Dylan Thomas: «Non andartene docile»
123esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)
Non andartene docile in quella buona notte,
i vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno;
infuria, infuria, contro il morire della luce.
Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta
perché dalle loro parole non diramarono fulmini
non se ne vanno docili in quella buona notte.
I probi, con l’ultima onda, gridando quanto splendide
le loro deboli gesta danzerebbero in una verde baia,
s’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.
Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono,
troppo tardi imparando d’averne afflitto il cammino,
non se ne vanno docili in quella buona notte.
Gli austeri, prossimi alla morte, con cieca vista accorgendosi
che occhi spenti potevano brillare come meteore e gioire,
s’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.
E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi,
benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.
[traduzione di Ariodante Marianni]
Do not go gentle into that good night,
old age should burn and rave at close of day;
rage, rage against the dying of the light.
Though wise men at their end know dark is right,
because their words had forked no lightning they
do not go gentle into that good night.
Good men, the last wave by, crying how bright
their frail deeds might have danced in a green bay,
rage, rage against the dying of the light.
Wild men who caught and sang the sun in flight,
And learn, too late, they grieved it on its way,
Do not go gentle into that good night.
Grave men, near death, who see with blinding sight
blind eyes could blaze like meteors and be gay,
rage, rage against the dying of the light.
And you, my father, there on the sad height,
curse, bless me now with your fierce tears, I pray.
Do not go gentle into that good night.
Rage, rage against the dying of the light.
(*) Qui, il sabato, regna “cicala”. Libraia militante e molto altro, codesta cicala da oltre 15 anni invia ad amiche/amici per 4 o anche 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure svegliarsi al mattino trovando i suoi versi. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime quella da regalar alla “bottega” e io posto. Perciò ci vediamo qui fra 7 giorni. [db]
GENT.MI, VI SCRIVO IL PRESENTE MESSAGGIO PER CHIEDERE GENTILMENTE SE È GIA’ SCADUTO IL TEMPO PER PARTECIPARE AL VS. CONCORSO LETTERARIO CHE È STATO PUBBLICATO SUL VS. SITO QUALCHE TEMPO ADDIETRO. SE NON È SCADUTO, MI FAREBBE PIACERE RECAPITARE IL BANDO PER POTER PARTECIPARE. INOLTRE CHIEDO, POICHÈ DA MOLTI ANNI IO SCRIVO POESIE E HO DA POCO PUBBLICATO UN NUOVO LIBRO, CHIEDO CORTESEMENTE SE FOSSE POSSIBILE PUBBLICARE SI VS SITO QUALCHE MIA POESIA. GRATO DELL’ATTENZIONE, PORGO I MIEI SICERI SALUTI. ANTONIO DERRO.
A PRESTO,
ANTONIO DERRO, PINEROLO
La sua poesia più famosa – citata anche nel capolavoro di Christopher Nolan, Interstellar – è dedicata al padre David John malato di cancro. Si tratta della supplica di un figlio al padre morente, che il poeta scandisce elencando quattro categorie di uomini, i saggi, i probi, gli impulsivi, gli austeri: a qualsiasi categoria appartenga il padre, non importa. Il figlio guarda il proprio padre dissolversi e gli chiede di infuriarsi, nonostante tutto, nonostante la “buona notte”, che è la morte, sia uno svanire docile della luce, la chiusura piana di un lungo giorno…
I premi letterari mi mettono una grande tristezza. Tutto quello sgomitare per rendersi evidenti. L’arte non è competizione.