El Salvador: Miss Universo e l’universo reale
di Maria Teresa Messidoro (*)
LA BELLEZZA
Belle. Le piazze del centro di San Salvador erano belle.
Perfettamente pulite, con il profumo Dove sparso ovunque, pronte a ricevere le 85 concorrenti partecipanti a Miss Universo 2023.
Su quei marciapiedi lucenti, con la mano lasciva e sudata di uomini con i baffi che le circondavano la vita,, alcune delle concorrenti hanno ballato cumbia, deliziose cumbia, impreziosendo la città.
E per alcuni giorni quelle piazze e quelle vie hanno meritato gli aesthetic (1) diventando il regno di turisti pronti a scattare il proprio selfie o di visitatori generosi nel pagare cibo e artigianato.
Lisbeth Valverde, Miss Universe Costa Rica, takes part in a gala event as part of the activities of Miss Universe 2023, at the headquarters of the Salvadoran Foreign Ministry in San Salvador, El Salvador, 08 November 2023.
LA BRUTTEZZA
Brutte. Le miserabili strade dove non hanno camminato le Miss partecipanti al concorso continuano ad essere brutte.
Calpestate da donne e uomini che non possono spendere 4 dollari per una pupusa (2) né possono affittare un appartamento vista mare a Sunset Park, il regno del surf..
Quelle strade fangose e rumorose non sono degne di un aesthetic né potranno apparire in qualche post di Instagram.
Gli organizzatori locali di Miss Universo si sono impegnati affinché nessuna delle giovani con fascia e corona da reginetta superi il confine con il fango o qualche cane possa irrompere sulla scena, rompendo l’illusione di una società perfetta.
El Espíritu de Surf City Sunset Park y El Salvador Maglietta
LA POLITICa
Bellezza e bruttezza convivono in El Salvador, che si oscura mentre si illumina con luci Led. Questo paese è sempre stato diviso, da quando esistono le potenti 14 famiglie che lo hanno governato e posseduto per secoli, padroni di terre e di donne e uomini.
L’evento di Miss Universo 2023 ha fatto indossare a El Salvador il costume da bagno e lo ha portato a sfilare in un evento internazionale.
Mostrare una faccia della moneta – forse quel bitcoin così sapientemente introdotto alcuni anni fa – è una strategia politica ben pensata. Si è cercato di dimostrare ai governi stranieri e alle Organizzazioni Internazionali dei Diritti Umani, divenute sospettose dopo la proclamazione e le proroghe del Régimen de Excepción, che non ci può essere dittatura né insicurezza pubblica se alcune Miss possono visitare siti archeologici, gustare pupusas e passare interi pomeriggi esercitandosi nel surf.
Proprio rispetto alla visita del gruppo di Miss al sito sacro Tazumal, il Consejo Ancestral de los Territorios Indigenas CACTI ha protestato per l’utilizzazione di luoghi sacri per una operazione di maquillage di una realtà da nascondere.
Il CACTI ricorda che “le comunità indigene salvadoregne sono totalmente ignorate dal Governo, mentre i territori sono rasi al suolo dal imprese distruttrici della Madre Terra, attentando contro la vita di tutto il popolo e delle future generazioni” (3)
E poi.
Poi gli specchi d’acqua della statua del Salvador del Mundo nemmeno gli Stati Uniti li hanno, i posti macchina all’aeroporto internazionale dedicato a Mons. Romero sono così estetici dipinti di azzurro e bianco fluorescenti, i colori della bandiera nazionale, ovvio.
Quegli stranieri e migranti che rientrano a casa, che hanno ascoltato per anni la storia di un paese dominato dalle maras (4), oggi possono convincersi che il loro paese è semplicemente mara-villoso.
Chi detiene il potere può incoronarsi facilmente dell’immagine, dell’estetica e della bigiotteria divenuta politica di Stato: potremmo chiamarla una politica arsthetic.
LA REALTA’
Il problema è che se attraversiamo il vero El Salvador, quello reale, il meno fotogenico, scopriamo che le reti sociali sono inondate da pressanti richieste di medicine, da proteste per un costo della vita sempre più alto e sempre più insostenibile, da denunce di torture e sparizioni nelle carceri affollate e disumane del Regime, da richieste di miglioramento di un sistema educativo con le classi affollate come gabbie di polli in batteria.
UN PO’ DI STORIA
E analogie.
Questa edizione di Miss Universo ha molte analogie con l’edizione di Miss Universo del 1975 quando il presidente salvadoregno di turno, Arturo Armando Molina, decise di portare lo spettacolo in El Salvador, cercando di presentare il paese come meta turistica in un paese turbolento e sotto una forte repressione.
Anche allora si assistette a scenari pomposi, musica tropicale, sistemazioni paradisiache, euforia contagiosa: lo show del 19 luglio 1975 fu il culmine degli sforzi per presentare El Salvador come el país de las sonrisas e il Colonnello Molina come un uomo distinto e premuroso per la propria popolazione.
Nella realtà, lo scontento aumentava giorno dopo giorno dopo la frode elettorale del 1972 e nel contesto di una repressione costante e crescente, in un paese in ginocchio al di là dei i costi smisurati per la realizzazione del concorso Miss Universo. Alcuni giorni dopo la sfilata delle donne più belle del mondo nel Gimnasio Nacional, il 25 luglio, l’Esercito interruppe a Santa Ana un desfile bufo, una sfilata buffa, caricatura della recente sfilata di Miss Universo, organizzata dagli studenti dell’Universidad de Occidente.
Il 30 luglio 1975, a San Salvador, a pochi chilometri di distanza da dove si era messo in scena lo show di Miss Universo,, le forze di sicurezza dello Stato massacrarono gli studenti che protestavano contro il regime. Il paese dei sorrisi si stava macchiando di sangue: questi episodi di brutale repressione portarono in pochi anni a nuove ondate di protesta e allo scoppio della guerra civile nel 1980.
Tratta da https://revistalabrujula.com/2023/11/16/miss-universo-y-la-masacre-del-30-de-julio-el-pais-de-la-sonrisa-de-1975/ , articolo che riporta la testimonianza dell’avvocata Mirna Perla, studentessa partecipanti alle manifestazioni del 1975.
Ora mentre Miss Nicaragua Sheynnis Palacios vince la 72a edizione di Miss Universo superando le altre due super finaliste Miss Tailandia e a Miss Australia, mentre si proclama ufficialmente che la prossima sede del concorso di bellezza sarà Città del Messico, mi scorrono davanti agli occhi le cifre impietose dell’Observatorio de Violencia de género contra las Mujeres, della Organización de Mujeres por la Paz (ORMUSA).
In El Salvador, dal primo gennaio al 17 ottobre 2023 in El Salvador si sono verificati 38 femminicidi, 4 al mese, uno ogni settimana.
3 sono bambine inferiori ai 10 anni, quasi un quarto dei casi, esattamente 9, nella provincia della capitale.
No al silenzio.
Si alla parola.
Al rumore.
Forte, fortissimo, assordante.
“Se domani sono io,
se domani non torno, mamma,
distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”.
Cristina Torres Cáceres
Dedicato a Giulia, e alle giovani donne vittime di femminicidio
- Gli aesthetic, nati intorno al 2010, trovano posto oggi su Tik Tok, per esprimere la bellezza di foto e video diffusi.
- Il piatto tipico salvadoregno: una tortilla ripiena di carne, verdura, o anche semplicemente di fagioli e formaggio.
- Sono le parole di Gustavo Eduardo Pineda, storico e ricercatore indigeno, che ama proclamarsi sacerdote maya.
- Le bande giovanili che imperversano nel paese.
(*) Vicepresidentessa Associazione Lisangà culture in movimento OdV
I media non ci portano a conoscenza della situazione in Salvador