Eleonora Scarpelli: «non è il solo pollice…»
Riflessioni su immigrazione, emigrazione, discriminazione e permesso di soggiorno
Migrare è insito nella specie umana e animale: questa affermazione per noi, vale due volte; basta pensare ai nostri diretti progenitori, le scimmie.
Perché si migra? Io credo che per rispondere alla domanda, basti pensare agli uccelli migratori… Essi migrano perché il cambiamento climatico crea condizioni ambientali che si rivelano inadatte per la loro sopravvivenza, quindi migrano verso Paesi più caldi.
“Sopravvivenza” questo è il primo termine che mi viene in mente se penso alla migrazione: io migro per sopravvivere. I termini che possono definire la sopravvivenza di un essere umano cambiano dalle situazioni: a esempio si può parlare di una sopravvivenza economica, oppure di sopravvivenza nel senso più stretto della parola, preservare la vita.
Eppure per noi il verbo migrare si cesella di connotati negativi, quando si aggiunge il prefisso im- ; basta pensare alle parole del nostro premier: «Meno immigrati, meno delinquenza».
Ma questo non è altro che l’ultimo passo, in ordine di tempo, di una politica che da parecchi anni vede protagonista l’Italia, paese di emigrati sparsi in tutto il mondo. Una politica che trova terreno fertile, perché i primi ad appoggiare questa visione distorta dell’immigrato sono i mass media, che ci bombardano in continuazione di storie di cronaca nera che vedono protagonisti immigrati, come se fosse questa la sola faccia dell’immigrazione; ma purtroppo ciò rientra nelle logiche dello scoop, nelle logiche dell’audience; non sto dicendo che sono false notizie, ma univoche, puntano cioè a una sola direzione: colpevolizzare l’immigrato. Eppure in Italia ci sono molte aziende aperte e gestite da immigrati, un esempio sono i ristoranti; però questo non fa notizia, come non fa notizia sapere che la manodopera edile è immigrata, che la frutta che mangiamo è raccolta da braccianti immigrati-stagionali, sottopagati, chiamati e richiesti dai produttori italiani. Ah no sbaglio, questo ha fatto notizia per via degli scontri di Rosarno, altrimenti sarebbe rimasto ignoto, oppure conosciuto ma archiviato nella tipica espressione si ma è anche vero che loro, la classica apertura di frase che ti rifilano per cercare di nascondere la mondezza italiana e far trasparire solo quella immigrata, abbiamo già tanta di delinquenza….
Questa mentalità gretta trova riscontro nei nostri atteggiamenti nei confronti della gente che arriva nel nostro Paese; molti di noi sono convinti che l’immigrato sia un ospite, da noi accolto per benevolenza ed è un suo dovere comportarsi adeguatamente, non tanto per il rispetto della legge ma per noi, benefattori italiani.
In realtà nessuno di noi sa le trafile o i costi del permesso di soggiorno, retaggio della legge Bossi-Fini, che la sinistra oggi condanna, ma che nel suo esiguo anno di governo non ha nemmeno provato a cambiare; e la scusa (non si riusciva a far passare le leggi) diventa un’offesa all’intelligenza dei pochi cittadini italiani che possono ancora vantare di averla. La legge Bossi-Fini, che Cota si ostina, nelle varie trasmissioni tv, a osannare come impeccabile, costa alla gente immigrata la bellezza di 200 euro, ovviamente cadauno; se una famiglia conta 4 persone, 800 euro.
Cos’è il permesso di soggiorno? È un permesso che lo Stato ti rilascia, per soggiornare nel suolo italiano, a seguito di un’attenta verifica dello status sociale dell’immigrato, che richiede di soggiornare legalmente in Italia, dunque: un lavoro in regola, una fissa dimora; insomma le condizioni necessarie per avere una vita dignitosa . Allora a cosa servono i 200 euro?
Dipende della tipologia del permesso richiesto; per ognuno si aprono diverse procedure e certificazioni che prevedono costi e termini di tempo per il rinnovo: a esempio i permessi di studio hanno una durata di validità annuale, mentre quelli di lavoro biennale. Chi ha un permesso di soggiorno di studio deve pagare l’assistenza sanitaria a ogni rinnovo, per un ammontare di 70 euro.
Le certificazioni richieste dallo Stato (esami sostenuti, cud, busta paga) devono essere fotocopiate e imbustate in un plico, da consegnare entro il termine della scadenza del permesso, alle poste. Naturalmente la spesa è a carico dell’immigrato, 30 euro per una raccomandata dentro la città.
La procedura non è finita; una volta inviato il plico, si aspetta la convocazione da parte della questura della zona, che ti arriva tramite sms o posta.
I tempi – rispettando la tipica prassi italiana – non possono che esser lunghi. Il che significa almeno due settimane dopo la consegna dei documenti, convocazione necessaria per la verifica dei documenti inviati e il rilascio delle impronte digitali. Non è il solo pollice: per paura che si senta discriminato, le prendono tutte e 10. L’immigrato è schedato come un delinquente e qual è la colpa? Essere immigrato.
Eleonora si presenta così. Non ho mai pubblicato nulla. Scrivo di getto, quello che la mia testa pensa, almeno nessuno può interrompermi. Sono una ragazza di 24 anni, vivo a Roma con la mia famiglia, studio all’università La Sapienza di Roma, frequento il corso di laurea magistrale “letteratura e lingua, studi italiani ed europei”, amo la recitazione, studio teatro da quando ho 18 anni… Sono arrabbiata con l’Italia, perchè ha dimenticato chi era, ha perso i valori che l’hanno contraddistinta per anni. Rido quando sento “siamo il popolo più accogliente d’ Europa”, mi chiedo sempre se chi lo dice vive in una realtà parallela oppure omette la seconda parte del pensiero: “l’ospite è come il pesce dopo due giorni puzza”.
Sono a favore di una società multietnica, sono per la libera informazione. Sono una sognatrice, che non riesce a smettere di sognare.
Cara Eleonora, sono proprio contenta di vedere le tue idee pubblicate. La letteratura consiste proprio nella condivisione dei pensieri. Spero leggere altri tuoi articoli in questo blog!
… senza considerare che sono i poteri transnazionali occidentali a creare condizioni disumane (guerre, sfruttamento, golpe) nelle terre di origine di queste persone che poi sono costrette ad emigrare…