El Salvador: radio comunitarie e “democratizzazione della parola”
di David Lifodi
Nel 2017 termineranno le attuali concessioni di frequenza alle radio comunitarie salvadoregne, un’occasione, secondo l’Asociación de Radios y Programas Partecipativos de El Salvador (Arpas), per sollevare una volta di più il diritto affinché la radiodiffusione comunitaria raggiunga tutto il paese.
Arpas nacque il 26 febbraio 1994 da Radio Sumpul, Radio Victoria, Radio Segundo Montes e Radio Izcanal al termine della guerra civile che aveva provocato l’esilio di numerose comunità dal paese. Allora la libertà di espressione rappresentava una necessità imprescindibile in un paese che usciva dalla dittatura militare, come del resto oggi, se consideriamo che il partito Arena (Alianza Republicana Nacionalista) è ancora assai presente nel paese nonostante la doppia presidenza consecutiva a guida efemelista. La privatizzazione dell’informazione era avvenuta nel 1996 sotto il presidente arenero Armando Calderón Sol. Le radio comunitarie cercarono di divenire legali, ma l’Amministrazione nazionale delle Telecomunicazioni (Antel) prima negò loro le frequenze e poi, tramite Juan José Domenech, esponente di spicco di Arena e padrone di una catena di supermercati, cercò di metterle a tacere inviando la polizia nonostante la rivolta delle comunità. I militari utilizzarono la violenza per respingere la proteste della gente che era scesa in strada e l’allora Coordinadora de Radio Partecipativas, antenata di Arpas, riuscì ad ottenere una frequenza per ciascuna radio comunitaria a lei associata che operava nella propria zona. Tuttavia, ancora oggi, la lotta di Arpas affinché le comunità indigene e le organizzazioni sociali abbiano garantito il diritto all’informazione tramite i media che non appartengano al cosiddetto latifondo mediatico, prosegue. In questo senso, la Ley de Telecomunicaciones del 1997, che dette vita ad una vera e propria ondata di privatizzazioni e tagliò fuori le radio comunitarie, andrebbe, nel migliore dei casi, sottoposta a profonde modifiche. La legalizzazione delle radio comunitarie ed una riforma integrale della Ley de Telecomunicaciones dovrebbe passare attraverso la proposta della Red por el Derecho a la Comunicación, che chiede l’assegnazione delle frequenze per via diretta e tramite concorso pubblico, oltre ad evidenziare la necessità di nuovi requisiti per la concessione delle frequenze e misure di controllo che impediscano il monopolio dell’informazione ad uso e consumo di pochi media. Attualmente, diciannove delle radio che appartengono ad Arpas sfruttano la stessa frequenza, ma riescono a garantire una copertura locale e, per quanto possono, cercano di incidere nella quotidiana battaglia per la democratizzazione dell’informazione, grazie anche al sostegno dell’Asociación Latinoamericana de Educación Radiofonica (Aler). Le radio comunitarie riuscirono ad acquistare quell’unica frequenza condivisa, mentre i principali gruppi imprenditoriali del paese (Corporación Fm, Grupo Samix, Corporación Kl, Grupo Radio Estereo) sono riusciti ad accaparrarsi varie frequenze per ciascuno con il sostegno di Arena. La destra ha sempre fatto la guerra nei confronti delle radio comunitarie, tanto che nel 2013, un progetto di Arpas dedicato alla radiodiffusione comunitaria si è arenato alla Comisión de Legislación y Puntos Constitucionales del Congresso a causa delle pressioni dell’oligarchia salvadoregna e della stessa Arena. Nonostante tutto, anche in El Salvador è in crescita il numero delle persone che vogliono svolgere un ruolo da protagonista in ambito comunicativo e sono stufe di rivestire solo il ruolo di semplici “consumatori” dell’informazione, ma intendono produrre, in prima persona, notizie e commenti. La comunicazione di carattere comunitario, nel paese più piccolo dell’America Centrale, rappresenta sempre di più la chiave dell’informazione del futuro, per questo è in corso un’aspra battaglia affinché il diritto ad informare non resti nelle mani di pochi media corporativi. A questo proposito, si è mossa anche l’Organizzazione degli Stati Americani (Osa), che di solito è più portata a tutelare gli interessi dei padroni rispetto a quelli delle persone, invitando El Salvador a garantire il pluralismo e la libertà di informazione in una sorta di implicito assist alle radio comunitarie.
La nascita di un bloque de medios contra-hegemónico con Arpas alla guida rappresenterebbe il primo passo di un sistema di informazione plurale e democratico per raggiungere quella democratización de la palabra che passa necessariamente attraverso il riconoscimento delle radio comunitarie e il loro libero accesso alle frequenze.