Elezioni in Algeria…

…”Sketch sciorba” prima di Ramadhan

di Karim Metref

Il 10 maggio prossimo, in Algeria si terranno le quinte elezioni legislative “plurali” della giovane storia del Paese. L’amministrazione e i politici si preparano per il torneo elettorale che vedrà in lizza 44 partiti e 25.800 candidati per 462 posti da parlamentari.

Ma il Paese pensa ad altro. In un clima teso e forti frustrazioni dovute all’altissimo tasso di disoccupazione e una inflazione record che rende quasi intoccabili molti beni di consumo, l’affluenza rischia di essere bassissima. Quindi le sorprese, che ci saranno sicuramente, saranno dettate dagli accordi dietro le quinte.

Sketch sciorba elettorale

La tv algerina è solita trasmettere durante il mese di Ramadhan, all’ora della rottura del digiuno, delle breve operette comiche. Il piatto nazionale per rompere il digiuno è una minestra molto leggera a base di verdure, erbe aromatiche e piccoli pezzi di carne di agnello, chiamata genericamente ‘sciorba’. Da qui il nome popolare di queste operette, gli “sketch Sciorba”.

Alcuni di questi sketch sono molto popolari e continuano a far ridere la gente molto oltre il mese di Ramadhan. Ma quest’anno la stagione delle sketch è iniziata molto prima della sciorba.

Sono le elezioni elettorali che danno da ridere al popolo algerino alle prese con il rincaro record dei prodotti di prima necessità, le verdure in modo particolare, e le patate soprattutto. Tra € 1  e  € 1, 50 per 1 kilo del popolare tubero di origine andina. Su Facebook spopolano i gruppi di barzellette e parodie sulla penuria di patate. Una delle più popolari è la canzone del videoblogger comico Irban Irban, “We love batata”, sulla musica e le immagini di “We are the world”.
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Altro motivo di barzellette e satira popolare è la prossima gara elettorale. Tutti sanno che chi vincerà è già designato, mentre la scena politica è inondata da 44 partiti politici di cui 23 creati apposta per questa elezione. È una tradizione in Algeria. I servizi hanno sempre creato una marea di partitini ‘usa e getta’ per dare una illusione di pluralità.

Tra i partiti più anziani stupisce la partecipazione del Fronte delle Forze Socialste (FFS), decano dei partiti dell’opposizione (secondo per data di creazione soltanto al sempre verde FLN, al potere dal 1962), che tradizionalmente ha sempre boicottato queste farse elettorali. La sua presenza nella gara vuol dire che le intenzioni del governo sono diverse dal solito.

Non si sa che garanzie hanno ricevuto i dirigenti del FFS. Ma una cosa è sicura, il suo leader storico, Hocine Ait Ahmed, è troppo furbo e sperimentato per lasciarsi ingannare facilmente. Dalla loro partecipazione qualcosa avranno in cambio. Forse una parte importante del regime Algerino vuole approfittare delle pressioni della primavera araba per modernizzare un po’ il sistema e, non dico aprire del tutto il campo politico, ma rilasciare un po’ la morsa.

Fra islamisti e dinosauri

Ma comunque la presenza o meno del FFS dà solo credibilità a livello internazionale, non ha un grande peso sulle sorti del Paese. Il partito socialista è presente in forza solo in Cabilia e in alcune circoscrizioni della capitale. Il resto del Paese si giocherà come al solito tra il Fronte di Liberazione Nazionale(FLN), Il Raduno Nazionale per la Democrazia (RND) i due partiti (il secondo nato da una costola del primo) che si dividono il potere dal 1997 e gli islamisti che si presentano divisi in 7 partiti ma nei quali solo due sono veramente rappresentativi: Il Movimento per la Società e la Pace (MSP – Ex Hamas) e Al-Adala, La giustizia (ex Ennahda). Entrambe correnti dell’islamismo politico “moderato” da anni presenti nella scena politica senza aver mai ceduto alle sirene del Jihadismo. L’MSP più liberale e vicino agli ambienti degli affari fa parte della maggioranza al governo da molti anni e ha avuto da gestire vari ministeri.

La partecipazione dell’opposizione tradizionale e la presenza di osservatori internazionali durante le elezioni di cui alcuni rappresentanti dell’Unione Europea, potrebbe indicare che in alto luogo (forse anche internazionale) è stato negoziato il fatto che la coppia FLN/ RND dovrà contare soltanto sulla loro più grande disponibilità di mezzi e la migliore visibilità e copertura mediatica e non sui soliti brogli e falsificazioni.

Questa vorrà dire che non ci saranno le pressioni e le truffe massive nelle grandi città; nei piccoli centri rurali del Paese profondo si continuerà, non è facile debellare una tradizione lunga 50 anni. I partiti al potere e le formazioni islamiste si aggiudicheranno la maggioranza assoluta. Gli islamisti del MSP potrebbero anche prendere la maggioranza relativa, come l’hanno sempre presa dal 1997, se non ci fossero stati pesanti brogli. Una delle probabilità è che ci si ritroverà con governo islamista che sarà condizionato però dall’alleanza con i due altri per tenere la maggioranza al parlamento. Un impasto perfetto per arrivare ad una situazione alla marocchina. Mettere gli islamisti a gestire la crisi, la disoccupazione, la corruzione, le ingiustizie sociali e l’assenza di prospettive economiche mentre il potere vero rimane in mano agli stessi.

I comici Mustafa e Hazim del Teatro Nazionale di Orano, le star assolute delle sketch Sciorba, non avrebbero potuto scrivere una barzelletta migliore.

L’ombra dell’astensione

Ma la vera incognita di queste elezioni viene dalla partecipazione popolare. Gli Algerini “normali” in molti pensano di non andare a votare. Sui social network si moltiplicano gli appelli al boicottaggio. “Il 10 maggio, tutti al mare” recita la presentazione di un gruppo su Facebook.

Ai microfoni di France 24 un operaio dice: “Non ho mai votato e non andrò mai a votare fin che non finisce questo film”. Un film visto e rivisto fino alla nausea.

Cosa succederà se i centri elettorali rimarranno vuoti e se la partecipazione reale sarà sotto il 20% come è successo nel 2002 (partecipazione ufficiale 42%) con punte in Cabilia e ad Algeri di 2%?

Ci si metterà a ripensare il sistema? Oppure come è successo in altre occasioni si imbastirà un risultato fasullo accertato dagli osservatori internazionali?

Perché in Algeria c’è troppo petrolio e troppo gas perché la sorte di 35 milioni di persone possa veramente essere importante.

 

Karim Metref
Sono nato sul fianco nord della catena del Giurgiura, nel nord dell’Algeria.

30 anni di vita spesi a cercare di affermare una identità culturale (quella della maggioranza minorizzata dei berberi in Nord Africa) mi ha portato a non capire più chi sono. E mi va benissimo.

A 30 anni ho mollato le mie montagne per sbarcare a Rapallo in Liguria. Passare dalla montagna al mare fu un grande spaesamento. Attraversare il mediterraneo da sud verso nord invece no.

Lavoro (quando ci riesco), passeggio tanto, leggo tanto, cerco di scrivere. Mi impiccio di tutto. Sopra tutto di ciò che non mi riguarda e/o che non capisco bene.

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