due storie di ragazze
di franz (*),
due ragazze in secoli diversi, città diverse, con caratteri del tutto diversi, ma vale la pena di leggere la storia di ciascuna.
Da qui vedo la luna – Maud Lethielleux
la vita di una ragazza “barbona” raccontata da se stessa, in forma di romanzo.
non tanto crudo, ma si capisce la durezza della vita trascorsa, e poi il lieto fine.
non è un capolavoro, ma si legge bene, merita.
PS: a chi non lo conosce, raccomando “(Fanculopensiero)”, di Maksim Cristan, un gran libro, anche questo autobiografico, di chi un giorno ha lasciato tutto e ha vissuto in strada.
Mistero doloroso – Anna Maria Ortese
Florida è un fiore che spunta in un mondo che non la merita, vive come farfalla, bella e per un tempo piccolo, poi torna umana per una vita lunga, triste e grigia.
è un regalo poter leggere una storia così, senza parole di troppo e senza lieto fine, e con illusioni che svaniscono, nel mondo ingiusto e brutto, quello di allora e quello di sempre.
cercatelo e regalatevi questa storia, e guardate il mondo con gli occhi di Florida.
(*) così si presenta franz (rigorosamente minuscolo): «Ah, i libri! Sono bottiglie lanciate in mare, come nei film di pirati, i migliori sono mappe del tesoro, solo bisogna saper leggere quello che qualcuno, che non ci conosceva, ci ha donato. Credo davvero che quanto più s’allarga la nostra conoscenza dei buoni libri tanto più si restringe la cerchia degli esseri umani la cui compagnia ci è gradita. Noi siamo come nani sulle spalle di giganti e la lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. Una cosa è necessaria: non leggete come fanno i bambini per divertirvi o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere. Risponde qualcuno alla domanda sugli scrittori del momento: “Non so niente della letteratura di oggi, da tempo gli scrittori miei contemporanei sono i greci”. I libri non si scrivono sotto i riflettori e in allegre brigate, ciascun libro è un’immagine di solitudine, un oggetto concreto che si può prendere, riporre, aprire e chiudere e le sue parole rappresentano molti mesi, se non anni, della solitudine di un uomo, sicché a ogni parola che leggiamo in un libro potremmo dire che siamo di fronte a una particella di quella solitudine. Un libro è uno specchio. Se ci si guarda una scimmia, quella che compare non è evidentemente l’immagine di un apostolo».