi danno 200 euro al mese, altro che le buffonate che disse in diretta tv un superiore, che dovrebbe lui davvero vergognarsi. Per chi lavora sodo, il salario dovrebbe essere giusto per tutti, visto che paghiamo tutto, e vorrei dire di fare la battaglia contro i colletti bianchi non contro chi paga. Vorrei scrivere un libro di tutta la mia vita, anche quella del carcere, ma oggi termino con queste strofe:
L’anima vive
La stella dei miei desideri va e viene, quando sembra di averla raggiunta… ancora una volta scompare… portando con sé quella parte migliore di me… Aprirò lo scrigno della felicità ci troverò foto… ricordi, e tempi belli, e brutti ma vissuti intensi perché insieme… Quante sorprese ci riserva la vita e non sai mai dietro l’angolo cosa ti riserva il destino… di certo non siamo mai noi a scegliere le cose… siamo come un rullino di un film… rideremo o piangeremo nel rivederlo? Vivi stella dei miei desideri… vivi oggi e domani e al primo risveglio… vivi per noi… anche quando la bufera ci sbatte via… ci allontana… il cuore e la vela restano a galla senza sbiadire dal tempo. L’anima vive, è, finché vola, il senso più bello di una libertà mai persa. (Rosa)”[vii]
Per informazioni: 0544 35404
Per chi vuole approfondire sull’argomento, su quello correlato dei bambini in carcere, su Corelli o sull’evento di Ravenna
https://www.antigone.it/tredicesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione/03-detenzione-femminile/
https://www.linkiesta.it/2022/01/carcere-femminile-donne-bambini-covid/
https://www.questionegiustizia.it/rivista/articolo/ripensare-il-carcere_dall-ottica-della-differenza-femminile_241.php
http://www.ristretti.it/areestudio/donne/ricerche/mattei/quarto.htm
Ma sui bambini in carcere qualcosa c’è anche in “bottega”.
https://aboutbologna.it/carceri-bellezza-le-donne-di-giampiero-corelli/
http://corellifotoreporter.it/
https://www.facebook.com/giampiero.corelli
https://www.youtube.com/watch?v=ShtnLVNmwWA
https://www.youtube.com/watch?v=ShtnLVNmwWA
NOTE
[i] Recluse. Donne nelle carceri italiane è il titolo della tavola rotonda coordinata da Francesco Zanotti, direttore di Corriere Cesenate, Risveglio e Il Piccolo, alla quale parteciperanno due direttrici di importanti carceri italiane. Si tratta di Cosima Buccoliero, responsabile del “Lorusso e Cotugno” di Torino, Rosa Alba Casella, direttrice de “La Dozza” di Bologna. Con loro Letizia de Maria, magistrato di sorveglianza e Adriana Pannitteri, giornalista Tg1 e autrice di alcuni libri sulla condizione femminile in carcere. Porterà anche la sua testimonianza, Carmelo Musumeci, in passato destinatario della massima misura restrittiva della libertà personale, l’ergastolo ostativo.
[ii] https://risveglioduemila.it/2022/09/il-carcere-al-femminile-racconti-e-immagini-domani-a-palazzo-rasponi-una-tavola-rotonda-e-linaugurazione-della-mostra-di-giampiero-corelli/
[iii] Carmelo Musumeci https://www.facebook.com/carmelomusumeciautore
[iv] http://corellifotoreporter.it/
https://www.facebook.com/giampiero.corelli
[v] https://www.corrierecesenate.it/Dall-Italia/Racconti-e-immagini-sulla-condizione-delle-carceri-femminili-in-Italia
[vi] https://www.facebook.com/vitaliana.pantini.3/videos/3278741122371106
[vii] https://www.facebook.com/carmelomusumeciautore
Domenica 4 settembre, presidio davanti all’ingresso del carcere di Torino, dove dal 24 agosto le detenute sono in sciopero della fame
https://www.infoaut.org/precariato-sociale/lettera-dal-blocco-b-del-carcere-di-torino-sui-burocrati-del-chiavistello