El Salvador: liberati tre difensori dell’oro blu

Erano stati arrestati per aver denunciato un’impresa che agiva senza permessi.
Contro di loro è stata organizzata una vera e propria campagna di persecuzione dai media filogovernativi fedeli al presidente Nayib Bukele.

di David Lifodi (*)

 

Lo scorso 26 gennaio la Camera penale di Ahuachapán (capoluogo dell’omonimo dipartimento, nella parte occidentale di El Salvador, al confine con il Guatemala) ha ordinato la liberazione di tre attivisti arrestati il 29 novembre 2021 con l’accusa di aver fatto ingresso, senza permesso, nei territori di proprietà dell’impresa immobiliare Fénix, intestarditasi nel cercare acqua nella zona di La Labor per costruire 1.764 abitazioni nell’ambito nell’ambito del progetto residenziale Eco-Terra Hacienda.

La storia di Alberto Zúniga Artero, agente di polizia e presidente della Junta de Agua de La Labor, Miriam Cinco, fruttivendola e José David Miro Escalante, è stata raccontata da uno dei più prestigiosi quotidiani on line centroamericani, il salvadoregno elfaro.net, nell’articolo Los defensores del agua que acabaron presos por denunciar a una empresa sin permisos. Ai tre, per il momento, è stato vietato di uscire dal paese e di avvicinarsi alla zona dove Fénix effettua le perforazioni alla ricerca dell’acqua.

A formulare la denuncia contro di loro è stata la testimonianza di due impiegati dell’impresa, smentiti da un’intera comunità che si è sempre opposta alla perforazione del pozzo senza essere mai ascoltata. Le missive inviate al Ministero dell’ambiente e delle risorse naturali, alla magistratura e al presidente del paese Nayib Bukele sono sempre rimaste senza risposta, nonostante l’evidente violazione, da parte di Fénix, sia della Ley de Medio Ambiente sia delle norme dell’Administración Nacional de Acueductos y Alcantarillados.

Alla comunità di La Labor l’acqua su cui ha messo gli occhi Fénix serve perché si tratta dell’unica fonte di rifornimento idrico, sulla quale contano circa 10.000 persone, ma tutto ciò non interessa a Salazar Romero, una delle constructoras più grandi di El Salvador che, in questo caso, si muove proprio tramite Inmobiliaria Fénix.

Alle richieste di spiegazioni a Fènix, e alle sollecitazioni di elfaro.net all’impresa per un’intervista o perlomeno una nota di risposta a proposito delle irregolarità denunciate dalla comunità in relazione al progetto Eco-Terra Hacienda, è seguito solo uno sprezzante silenzio.

I tre rappresentanti della comunità La Labor sono stati i primi ad essere stati incarcerati per aver condotto una protesta volta a reclamare il diritto all’acqua dal governo Bukele. L’arresto di Alberto Zúniga Artero, Miriam Cinco e José David Miro Escalante è avvenuto con una rapidità sorprendente, a sole 24 ore dalla denuncia di Inmobiliaria Fénix. La Procuraduría de derechos humanos ha parlato di una vera e propria persecuzione politica scatenata nei confronti dei tre arrestati ai quali, all’interno del penitenziario, è stata negata sia la visita dei familiari sia quella degli avvocati. A causa della loro situazione economica i tre esponenti della protesta hanno avuto difficoltà anche a potersi permettere un avvocato, nonostante la propaganda filogovernativa abbia sostenuto, sulle reti sociali, che, ad Ahuachapán, la polizia ha disarticolato una red de agresivos manipuladores che si facevano pagare per organizzare le manifestazioni contro l’impresa.

Alberto, Maria e José David sono stati arrestati per aver difeso il diritto della comunità all’oro blu, nonostante una violenta campagna di disinformazione scatenata nei loro confronti da Fénix e sostenuta dal sindaco ahuachapaneco Juan Carlos Zepeda Marroquín, di Nuevas Ideas, il partito di Bukele, che fin dal 2020 ha finto di ignorare l’informativa del Ministero dell’ambiente e delle risorse naturali: “el proyecto no cuenta con el permiso ambiental correspondiente”.

Non è la prima volta che Fénix ignora il pronunciamento del Ministero, rifiuta di presentare uno studio di impatto ambientale ed elude le richieste dell’Administración Nacional de Acueductos y Alcantarillados, tra cui quella di presentare una risoluzione favorevole alla perforazione rilasciata dallo stesso Ministero dell’Ambiente.

“Quiero decirles que me siento orgulloso de ser laboreño y orgulloso de ser defensor de los derechos de nosotros los pobres, es posible que un día de estos nos detengan por injusticias de personas sin escrúpulos, solo quiero pedirles que valoren todo sacrificio”: così aveva scritto sulla propria pagina facebook, pochi giorni prima di essere arrestato, Alberto Zúniga, la cui abitazione, come quella dei suoi compagni, è stata circondata da decine di poliziotti come se fossero dei pericolosi delinquenti.

“No vamos a permitir que nos dejen sin agua”: questo è il messaggio della comunità di La Labor, pronta a resistere ancora di fronte a Fénix e alla propaganda bukelista.

Foto ripresa da elfaro.net

(*) Link all’articolo originale: https://www.peacelink.it/latina/a/48983.html

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *