Dossier fs 41
di Mauro Antonio Miglieruolo
E ora un’abbuffata di copertine dei Romanzi di Urania. Senza parole, naturalmente. Ce ne vorrebbero troppe.
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La tentazione di commentare però è troppo forte. Sommerso dai ricordi, contemplo questa copertine con il medesimo stupore di quando, appena adolescente, andavo scoprendo le meraviglie del possibile. Più possibile dell’assurda raltà dalla quale era circondato e che non mi pareva vera: che non volevo vera.
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In questo caso il fascino del racconto di Wyndham, troppo nuovo, troppo fuori dagli stessi fantasiosi canononi fantascientifici, oscura la bontà dell’immagine.
Senza però riuscire a eliderla.
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Non all’altezza dei lavori precedenti, degno di restare incluso nei gloriosi primi cento numeri di Urania. Secondo alcuni i migliori, più validi. Poi le cose sono degenerati e si è parlato dei primi mille. Spero di arrivare almeno al giorno in cui di dirà: i primi duemila…
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Come far capire cosa è stato leggere L’Atomo Infinito. Oggi uno può pure sollevare un sopracciglio. Allora non solo piacque, sembrò persino prezioso. Persino insuperabile.
In un certo senso quell’impressione si è dimostrata vera: non è stato superato.
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Della serie, grandi titoli, nomi altisonanti. La firma, Jean Gaston Vandel, degna di un eroe galattico, l’avrei piacevolmente più volte ritrovata.
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Un testo che mi affascinò più per il tema (e l’ambientazione) che per lo svolgimento.
Gradevole e originale.
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Una ottima copertina per un ancora più ottimo romanzo. Tra quelli sopravvissuti all’inclemenza dei decenni. Degni di essere cercati, letti e goduti.
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La prima lettura mi aveva lasciato freddo, insoddisfatto. Avevo finito il testo a fatica. Cosa che non capitava mai, neppure con i lavori meno validi.
La seconda mi sbalordì. E’ sopravvissuto nel ricordo per la ricostruzione magistrale di un ambiente alieno e per tanti versi difficile da immaginare.
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Procuratevolo. Leggetelo. Non ve ne pentirete.
Sempre che lo spirito sia giusto, la giustezza data dall’apertura alle mille facce possibili della realtà. Apertura al mondo dell’immaginazione.
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Non ho mai amato questo autore. Non sono ingrato, però. E’ servito anche lui a rinsaldare il legame che mi tiene unito alla fantascienza. Una lettura alla quale non so rinunciare.
Mauro Antonio Miglieruolo