Due giovani scrittori sardi raccontano storie che…
… arrivano dal passato e aspettavano di essere scritte.
Francesco Masala sui libri di Valeria Usala e Giovanni Gusai
La rinnegata – Valeria Usala
piccole storie ignobili, a Lolai, un paese sardo così bene inventato che sembra vero.
ci sono i proprietari terrieri, che hanno le terre e anche le anime che le abitano, sono una loro proprietà, mutatis mutandis come nella Russia zarista, tutto il mondo era paese (chissà se lo è ancora).
ognuno deve stare al suo posto, la mobilità sociale praticamente non esiste, si passa in pochi decenni dalla storia immobile in saecula saeculorum al capitalismo di rapina, l’accumulazione primaria di terre e risorse naturali.
Maria e Teresa, in modi diversi, sono vittime di un mondo nel quale la parola femminismo non esisteva ancora neanche nei cruciverba, e dignità e libertà erano parole per pochi.
il presente ha radici nel passato, e fare i conti col passato, o anche soltanto ricordarlo, è necessario.
e Valeria Usala lo fa, scrivendo, come si deve.
Come in cielo, così in mare – Giovanni Gusai
il romanzo è ambientato a Locoe (il nome di un villaggio realmente esistito, e tragicamente scomparso) dove Antine arriva per la prima volta a 28 anni.
una storia – così dicono – del figliol prodigo, di Ulisse, a me sembra semmai una storia di Grazia Deledda cento anni dopo, credo che a lei sarebbe piaciuta.
un libro sulle radici, sulla testardaggine, sull’amore, sull’economia, sui rapporti umani, sulle scelte e sui silenzi, sopratutto sui silenzi.
insomma un libro sardo, di oggi come di ieri.