Due giovanissimi annegati in un fiume: sarà…
… un caso che sono migranti?
di Vito Totire (*)
L’imperativo etico: garantire uguale speranza di vita e salute a tutti è ancora “valido”? O ce ne siamo dimenticati?
Vedendo il titolo «Due giovani annegati» vi siete chiesti, prima di leggere l’articolo, se erano due immigrati?
Ormai i riscontri assumono la dimensione della evidenza statistica-epidemiologica; infatti si tratta di due giovani rumeni di 19 e 27 anni, annegati nel fiume Simeto a Catania. L’anno scorso un evento luttuoso simile ha riguardato nel fiume Secchia a Sassuolo tre giovanissime di origine indiana; alpadre è stata attribuita la frase “non si può nulla contro il volere di dio”.
L’Iss – Istituto superiore di sanità – ha pubblicato uno studio sugli annegamenti. Si capisce perchè gli immigrati sono svantaggiati:
- La povertà che tende ad escluderli da piscine e spiagge (quando lontane dalla residenza);
- La scarsa conoscenza dei rischi locali
Recentemente un assessore del territorio di Bologna ha lanciato la “lungimirante” proposta dei cartelli in varie lingue per segnalare i pericoli; solo che mentre faceva questa lungimirante proposta venivano apposti cartelli con scritte solo in italiano lungo il fiume Santerno;
Ormai quasi nulla scuote dalla diffusa indifferenza. Noi stessi , pur animati da “buone intenzioni” abbiamo concluso poco; eppure bisogna reagire.
- Mobilitando le comunità di immigrati con incontri per diffondere le informazioni;
- Richiamando la attenzione delle istituzioni locali per mettere in campo adeguate misure di prevenzione.
Dobbiamo evitare che fatti così gravi e, in fondo, facilmente prevenibili , si riducano a un piccolo trafiletto sui giornali e a reazioni che se non sono di indifferenza sono di fatalismo.
Ci chiediamo se il sindaco di Catania e la comunità rumena della stessa città (per non parlare della Asl che- fino a quando non viene abrogata la legge 833/1978 -ha tra i suoi doveri quello di disegnare la mappa dei rischi nel territorio) non potrebbero incontrarsi per discuterne.
23 maggio
(*) A nome del circolo “Chico” Mendes e del Centro Francesco Lorusso di Bologna
Ormai tutto scorre, lento ed inesorabile, come l’acqua del fiume che copre i corpi dei giovani annegati, nell’indifferenza generale.
La considerazione finale posta in domanda nello scritto da Vito Totire a nome di ……… è molto funzionale e pertinente.
Però a Catania l’amministrazione comunale del Sindaco Bianco è in “ben altre” vicende affaccendate, in propagazioni di vacue immagini e alle prese con un gigantesco deficit comunale che rasenta o forse sorpassa il miliardo di euro, detto delle “liete novelle”.
Speriamo che la comunità romena ( molto numerosa in città) e la “società civile” abbiano voglia di farsi sentire.
Lo scritto del circolo “Chico” Mendes e del Centro Francesco Lorusso di Bologna è uno squarcio di comune speranza. Non tutto è perso, la voglia di difesa e di umanità ancora trapela.