Equivoco

Un racconto di Mauro Antonio Miglieruolo

Ero già più di là che di qua quando squillò per la prima volta il telefono. Fu più la curiosità che la sorpresa a indurmi a rispondere. Chi mai poteva essere interessato a dialogare con me?

Pronto?” emisi. Un pronto/rantolo debitamente intonato su un aldilà adatto a redarguire, se non intimidire quelli dell’aldiquà.

Il Signor Amilcare Rondelli?”.

Nossignore…”.

Dall’altra parte intesero come volevano, cioè sissignore. Oppure negai bofonchiando con tanta inettitudine e malavoglia che fu inevitabile intendessero quel che volevano. Come sempre, d’altronde. Sempre le persone intendono di me non quel che dico, ma quel che loro garba.

Caaarissimo Signor Rondelli! Una magnifica notizia per lei!”.

Trasecolai. Una buona notizia. Davvero straordinario. Appena in tempo per riceverla.

Che buona notizia?”

Ha vinto la Lotteria della Buona Morte! Trapasso e Onoranze Funebri garantite al 100% dalla Esequie S.p.a. società con sede in Roma, Via del Verano Nuovo 15, la grande e gloriosa società Europea integralmente dedicata al conforto dei De Cuius e benessere dei Sopravvissuti…”

Non udii il seguito. Avevo riattaccato.

Per un po’ me ne stetti con gli occhi aperti nel buio. La stanza silenziosa rispettò la vigente perplessità e il persistente sconforto. Forse è questo l’Aldilà, pensando. Un chiuso di abbandono a sé stessi con voci che comunicavano pazzesche buone notizie di pessimo gusto. Nonché d’impossibile comprensione.

Non c’era che un modo di uscirne. Il solito. Nelle braccia di Morfeo. Chiusi gli occhi, sperando che mi venisse presto a cercare e fosse una volta per tutte.

Il telefono riprese a squillare.

Chi cazzo è?” risposi. Non però incazzato quanto la domanda desse a vedere.

Il Signor Amilcare Rondelli?”

Che volete da questo cazzo di Rondelli?”

Rondelli, il grande scrittore di fantascienza?”

Di grande ciò solo la panza, Extralarge…”

Una splendida notizia Signor Rondelli. Ha vinto il premio della Lotteria Dead messo in palio dalla Pompe Funebri e Risorgimentali S.p.a. società che attualmente spopola…”

Riattaccai. Di nuovo il buio discreto e rispettoso della stanza. Non c’è nulla come l’immobile pazienza delle cose per illustrare le doti umane assenti nell’umano. Le migliori. Discrezione, rispetto, attesa. Respirai confortato. Io, il letto, la possibilità concreta e reale del commiato… tranquillamente, senza clamori, parenti ai quali dare conto, amici contrari, debitori armati parcelle inevase e scadenze prossime…

Mi sporsi e pigiai il pulsante d’accensione dell’abatjour. Guardai l’orologio. Le cinque del mattino. Fra gli uomini la guerra di tutti contro tutti aveva raggiunto livelli insospettabili da quando ero nato. Nessuno mi aveva avvertito del pericolo, allora. Avrei declinato l’invito fossi stato avvisato in tempo. Macché venire al mondo, voi siete matti, offro un occhio della testa per non vivere.

Spensi la luce. L’oscurità tornò ad avvolgermi. Beatificato dal sudario di nulla firmai un trattato di pace con il mondo. Beh, dopotutto non mi era andata tanto male. C’era a chi toccava di peggio. Perdere le braccia o le gambe, ad esempio; una lunga dolorosa agonia; l’amicizia di RENZI…

Il pensiero provocò la sua logica conseguenza. Uno sciagurato squillo di telefono. Non attesi si producesse il secondo.

Sono le cinque del mattino! Ma vi rendete conto?”

Il Signor Amilcare Rondelli?”

Ma perché non andate un poco a fare in culo? Sono sicuro che vi aprirebbe il cervello!”

Signor Rondelli, la chiamo dalla California… qui da noi il giorno sta finendo, ma splende ancora il sole. Dovrebbe ammirare, il magnifico tramonto. Una squadra di operai è vicino a casa sua, fra poco li sentirà bussare: le installeranno un bellissimo VISORE OLOGRAFICO 200X200 gratis et amore dei. Potrà in questo modo ammirare i solenni funerali che la Lacrime E Sangue Società in Accomandita per Azioni ha preparato per lei. Funerali aleatori, naturalmente. Ai quali faranno seguito quelli effettivi di domani, dopo che la sua salma sarà traslata dagli incaricati di installare il VISORE OLOGRAFICO. Gli operai non sono solo operai, ma anche Killer prezzolati detti Datori di Morte…”

Che?” feci. “Non bastano i Datori di Lavoro?”

Signor Rondelli, abbiamo bisogno del suo assenso informato. Di una sua firma, anche solo digitale…”

Non possedevo, unico al mondo, una firma digitale. Ma non fu questo il motivo che mi spinse, ancora una volta, a riattaccare. È che sono molto volubile, oltre che irritabile. Oltre una certa soglia la irrazionalità mediatica mi manda in tilt. Avevo conversato fin troppo, troppo per le mie capacità di sopportazione, con l’eminente frottoliere televisivo.

Questa volta non cercai rifugio nel buio. Lo cercai nella luce. Quella di fuori, della strada, dalla quale provenivano suoni che non promettevano nulla di buono. Mi alzai faticosamente e andai a aprire le imposte. Mi doleva tutto. Lombi, reni, spalle, gambe… Lo stesso mi ostinai ad affacciarmi per prendere atto di quel che la strada offriva. Dieci metri oltre, davanti al cancello di casa s’era formato un piccolo assembramento di persone. Almeno cinquanta. Che ben presto divennero cento. Inalberavano cartelli, microfoni distanziati, telecamere, striscioni. Alcune auto presero a strombettare. Gente che si alzava presto la mattina e assurdamente pretendeva di avere il passo per recarsi al lavoro. L’assembramento intanto era diventato tale da attirare l’attenzione della polizia. Il che moltiplicò l’avvento dei curiosi e quindi l’accorruomo di nuove volanti.

Richiusi tutto e tornai sul letto. Lungo, agonico, sospiro di soddisfazione. Ahaaaa! Meno male, meno male, le ossa che tornavano al loro posto. Fegato, milza, polmoni, cuore, intestino e diaframma che potevano riprendere il litigio perenne che era diventata la loro esistenza. Al sofferto sospiro di soddisfazione fece seguito, purtroppo, un ennesimo squillo di telefono. Ne avevano di peli sullo stomaco quelli dei media!

Ce n’avete di peli sullo stomaco voi giornalisti…”

Il Signor Rondelli? Amilcare Rondelli?”

Il cazzo che ti si fotte!”

Mille Euro per lei pronto cash se accetta di parlare… diciamo… anche solo cinque minuti con me. C’è un addetto davanti casa sui con 2 bigliettoni da cinquecento in tasca… basta pronunci un piccolo sì per guadagnarli.”

Mille euro? Cazzo! Mai visti negli ultimi dieci anni mille euro tutti insieme.

Tirate a fregare, eh?”

Non occorre dica sì. Basta non riattacchi prima siano trascorsi cinque minuti. 2 bigliettoni da cinquecento.”

Dove è il trucco?”

Nessun trucco. Deve solo continuare a parlare per altri 4 minuti e mezzo o giù di lì. Senta, sono della Morte Civile s.r.l nota in tutto il mondo per i trapassi chiavi in mano che è in grado di organizzare. Ci occupiamo di tutto noi. Anche degli aspetti legali, notarili, fiscali ecc. Gli eredi non avranno da fare altro che intascare, se qualcosa da intascare esiste. Nel caso suo esiste. Quantomeno i mille euro garantiti dalla sua pazienza. Al termine dei cinque minuti il nostro incaricato entrerà in casa, le darà i mille e, a sua scelta, le sparerà in bocca, le aprirà il cranio in due, la decapiterà o la separerà con uno spadone laser cauterizzante in due parti uguali… relativamente uguali, considerando l’asimmetria bilaterale del corpo umano.”

Gesù!” esclamai. “Non sapevo di essere arrivato così vicino al capolinea…”

Naturalmente può anche optare per la concorrenza, rinunciare ai mille euro e all’assistenza legale, vantaggi che nessun altro si sogna neanche lontanamente di fornire; oppure ancora può aspettare sia lo Stato, con i suoi tempi, le sue lentezza e le sue goffaggini a intervenire, sappia però che 9 volte su dieci si tratta di spiacevolissime lunghe agonie, tali che non le raccomanderei neanche al mio peggiore nemico.”

Neanche di questo mi avevano avvertito, al momento della nascita. Delle esequie di Stato e della concorrente area privatistica. Un sacco sciatti gli addetti alle nascite nel nostro mondo. C’era modo di uscirne dignitosamente? Ci ponzai su. Un poco. Il mio silenzio allarmò il chiacchierone dall’altra parte.

Signor Rondelli, è ancora lì?”

Sono ancora qui” confermai, evitando di pronunciare il fatidico “sì” che poteva mettermi nei guai.

Buon per lei. Ancora poco e potrà godere in pieno i nostri servizi. Una buona rapida semplice morte. Con beneficio economico, anche. Lei è un uomo fortunato, Signor Rondelli. Non capita a tutti di vincere una lotteria in tarda età. Lo sa, nel pallottoliere i nomi degli ultra settantenni vengono messi una sola volta, a differenza degli ultra quarantenni che vengono messi tre volte, o quelli ancora più giovani, che sono castigati con maggiore frequenza. Siamo in troppi su questo felicissimo mondo. Allo sfoltimento della popolazione anziana ci pensa già la natura, ai più giovani, disoccupati, sottoccupati, nullafacenti ecc. ci pensa di suo lo Stato…”

Bene” dissi. Sospirai. Commentai. Quasi indifferente. Quello l’apparente percorso del pensiero. In realtà ero agghiacciato. Indignato. Furioso con me stesso. Chiuso nel silenzio del mio autismo intellettuale, non mi ero mai accorto di niente. Di come il mondo andasse a rotoli. L’etica, pura zavorra.

Bene” confermò il tizio dall’altra parte del telefono. Mancava poco ormai.

Manca poco, ormai.” Sussurrò soddisfatto, sul punto di esplodere nei soliti evviva di trionfo.

Non manca” corressi.

Eheee, non vorrà ripensarci proprio all’ultimo!”

Veramente non ci ho mai pensato…”

Signor Rondelli, non le conviene…”

Non sono il Signor Rondelli.”

Non è lei Rondelli, Amilcare Rondelli?”

Stupore e incredulità nel tono. Non lo ero, mai stato Rondelli. Riattaccai brutalmente, senza fornire spiegazioni, abbandonandolo a incertezze che non si aspettava di dover affrontare. Tornai a guardare fuori. Non conoscevo questo cazzo di Amilcare Rondelli, probabilmente uno serio, nonostante il nome. Sapevo però che, duecento metri oltre, al numero sei della mia stessa strada sulla colonna a destra del cancello d’ingresso era tracciata in cubitali caratteri gotici la sigla AR. Quasi certamente era costui il morituro effettivo che cercavano.

AR: un altro mio simile, eremita quale io ero. Tutti, o quasi tutti, in quella zona erano eremiti in attesa della sentenza di morte. Ignoti gli uni agli altri. Come in ogni caso della vita, la vita in genere, quella degli avvocati, giudici, impiegati, postini, professori, medici, infermieri, cavadenti, operai, Consegnatari dell’Archivio Tessere (e Dio solo sapeva cosa altro ancora). Milioni, miliardi di persone ignote le une alle altre. Persone che non si vedevano, si salutavano a malapena, si sopportavano perché non c’era di meglio sulla piazza. AR non vedeva me; me, che ugualmente facevo AR (Antonio Rotula), non vedeva lui. Di conseguenza nessuno che si vedesse. Salvo pettegolezzi che potevano giungere agli orecchi, ma il pettegolezzo non è vedere, non è sentire, non è conoscere: è controllo sociale. Il tizio aveva una figlia che ogni tanto lo veniva a trovare, mi sembrava proprio di aver udito poco prima un’auto entrare in casa.

Guardai in direzione della villetta. Le luci interne erano accese. Molte luci. Ad una ad una si spensero. Restò accesa una lampada sul portone della casa. Poi anche quella si spense. Il cancello automatico iniziò a ronzare…

Qualcuno tra la folla disse qualcosa. Qualcun altro indicò utilizzando il microfono distanziato.

Là! Là!”

Un là ancora a vuoto. Riempito ben presto da rammarico ed ira.

Occazzo! Occazzo!” udii esclamare. “Ma che presa in giro galattica…”

Telefonarono ancora…

È lei o non è lei Amilcare Ponchielli?” Richiesta isterica, ansiosa e ansiogena, neanche più del titolo “Signore” degnandomi.

È morto” informai.

Il che era vero, anche se non del tutto vero. Nessuno muore mai del tutto. Bastò a convincerli a cambiare registro nel tono di voce. Che si fece circospetto, cauto, orante.

Scusi, ho sbagliato. Intendevo… insomma, conosce un certo Amilcare Rondelli?”

Da lontano mi parve di scorgere un furgone delle pompe funebri uscire dalla proprietà del vicino. Chi sa quale delle tante Agenzie Funebri aveva vinto la corsa all’accaparramento del defunto? Che lo aveva reso abile arruolato per le esequie? Addossata alla colonna una tizia piangeva. I fari di una macchina in arrivo la illuminarono. Mi sembrò di averla incontrata nelle vicinanze, qualche vita fa, quando ancora camminavo.

So che ha vinto una lotteria, una lotteria tutta speciale, ma non so quale…”

Dove? Chi? Come?

Provate al numero 6…”

Uno sciamare improvviso di persone, pazzi furiosi alla ricerca di non so che, non so cosa. Messi finalmente sulla pista giusta. Di corsa verso la nuova preda. Rompicoglioni galattici. Ma non erano cattivi. Nessuno è veramente cattivo. O solo qualcuno. I Primi Ministri ad esempio. La gente in genere cerca solo di esorcizzare la fine alla quale tutti siamo condannati, consolandosi assistendo a quella dei vincitori della lotteria.

La lotteria della morte.

In un certo senso invidiai il tipo. Non avevo vinto alcuna lotteria. Non ancora.

Lui invece sì.

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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