Chiudiamo con tre immagini del filone catastrofista. Stranamente le più belle. Vorrà dire qualcosa? Gravati come siamo dalle montagne opprimenti, che dobbiamo portare sulle spalle, dei tecnici, sfruttori, corrotti, evosori e falsi difensori, come volete che dal profondo possano sorgere immagini più ottimista? Ognuno dalla rovine progressiva del vicino (quando non dalla propria) è inevitabile deduca quella universale.
C’è una sola medicina per tanto nereggiare dell’ispirazione. Il sorgere sia pure embrionale di nuove prospettive.
Siano pure i conflitti e qualche rovina, allora, ma in favore di un mondo nuovo, di progettualità nuove. Qui e ora, anche se collocate altrove, nello spazio profondo e nel futuro.
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Suggestiva apocalisse. Un’esagerazione che attrae e diverte. Troppo soffice però per indurre a drizzare le antenne. Ne deriva non un grido d’allarme, ma la stilizzazione del disastro, operazione suifficente a separare sogno e disavventura.
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L’uomo avrà o non avrà un avvenire?
L’imamgine produce più che dubbi, interrogativi. Continuare come si continua non si può, ma diversamente come?
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La meno pessimista delle tre.
Troppo dell’antico è rimasto in piedi per non sembrare possibile una qualche sopravvivenza. A meno che l’inpiedi, con la sua resistenza al rinnovamento, sia l’origine stessa del disastro. Nel qual caso le facciante ancora in piedi anticiperebbero solo un ulteriore progresso verso la fine.
Non è detto.
Dal cielo scendono raggi che aggiungono luce e un pizzico di serenità alla scena. Illuminano la disgrazia, ma forse vogliomo anche accendere i cuori alla speranza.
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.