Dove sono gli eroi – ma anche le eroine – del XXI secolo?
Il numero 190 del mensile «Altreconomia» (*)
Si apre con l’editoriale di Pietro Raitano che ragiona sul linguaggio (dall’ ancor validissimo Orwell a oggi) più adatto a raccontare il mondo reale e si chiude con le «Idee eretiche» di Roberto Mancini sulle «tre destre» italiane e sulla speranza e/o necessità e/o urgenza di una forma politico-progettuale per la «rigenerazione della sinistra autentica in Italia e in Europa»: è il nuovo numero del mensile «Altreconomia», una delle poche cose leggibili rimaste in Italia.
In copertina gli «eroi» (e le eroine) «del XXI secolo» cioè i difensori dei diritti umani: persone che dobbiamo conoscere per aiutarle nella loro lotta, che è la nostra, invece di aspettare – purtroppo accade spesso – di piangerne la morte. Secondo il report «Front Line Defenders» sono stati 156 nel 2015 e 282 nel 2016 gli omicidi di questi eroi/eroine. E’ dunque importante, forse decisivo, che se ne parli ADESSO, il più spesso possibile, per salvare altre vite di eroi/eroine che i “grandi media” celano, silenziano o talvolta insultano… quasi sempre per non disturbare gli sporchi affari dei loro padroni o dei grandi inserzionisti. «Altreconomia» di febbraio racconta e/o mostra la bangladese Supriti Dhar, il brasiliano Luiz Claudio Silva e la sua connazionale Heloisa Helena Costa Berto, l’egiziana Mozn Hassan, la nicaraguense Francisca Ramirez, i marocchini Said N’ait Lhou e Moja Tawja, la messicana Cristina Auerbach, l’azera Khadija Ismayilova, la keniana Anne Njogu ma ci ricorda anche l’assassinio – fra i tanti – di Marcel Tengeneza in Congo, quel che sta accadendo in Turchia e nel Nord Dakota contro i Sioux.
Se per noi sono loro gli eroi/eroine di ogni giorno, come possiamo aiutarli adesso? A me viene in mente che piccoli gruppi locali potrebbero – in parallelo ad Amnesty e ad altre organizzazioni (*) – adottare “a distanza” alcune di queste coraggiose persone; è un primo passo. Che ne dite? La “bottega” è ovviamente a disposizione…
Nel numero 190 spiccano molti altri ottimi articoli. A partire dall’inchiesta di Luca Martinelli sul grande e sporco affare delle emissioni; come spiega il sommario: «il meccanismo della Commissione Europea pensato per contrastare il cambiamento climatico si è rivelato un sussidio indiretto, in particolare per cementifici, raffinerie, industria siderurgica».
Segue un’analisi di Duccio Facchini sulle tangenti in Italia: «oltre metà delle infrastrutture “strategiche” in Italia sono coinvolte in indagini».
Le foto e i testi di Alberto Caspani raccontano «i nuovi schiavi del Benin». A seguire un altro reportage di Orsetta Bellani sulle mutilazioni genitali fra le indigene della Colombia.
«Porte girevoli» racconta quali – e quanti – politici passano da una pubblica amministrazione a una grande azienda: pensateci su e capirete al volo che non è un bene per l’interesse pubblico. Notizie positive invece da altri reportages: sulle «reti solidali» per custodire mais e riso; sull’«olio inclusivo»; su chi fa «scuola tra le macerie» e resiste; su alcune iniziative di «arte pubblica e rigenerazione creativa delle città italiane» (non sono pochi «30 festival nel 2016 e circa 200 interventi in altrettanti Comuni»). E poi libri – fra agricoltura e montagne – gli appuntamenti di marzo e altro.
Nelle rubriche: Sudan; qualche buona notizia su eolico e solare; l’India gandhiana di oggi; sull’antimafia in Emilia-Romagna; gli “schiavi” del ministero Beni Culturali; mentre Lorenzo Guadagnucci riflette sulla morte del piccolo Rohingya, «annegato sul confine tra Birmania e Bangladesh»,
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(*) cfr anche Difendere chi difende i diritti umani di Francesco Martone.